Russia in guerra con l'Europa? "Nì". La tensione è alta, ma si lavora per evitare l'incidente. Putin "gioca" sulla divisione dei 27

La premier Giorgia Meloni in linea con Bruxelles, focus sulla de-escalation

Di Alberto Maggi

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I Paesi baltici - Lituania, Lettonia ed Estonia - e la Polonia sono quelli  maggiormente preoccupati per le azioni di Mosca

Siamo davvero alla vigilia di un conflitto tra Russia ed Europa e Nato? L'annuncio di donare all'Ucraina i missili Tomahawk da parte di Donald Trump e i continui sconfinamenti di droni e anche caccia sui cieli dei Paesi europei hanno alimentato preoccupazioni, anche forti. Mosca ha messo le cose in chiaro parlando apertamente di un possibile "conflitto" con l'Europa. E gli armamenti del Cremlino, come ha spiegato il segretario generale della Nato Mark Rutte, potrebbero potenzialmente colpire qualsiasi città o capitale del Vecchio Continente, Roma inclusa.

Fonti vicinissime alla presidente del Consiglio spiegano ad Affaritaliani che la situazione si può definire "media", nel senso che c'è sicuramente tensione e consapevolezza che l'ipotesi di un incidente che possa fare da detonatore e scatenare una guerra esiste, ma al tempo stesso l'impressione non è quella di un conflitto imminente con la Russia. Certamente l'attenzione deve restare e resterà molto alta, ma proprio anche per evitare il rischio di una pericolosissima escalation.

Ci sono poi sensibilità chiaramente differenti all'interno dell'Unione europea. I Paesi baltici - Lituania, Lettonia ed Estonia - e la Polonia sono quelli  maggiormente preoccupati per le azioni di Mosca e per possibili sconfinamenti come accaduto qualche settimana in territorio polacco. Donald Trump, presidente Usa, ha chiaramente affermato che più semplice risolvere il conflitto in Medio Oriente che la guerra in Ucraina.

E questa consapevolezza è ben presente anche nelle massime istituzioni europee e a Palazzo Chigi. Quindi, per rispondere alla domanda iniziale, chi vive direttamente e quotidianamente le dinamiche politiche e diplomatiche a Bruxelles spiega che sicuramente la tensione c'è, che l'attenzione è alta, ma che non siamo alla vigilia - almeno salvo colpi di scena - di una guerra su vasta scala.

Vladimir Putin poi tende anche a giocare sulle divisioni dell'Ue puntando su Paesi con l'Ungheria, la Slovacchia e ora anche la Repubblica Ceca (con l'elezione a presidente del miliardario populista Andrej Babis, vicinissimo a Viktor Orbàn) meno "nemici" di Mosca rispetto agli altri 27 e questo elemento è ben presente nelle stanze del potere della Commissione e delle cancellerie europee.

L'obiettivo resta comunque quello di evitare l'incidente che possa provocare il caos e scatenare davvero ciò che durante la Guerra Fredda si è evitato per più di 40 anni, almeno questa è la speranza e a questo lavorano i principali governi europei, quello di Meloni in testa, in piena intesa con la Commissione Ue e la sua presidente von der Leyen.

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