Tregua a Gaza - Al via il trasferimento dei detenuti palestinesi. Cnn: “Rilascio ostaggi tra domenica e lunedì”

La cerimonia dell’accordo si terrà nel pomeriggio in Egitto, alla presenza di Trump, al Sisi e altri garanti regionali. Al via anche il vertice sulla governance post-conflitto

di Arianna Conti

Gaza City (Foto Lapresse)

Esteri

Capo Centcom, no soldati Usa a Gaza

Gli Stati Uniti guideranno il Centro di coordinamento civile-militare che supporterà la stabilizzazione a Gaza, ma non avranno soldati nella Striscia. A confermare la notizia è stato l'ammiraglio Brad Cooper, comanante del Centcom, doo la sua visita a un avamposto dell'Idf insieme con l'inviato americano Steve Witkoff. «I figli e le figlie d'America in uniforme stanno rispondendo alla chiamata a portare la pace in Medio Oriente secondo la direzione tracciata dal Comandante in capo in questo momento storico», ha scritto in un post su X, «questo grande risultato sarà conseguito senza soldati Usa sul terreno».

Mo: agenzia Israele Cogat, 'camion con aiuti entrati a Gaza'

Camion con aiuti hanno iniziato a entrare nella Striscia di Gaza, ha reso noto l'agenzia israeliana che coordina le attività del governo nei territori (Cogat) all'inizio del secondo giorno di tregua dopo la firma di un primo accordo per la fine della guerra a Gaza. Non è stato precisato quanti siano i primi camion. L'accordo prevede l'arrivo nella Striscia di 600 camion di aiuti al giorno, principalmente cibo, medicine e altri dispositivi medici, tende e coperte, combustibili e gas per le cucine da campo. La distribuzione di tali aiuti sarà operata, sempre secondo l'accordo, dalle Nazioni Unite e da altri donatori. Secondo Cogat sarà anche autorizzato l'ingresso nella Striscia di materiali essenziali per la riparazione delle infrastrutture critiche.

Mo: Macron sarà in Egitto lunedì per esprimere sostegno ad attuazione accordo fine guerra Gaza

Emmanuel Macron sarà in Egitto lunedì per evidenziare il suo "sostegno all'attuazione dell'accordo presentato da Donald Trump per porre fine alla guerra a Gaza" fra Israele e Hamas, ha annunciato l'Eliseo. Macron discuterà "con i suoi partner delle prossime tappe dell'attuazione del piano di pace".

Mo: regge il coprifuoco, sfollati palestinesi rientrano a Gaza City

Migliaia di palestinesi sfollati sono tornati in una Gaza City devastata nel corso del secondo giorno di cessate il fuoco tra Israele e Hamas. A seguito del ritiro delle truppe israeliane da diverse aree del territorio, lunghe colonne di residenti esausti si sono diretti a nord lungo una strada costiera. Il flusso di rimpatriati finora conta 50.000 persone arrivate a Gaza City, secondo l'agenzia di protezione civile controllata da Hamas. "Questo porta il numero totale di rimpatriati a Gaza da ieri a circa 250.000 finora", ha detto Mohammed Al-Mughayyir, un funzionario dell'agenzia. Uomini, donne e bambini hanno attraversato strade piene di macerie, cercando le proprie case tra lastre di cemento crollate, veicoli distrutti e detriti. In molti sono sconvolti dalla distruzione, come riportano i giornalisti Afp presenti a Gaza. Raja Salmi è tornata a piedi alla sua casa a Gaza City, dove settimane di bombardamenti israeliani e operazioni di terra avevano distrutto interi quartieri, che si dice ospitassero migliaia di combattenti di Hamas.

"Abbiamo camminato per ore, e ogni passo era pieno di paura e ansia per la mia casa", ha raccontato Salmi, spiegando di aver trovato la propria casa distrutta quando ha raggiunto il quartiere di Al-Rimal. "Non esiste più. È solo un cumulo di macerie. Mi sono fermata davanti ad essa e ho pianto. Tutti quei ricordi sono ora solo polvere", ha detto. Alcuni sono tornati a Gaza City viaggiando su veicoli, ma la maggior parte degli sfollati è arrivata a piedi, portando i propri averi in borse legate alle spalle. Sami Musa, 28 anni, è tornato da solo per controllare la casa della sua famiglia. "Grazie a Dio... ho scoperto che la nostra casa è ancora in piedi, anche se ha subito alcuni danni che possiamo riparare", ha detto all'Afp, descrivendo Gaza City come "una città fantasma" in cui "l'odore della morte aleggia ancora nell'aria". Altrove, nell'ospedale per bambini e pazienti oncologici Al-Rantisi, i filmati dell'Afp mostrano reparti ridotti a cumuli di letti metallici rovesciati, soffitti spalancati e attrezzature mediche sparse. "Non so cosa dire. Le immagini parlano più forte di qualsiasi parola: distruzione, distruzione e ancora distruzione", ha detto Saher Abu Al-Atta, un residente che era tornato in città.

Mo: lunedì a Sharm firmano Trump e mediatori, assenti Israele e Hamas - La lista dei Paesi invitati

La lista dei paesi invitati L’accordo su Gaza sarà firmato lunedì pomeriggio a Sharm el Sheikh tra il presidente americano Donald Trump e i mediatori (Egitto, Qatar e Turchia), mentre non ci sarà alcun rappresentante israeliano e di Hamas. E’ quanto apprende l’Adnkronos da fonti informate, secondo cui l’accordo “si basa sulle lettere di principio fornite separatamente da Israele, Hamas e i mediatori". Alla cerimonia sono stati invitati tra i Paesi europei Italia (ci sarà la premier Giorgia Meloni), Francia, Germania, Regno Unito, Spagna, Grecia e Ue. Per i Paesi arabi e islamici: Arabia Saudita, Turchia, Qatar, Emirati arabi, Egitto, Giordania, Pakistan, Indonesia.

Tregua a Gaza - Al via il trasferimento dei detenuti palestinesi. Cnn: “Rilascio ostaggi tra domenica e lunedì”

Il rilascio degli ostaggi ancora detenuti a Gaza potrebbe avvenire nella notte tra domenica e lunedì, ora locale, secondo una fonte bene informata citata dalla Cnn. Il momento esatto del rilascio non è ancora definito e potrebbe ancora cambiare, ma questa tempistica garantirebbe che gli ostaggi vengano liberati prima dell'arrivo del presidente degli Stati Uniti Donald Trump in Israele lunedì. Il termine di 72 ore per il rilascio scade lunedì a mezzogiorno, ora locale. Dei 48 ostaggi rimasti, si ritiene che 20 siano ancora vivi.

Lunedì a Sharm el Sheikh la firma dell’intesa Israele-Hamas con Trump e leader mondiali

La cerimonia per la firma dell'accordo tra Israele e Hamas si terrà lunedì pomeriggio a Sharm el Sheikh. Lo hanno confermato all'Adnkronos fonti informate, secondo cui nella stessa località egiziana sul Mar Rosso - dove nei giorni scorsi si sono tenuti i negoziati sulla prima parte del piano americano - si terrà il summit che Donald Trump vuole avere con alcuni leader europei - tra cui l'Italia - e arabi, che dovrebbe servire a consolidare il sostegno internazionale al suo piano per Gaza, in particolare per quanto riguarda la fase successiva della governance, della sicurezza e della ricostruzione della Striscia. Il vertice dovrebbe tenersi sempre lunedì pomeriggio.

A quanto apprende l'Adnkronos, il presidente egiziano Abdel Fatah al Sisi ha mandato gli inviti ai leader dei Paesi arabi ed europei per il vertice con Trump. Tra gli invitati, oltre all’Italia (dovrebbe esserci la premier Giorgia Meloni), Francia, Germania, Regno Unito, Turchia, Qatar, Emirati, Arabia Saudita e Giordania. Della presenza della presidente del Consiglio Meloni ne ha parlato ieri anche il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

L'Italia è pronta a fare la sua parte. ''Parteciperemo alla ricostruzione'' e a ''una missione militare per garantire l'unità e la riunificazione della Palestina dopo la prima task force che prevede la presenza di militari americani e dei Paesi arabi'', ha dichiarato Tajani intervenendo a 'Mattino Cinque' su Canale 5. ''Sono convinto che parteciperemo anche alla governance del cambiamento'', ha aggiunto Tajani parlando di una ''Italia protagonista'' e sottolineando le ''grandi considerazioni'' nei confronti del nostro Paese.

''Siamo all'inizio di un percorso'' perché ''la tregua è sempre fragile, tocca a noi lavorare per rinforzarla'', ha aggiunto. "Si tratta di missioni di pace'' e quindi, ''in sintonia con gli americani credo che tutta la maggioranza sarà favorevole a una presenza di militari italiani'', in linea con ''il piano di pace americano che abbiamo sempre sostenuto''.

Trump è atteso lunedì mattina in Israele, dove dovrebbe fermarsi qualche ora, per pronunciare un discorso alla Knesset e incontrare i familiari degli ostaggi. Quindi, nel pomeriggio, dovrebbe spostarsi in Egitto per incontrare al Sisi e partecipare alla cerimonia della firma dell'intesa sulla prima fase del suo piano tra Israele e Hamas, insieme agli altri garanti: Egitto, Qatar e Turchia.

Hamas: "Aiuti entreranno a Gaza sabato, valico Rafah aprirà a metà settimana"

Gli aiuti umanitari e le forniture essenziali inizieranno ad arrivare nella Striscia di Gaza sabato. Lo riferisce 'Haaretz' che cita una fonte di alto livello di Hamas al canale Al Aqsa, affiliato al gruppo palestinese. Secondo il funzionario, le forniture includeranno carburante e gas. I mediatori hanno iniziato a contattare la Compagnia Elettrica per riprendere l'attività nella Striscia di Gaza. Il valico di Rafah sarà aperto ai civili in entrambe le direzioni a metà della prossima settimana.

In Israele i primi 200 militari che moniteranno l'accordo

Stanno arrivando in Israele i primi militari americani che faranno parte del centro di coordinamento civile-militare per monitorare l'accordo per il cessate il fuoco a Gaza. Lo rivelano fonti militari Usa alla Cnn. Si prevede che entro domenica saranno operativi in Israele tutti i 200 militari americani che parteciperanno a questa attività di monitoraggio, aggiungono le fonti che sottolineano che non vi saranno truppe Usa a Gaza.

I militari, alcuni dei quali stanno arrivando da basi americane all'estero e altri direttamente dagli Usa, saranno concentrati nell'assistere il flusso di aiuti umanitari e logistici, insieme all'assistenza di sicurezza, a Gaza. Inoltre monitoreranno "gli sforzi per ottenere una governance civile a Gaza".

Uno dei primi compiti sarà quello di individuare, dove realizzare il centro di coordinamento, che sarà utilizzato da partner internazionali, comprese Ong e settore privato, dicono ancora le fonti militari Usa descrivendo un centro dove "tutti si potranno incontrare, collaborare, coordinare così che non abbiamo persone che arrivano per fare del bene ma nel caos e rischiano di fare più danni perché non lavorano nella stessa direzione".

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