Taiwan, Pechino completa con successo le maxi esercitazioni militari. Xi Jinping rilancia: "La riunificazione è inarrestabile"
Dopo giorni di manovre militari attorno all’isola, Xi sfida le critiche internazionali e ribadisce la linea dura
Xi Jinping
Cina: esercitazioni militari concluse “con successo” intorno a Taiwan
La Cina ha annunciato di aver completato “con successo” le maxi esercitazioni militari condotte negli ultimi giorni intorno a Taiwan. A renderlo noto sono stati i militari cinesi, secondo cui le operazioni rientravano nel programma denominato “Missione Giustizia 2025”.
Il Comando del Teatro orientale dell’Esercito popolare di liberazione ha spiegato che le manovre avevano l’obiettivo di rafforzare la capacità di contrastare eventuali tentativi di “indipendenza di Taiwan” e possibili interventi esterni. Le esercitazioni hanno coinvolto razzi, decine di aerei da combattimento e navi da guerra, simulando anche un possibile blocco marittimo dell’isola.
Xi Jinping: “La riunificazione della madrepatria è inarrestabile”
Poche ore dopo la conclusione delle manovre, il presidente cinese Xi Jinping è tornato sul tema della riunificazione con Taiwan, ribadendo la linea dura di Pechino.
Nel messaggio di Capodanno 2026, diffuso dall’agenzia ufficiale Xinhua, Xi ha dichiarato che “la riunificazione della nostra madrepatria è una tendenza dei tempi ed è inarrestabile”. Il leader cinese ha sottolineato che i cinesi su entrambe le sponde dello Stretto di Taiwan “condividono legami di sangue”, ribadendo che Pechino non rinuncerà mai all’obiettivo della riunificazione, senza escludere l’uso della forza.
Giappone “Le manovre cinesi aggravano le tensioni regionali”. Si accodano Filippine e Australia
Le esercitazioni hanno provocato reazioni immediate nella regione. Il Giappone ha espresso forte preoccupazione, definendo le manovre cinesi azioni che “esacerbano le tensioni” nello Stretto di Taiwan.
Il portavoce del ministero degli Esteri giapponese, Toshihiro Kitamura, ha ribadito che Tokyo sostiene una soluzione pacifica della questione attraverso il dialogo, sottolineando che la stabilità nello Stretto è fondamentale per l’intera comunità internazionale. Il Giappone ha inoltre confermato di aver già espresso le proprie preoccupazioni a Pechino.
Anche l’Australia ha condannato le manovre militari cinesi, definendole “destabilizzanti”. Il ministero degli Esteri di Canberra ha affermato di opporsi a qualsiasi azione che aumenti il rischio di incidenti o di escalation militare, invitando a risolvere le divergenze attraverso il dialogo e non con la coercizione.
Sulla stessa linea le Filippine, che hanno parlato di una minaccia alla pace e alla stabilità regionale. Il capo della Difesa filippina, Gilberto Teodoro, ha dichiarato che l’accresciuta pressione militare cinese ha implicazioni che vanno oltre i rapporti tra le due sponde dello Stretto, coinvolgendo l’intera area indo-pacifica.
La replica di Pechino: “Critiche irresponsabili e ipocrite”
La Cina ha respinto con forza le critiche arrivate da diversi Paesi. Il portavoce del ministero degli Esteri, Lin Jian, ha definito “irresponsabili” le prese di posizione di governi e istituzioni straniere, accusandoli di chiudere un occhio sulle forze separatiste di Taiwan.
Secondo Pechino, le esercitazioni rappresentano azioni “necessarie e giuste” per difendere la sovranità nazionale e l’integrità territoriale della Cina, mentre le critiche internazionali sarebbero basate su una “distorsione dei fatti”.