Meloni all'Onu: "Questa è una Terza Guerra Mondiale combattuta a pezzi". Attacchi a Russia e Israele

La premier: "Mosca ha calpestato il diritto internazionale e Tel Aviv ha superato i limiti"

di Marco Santoni

Giorgia Meloni all'Onu (Foto Lapresse)

Esteri

Meloni all'Onu: "Si sta verificando tutto quello che diceva Papa Francesco, il mondo è profondamente cambiato"

"Viviamo una fase storica accelerata, complessa, ricca di opportunità ma anche, forse soprattutto, densa di pericoli. Sospesi tra guerra e pace". Ha esordito così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel suo intervento all'80esima Assemblea Generale dell'Onu. "Nel mondo - ha aggiunto - sono in corso 56 conflitti armati, il numero più elevato dalla Seconda Guerra Mondiale. Un mondo - ha sottolineato - profondamente diverso da quello in cui sono nate le Nazioni Unite, nel 1945". "L’uso della forza - ha constato la premier - prevale in troppe occasioni. E lo scenario che ci troviamo di fronte è quello che Papa Francesco descrisse con rara efficacia: una 'terza guerra mondiale' combattuta 'a pezzi'.

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"La Federazione Russa, membro permanente del Consiglio di Sicurezza, ha deliberatamente calpestato l’articolo 2 dello Statuto dell’Onu, violando l’integrità e l’indipendenza politica di un altro Stato sovrano, con la volontà di annetterne il territorio", una "ferita profonda inferta al diritto internazionale" che "ha scatenato effetti destabilizzanti molto oltre i confini nei quali si consuma quella guerra". A evidenziarlo la premier Giorgia Meloni in un passaggio del suo discorso all'Assemblea Generale Onu, in corso a New York. Mosca - ha aggiunto Meloni - "ancora oggi non si mostra disponibile ad accogliere seriamente alcun invito a sedersi al tavolo della pace". Ancora, la premier ha constato come il conflitto ucraino "ha riacceso, e fatto detonare, diversi altri focolai di crisi", mentre "le Nazioni Unite si sono ulteriormente disunite".

Sulla questione israelo-palestinese, l'Italia, ha ribadito Meloni, mantiene una "storica posizione" sulla soluzione dei due Stati, ma con precise condizioni. La premier ha sottolineato che Israele "non ha il diritto di impedire che domani nasca uno Stato palestinese, né di costruire nuovi insediamenti in Cisgiordania". D’altra parte, ha ulteriormente chiarito che il riconoscimento della Palestina, per l’Italia, è subordinato a due "precondizioni irrinunciabili": il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani e la rinuncia di Hamas a qualsiasi ruolo di governo. "Israele - conclude Meloni - ha superato i limiti di proporzionalità a Gaza".

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