Starmer dà l'annuncio, il Regno Unito riconosce formalmente lo Stato di Palestina. Netanyahu: "Continueremo a lottare"
Londra annuncia il riconoscimento ufficiale dello Stato palestinese, in vista della conferenza di domani all’Onu con Francia e altri Paesi. Israele protesta, gli Stati Uniti prendono le distanze. Italia e Germania si chiamano fuori
Netanyahu: "Non sorgerà Stato palestinese, è ricompensa a terrorismo"
"Non sorgerà uno Stato palestinese. La risposta all’ultimo tentativo di imporre uno Stato terrorista nel cuore della nostra terra sarà data al mio ritorno dagli Stati Uniti". Lo ha dichiarato il premier israeliano Benjamin Netanyahu, citato da Haaretz, dopo che diversi Paesi - in ultime Gran Bretagna, Australia e Canada - hanno annunciato nelle ultime ore il riconoscimento di uno Stato palestinese. Rivolgendosi ai leader mondiali che hanno preso questa decisione dopo gli attacchi del 7 ottobre, Netanyahu ha aggiunto: "State dando una enorme ricompensa al terrorismo. E ho un altro messaggio per voi: non accadrà. Non sorgerà uno Stato palestinese a ovest del fiume Giordano".
Il premier ha ricordato di aver impedito per anni la creazione di questo Stato terrorista "nonostante enormi pressioni interne e internazionali". "Lo abbiamo fatto con determinazione e con prudenza diplomatica. Inoltre, abbiamo raddoppiato gli insediamenti ebraici in Giudea e Samaria – e continueremo lungo questa strada". "La risposta all’ultimo tentativo di imporre uno Stato terrorista nel cuore della nostra terra sarà data al mio ritorno dagli Stati Uniti. Aspettate", ha concluso Netanyahu.
Hamas: "Riconoscimento occidentale è vittoria per diritti popolo palestinese"
Mahmoud Mardawi, alto esponente di Hamas, ha salutato le decisioni di diversi Paesi occidentali - in ultimo Gran Bretagna, Canada e Australia - di riconoscere lo Stato palestinese, definendole "una vittoria per i diritti del popolo palestinese e la legittimità della nostra causa"
"Inviano un messaggio chiaro: non importa fino a che punto l’occupazione (Israele, ndr) arrivi con i suoi crimini, non potrà mai cancellare i nostri diritti nazionali", ha aggiunto Mardawi in un’intervista all’Afp.
Mo, Netanyahu: "Creazione Stato palestinese minaccia sopravvivenza Israele"
"La creazione di uno Stato palestinese metterebbe in pericolo la sopravvivenza di Israele". Con queste parole il primo ministro Benjamin Netanyahu ha ribadito la sua netta opposizione a qualsiasi iniziativa che miri al riconoscimento internazionale di uno Stato palestinese, annunciando che porterà questa posizione anche alle Nazioni Unite la prossima settimana.
"Dovremo combattere, sia all’Onu che in tutte le altre sedi, contro la falsa propaganda che ci viene rivolta e contro gli appelli a uno Stato palestinese, che metterebbe a rischio la nostra esistenza e rappresenterebbe un assurdo premio al terrorismo - ha sottolineato il premier durante la riunione di governo - la comunità internazionale sentirà la nostra voce su questo tema nei prossimi giorni".
Starmer: "Gb riconosce formalmente Palestina"
"Oggi, per ravvivare la speranza di pace per i palestinesi e gli israeliani e una soluzione a due Stati, il Regno Unito riconosce formalmente lo Stato di Palestina". Con queste parole, pubblicate in un post su X, il premier britannico Keir Starmer ha annunciato il riconoscimento dello Stato palestinese da parte del Regno Unito.
Oggi il Regno Unito riconosce la Palestina: un cambio storico nella diplomazia occidentale
Oggi pomeriggio Keir Starmer annuncerà il riconoscimento dello Stato della Palestina da parte del Regno Unito. A riferirlo è la Bbc, che ricorda come a luglio il primo ministro aveva dichiarato che la posizione Uk sarebbe cambiata a settembre se Israele non avesse accettato alcune condizioni, tra cui l'accettazione di un cessate il fuoco a Gaza e l'impegno a un accordo di pace sostenibile a lungo termine che prevedesse una soluzione a due Stati.
Il riconoscimento della Palestina, rimarca ancora la Bbc, rappresenta un cambiamento radicale nella politica estera britannica, ma "i ministri ritengono che sia giunto il momento e sostengono che vi sia una responsabilità morale nell'agire per mantenere viva la speranza di un accordo di pace a lungo termine" in Medio Oriente.
Stato di Palestina, domani a New York la conferenza chiave
Un gruppo di una decina di Paesi, guidati proprio dal Regno Unito e dalla Francia, è pronto a formalizzare domani, lunedì 22 settembre, durante una conferenza sui due Stati, co-presieduta da Parigi e Riad a margine dell'Assemblea generale dell'Onu, il riconoscimento dello Stato di Palestina. L'iniziativa, promossa dal presidente francese Emmanuel Macron e appoggiata, tra gli altri, da Canada, Australia, Belgio e Portogallo, rappresenta un segnale importante, volto a rilanciare la soluzione diplomatica, mentre Israele non rallenta la sua offensiva militare, che ora punto dritto alla conquista di Gaza City, malgrado gli appelli internazionali a fermarsi e a risparmiare i civili.
Quali Paesi diranno sì
"Data l'estrema urgenza della situazione a Gaza e nei Territori palestinesi, ho ribadito al presidente palestinese la mia intenzione di riconoscere lo Stato di Palestina lunedì a New York", ha dichiarato Macron, dopo un colloquio con Mahmoud Abbas, aggiungendo che il riconoscimento "fa parte di un piano di pace globale per la regione, volto a soddisfare le aspirazioni di sicurezza e pace sia degli israeliani che dei palestinesi". Macron ha anche parlato con l'erede al trono saudita, Mohammed bin Salman, sottolineando che la conferenza sulla soluzione dei due Stati "deve consentirci di compiere un ulteriore passo avanti nella mobilitazione della comunità internazionale".
Secondo diplomatici europei, citati da Politico, l'iniziativa riflette le crescenti pressioni delle opinioni pubbliche interne su governi che intendono reagire all'inasprimento delle operazioni israeliane a Gaza, dove la situazione umanitaria è sempre più grave. Israele respinge le accuse di carestia e ribadisce la necessità di sconfiggere militarmente Hamas.
La mossa, concordano diversi osservatori, segna inoltre una frattura con gli Stati Uniti, principale alleato di Israele. L'Amministrazione Trump, infatti, ha definito l'iniziativa "simbolica e controproducente", avvertendo - nella persona del segretario di Stato, Marco Rubio - che "rischia di incoraggiare Hamas, di complicare la situazione sul terreno e di rafforzare le frange più estremiste in Israele". Anche il ministero degli Esteri di Tel Aviv ha criticato la decisione, definendola "un premio al terrorismo e una provocazione contro chi combatte Hamas" e sostenendo che "qualsiasi riconoscimento unilaterale mina le possibilità di una pace duratura".
Al contrario, l'Autorità nazionale palestinese (Anp) ha accolto favorevolmente la mossa, considerandola "un passo storico verso il riconoscimento internazionale e la pace", con il leader palestinese Abbas che interverrà in video-collegamento all'Assemblea Generale poiché gli Stati Uniti non gli hanno concesso il visto per partecipare di persona.
La posizione di Germania e Italia
Altri Paesi europei, tra cui Germania e Italia, hanno invece annunciato che non riconosceranno la Palestina la prossima settimana. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha precisato che Roma è "ultra favorevole al riconoscimento dello Stato palestinese, il fatto è che non c'è". "Lo Stato palestinese è diviso in due: da una parte c'è la Cisgiordania, governata dall'Anp, che è una forza moderata, che aveva vinto le elezioni, dall'altra parte, a Gaza, c'è Hamas, che è un'organizzazione terroristica. Noi non riconosceremo mai uno Stato che è governato dai terroristi, perché significa legittimare il terrorismo, indipendentemente dalle responsabilità che ha Israele su Gaza" conclude.