Mar Rosso, l'Italia schiera la Martinengo ed entra in guerra contro gli Houthi

La missione si chiamerà Aspis, che in greco significa "scudo". Il via libera il 22 gennaio, sarà un'operazione europea. Tajani: "Avviseremo il Parlamento"

di Redazione Esteri
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Antonio Tajani (foto Lapresse)
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Mar Rosso, la missione europea che coinvolge anche l'Italia. Tajani: "A rischio la nostra economia"

La guerra nel Mar Rosso, conseguenza del conflitto tra Israele e i palestinesi, si allarga e ora coinvolge non più solo Stati Uniti e Regno Unito, che hanno già attaccato pesantemente i miliziani filo-iraniani, ma nel conflitto contro gli Houthi molto presto, forse già dal prossimo 22 gennaio, ci sarà anche l'Italia. Si chiamerà Aspis, che in greco antico significa “scudo”. È la missione europea nel Mar Rosso a protezione - si legge su La Stampa - dei mercantili dai ribelli yemeniti che hanno attaccato navi e cargo commerciali che portano merci in Europa. E che di recente hanno colpito un’imbarcazione Usa con un missile. Una missione a cui parteciperà anche l’Italia. Il via libera all’operazione è atteso per lunedì 22 gennaio. Quel giorno i ministri degli Esteri dell’Unione Europea si riuniranno a Bruxelles per dare l’ok alla proposta della Seae, ovvero il Servizio per l’azione esterna dell’Ue. Su proposta di Josep Borrell, Alto Rappresentante per la politica estera di Bruxelles. La missione collaborerà con l’angloamericana Prosperity Guardian.

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Il ministro degli Esteri Antonio Tajani - prosegue La Stampa - ha detto che per la missione italiana nel Mar Rosso ci vorrà un passaggio parlamentare. "Siamo pronti ad andare in Parlamento e a illustrare tutte le attività che stiamo svolgendo per garantire la sicurezza della navigazione". Per Tajani l’operazione potrebbe rappresentare un viatico "per la creazione di una difesa comune europea". "Questo è un caso decisivo: su una crisi che impatta sulla nostra sicurezza e sulla nostra economia, anche i cittadini più distratti capiscono che le nostre navi e le nostre merci devono avere libertà di circolazione. Dobbiamo fare con la difesa quello che abbiamo fatto venti anni fa con l’euro".