Stretta sulle terre rare e modernizzazione delle forze armate, così la Cina punta a superare gli Stati Uniti nella competizione globale

La Cina selezionerà con estrema attenzione i soggetti stranieri autorizzati a importare terre rare, dividendo le aziende esclusivamente civili, che otterranno autorizzazioni più rapide e meno costose, da quelle con doppia potenzialità

di Matteo Castagna

Donald Trump e Xi Jinping

Esteri

 La strategia cinese per cercare di superare gli Stati Uniti. L'analisi 

"Ucraina, Palestina, Yemen, Iran, Somalia, Sudan, Afghanistan, Venezuela, Corea del Nord: il mondo è un mosaico di conflitti e di crisi in continua espansione. Ma l’interesse collettivo per queste tragedie segue il ritmo sincopato e rapidamente mutevole dettato dalle scelte editoriali dei media, che privilegiano i temi più familiari al pubblico e sono quindi in grado di catturarne meglio l’attenzione" - scrive Manlio Graziano su "Appunti", la newsletter di Stefano Feltri. Al grande pubblico, imbottito di notizie (e fake news) a raffica, pare che la terza guerra mondiale possa arrivare da qualsiasi posto: un giorno dalla Striscia di Gaza, un altro da Kiev, quello da Pyongyang,e via elencando.

Effettivamente, l’assassinio di Francesco Ferdinando fu il "casus belli" che scatenò la Prima Guerra mondiale, ma il vero guaio era la rivalità fra Inghilterra e Germania. Perciò, sembra proprio che non possa trascorrere giorno, senza che venga segnato questo grave pericolo. Non è sempre stato così. Evidentemente ci riferiamo agli ultimi anni, determinati dalle "policrisi", ovvero dalle numerose instabilità economiche e politiche, che seguono la grande crisi della globalizzazione.

Ed è qui, che alcuni osservatori si soffermano, perché il fatto che da tempo si abbia la percezione dell'arrivo del conflitto atomico globale, che però,  non si è ancora realizzato, può essere interpretato come un metodo comunicativo per coprire la progressiva implosione sistemica del turbo capitalismo liberale, oppure come una strategia per distogliere l'attenzione dalla profonda concorrenza fra Cina e Stati Uniti, che sta ridisegnando il prossimo futuro.

Il grosso del conflitto si sta giocando su questo terreno. Infatti, il 12 novembre scorso, il deputato John Moolenaar, presidente della Commissione di inchiesta sulla Cina al Congresso degli Stati Uniti, ha presentato un rapporto molto preciso, in cui dice che  «La Cina ha una pistola carica puntata al cuore della nostra economia, dobbiamo agire velocemente». A far perdere il sonno a Trump è il ruolo fondamentale di Pechino sulle delle terre rare. Si tratta di una serie di minerali per la produzione di microchip e prodotti high tech.

Secondo l'Agenzia Reuters, che riporta la notizia, il suddetto onorevole ha osservato che la Repubblica Popolare avrebbe sfruttato la sua posizione di produttrice numero uno, di circa i due terzi della produzione mondiale di terre rare, per alzare a suo vantaggio i prezzi e, per conseguenza, controllare l’approvvigionamento internazionale. La Reuters continua evidenziando che questa relazione è giunta il giorno stesso in cui è emersa l’intenzione cinese di mantenere le limitazioni alle esportazioni di terre rare verso aziende americane sospettate di lavorare per conto della Difesa.

Il governo cinese vuole introdurre, definitivamente, un sistema a due livelli per le esportazioni, denominato “Validated End-User”, il quale prevede che la Cina selezioni con estrema attenzione i soggetti stranieri autorizzati a importare terre rare, dividendo le aziende esclusivamente civili, che otterranno autorizzazioni più rapide e meno costose, da quelle con doppia potenzialità, cioè le cui capacità tecnologiche potrebbero essere impiegate in campo militare.

Si tratta di una mossa dalla portata enorme, dal momento che oltre alle compagnie più strettamente associate all’ambito militare, la misura avrà un impatto su altri settori potenzialmente a doppio utilizzo civile e militare, dall’automotive allo spazio, dall’elettronica alla cantieristica.

La rivista specializzata Aliseo osserva acutamente che il vertice tra il presidente americano Donald Trump e il leader cinese Xi Jinping tenutosi lo scorso 30 ottobre a Busan, in Corea del Sud, non ha affatto segnato una fase di distensione strategica tra Washington e Pechino siano, come molti osservatori occidentali speravano. "Cina e Stati Uniti sono impegnate nella competizione geopolitica che più di tutte deciderà questo secolo e tale rivalità non è rimovibile con un banale accordo commerciale".

«La pistola è carica e [i cinesi, ndr] hanno dimostrato la loro volontà di premere il grilletto se necessario», ha esclamato su X il Prof. Rush Doshi, già membro del Consiglio di sicurezza nazionale, durante l’amministrazione Biden, in veste di esperto di Cina. Per Doshi, lo scontro sui dazi si è concluso con una vittoria tattica cinese. "Pechino ha dimostrato di essere disposta a strangolare i rifornimenti strategici per l’industria americana, senza che Washington sia stata capace di mettere in campo strumenti di contro-coercizione equivalenti o tattiche di mitigazione effettive" - conclude Aliseo.

Allo stesso tempo, la Repubblica Popolare continua sulla strada del riarmo e della modernizzazione delle sue forze armate. Oltre alla grande inaugurazione di una portaerei all'avanguardia nell'Indo-Pacifico, questa capacità tecnologica, nucleare e militare avrà ricadute che richiederanno una risposta americana, che non può permettersi di restare indietro, senza correre il rischio di farsi superare.

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