L'ex capo dell'Fbi James Comey incriminato per il Russiagate. Trump parla di "giustizia in America"

Uno dei più grandi nemici del presidente americano si difende: "Non ho paura di andare a processo, sono innocente"

di Marco Santoni

James Comey (Foto Lapresse)

Esteri

Trump e i suoi nemici, l'ex direttore dell'Fbi è stato incriminato. Il tycoon esulta sui social

L'ex direttore dell'Fbi James Comey, un duro critico del presidente statunitense Donald Trump, è stato incriminato per falsa testimonianza e ostruzione della giustizia: lo riportano i media. L'accusa contro di lui arriva giorni dopo che Trump ha chiesto pubblicamente al procuratore generale, Pam Bondi, di prendere provvedimenti contro Comey e altri leader politici. Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha salutato l'accusa penale di James Comey, il suo ex direttore dell'Fbi, proclamando "Giustizia in America". "Uno dei peggiori esseri umani a cui questo Paese sia mai stato esposto è James Comey, l'ex Capo Corrotto dell'Fbi," ha detto Trump sulla sua piattaforma Truth Social. "È stato così dannoso per il nostro Paese, per così tanto tempo, ed è ora all'inizio di essere ritenuto responsabile dei suoi crimini contro la nostra Nazione".

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"Non ho paura" e "sono innocente": sono queste le prime parole dell'ex capo dell'Fbi James Comey dopo il suo rinvio a giudizio. "Il mio cuore è spezzato per il dipartimento di Giustizia - ha aggiunto -, ma ho grande fiducia nel sistema giudiziario federale e sono innocente”. Comey è stato incriminato da un gran giurì federale, un’escalation straordinaria negli sforzi del presidente Donald Trump di perseguire i suoi nemici politici. Comey, avversario di lunga data del presidente, è ora il primo alto funzionario governativo a dover affrontare accuse federali in uno dei più grandi contenziosi di Trump: l’indagine del 2016 su un’eventuale collusione della sua prima campagna con i russi.

Secondo una dichiarazione del dipartimento di Giustizia, Comey è stato accusato di aver rilasciato false dichiarazioni e di ostruzione a un procedimento congressuale, e rischia fino a cinque anni di carcere se riconosciuto colpevole. Entrambe le accuse si riferiscono alla sua testimonianza del 30 settembre 2020 davanti alla commissione Giudiziaria del Senato. Comey aveva dichiarato di "non aver autorizzato nessuno all’interno dell’Fbi a essere una fonte anonima", ha spiegato il dipartimento. "Secondo l’atto d’accusa - è la posizione del governo - tale affermazione era falsa".

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