Gaza, Israele valuta "soluzione militare" per liberare gli ostaggi - Seicento ex capi del Mossad e dello Shin Bet scrivono a Trump: “Fermi Netanyahu”

Trump: "Non c'è un genocidio a Gaza. Successe cose orribili il 7 ottobre"

di Redazione Esteri
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Gaza, seicento ex capi del Mossad e dello Shin Bet scrivono a Trump: “Fermi Netanyahu”

Oltre 600 funzionari della sicurezza israeliani in pensione, tra cui ex capi del Mossad e dello Shin Bet, hanno scritto al presidente degli Stati Uniti Donald Trump per chiedergli di fare pressione sul premier Benjamin Netanyahu affinché ponga fine alla guerra nella Striscia di Gaza. "Secondo il nostro giudizio professionale, Hamas non rappresenta più una minaccia strategica per Israele e la nostra esperienza ci dice che Israele ha tutto ciò che serve per gestire le sue residue capacità terroristiche, a distanza o in altro modo", hanno scritto gli ex funzionari in una lettera condivisa con i media.

"A nome del Csi, il più grande gruppo israeliano di ex generali dell'esercito, del Mossad, dello Shin Bet, della polizia e di corpi diplomatici equivalenti, vi esortiamo a porre fine alla guerra a Gaza. L'avete fatto in Libano. E' ora di farlo anche a Gaza", è l'appello rivolto a Trump. "L'Idf ha da tempo raggiunto i due obiettivi che potevano essere raggiunti con la forza: smantellare l'esercito e il governo di Hamas", ritengono i membri del movimento. "Il terzo, e il più importante, può essere raggiunto solo attraverso un accordo: riportare a casa tutti gli ostaggi", sottolineano. "Rintracciare i restanti alti funzionari di Hamas può essere fatto più tardi", ma "gli ostaggi non possono aspettare", insistono. Rivolgendosi a Trump, i firmatari dicono che "la vostra credibilità presso la stragrande maggioranza degli israeliani rafforza la vostra capacità di guidare il primo ministro Netanyahu e il suo governo nella giusta direzione". E concludono affermando che "porre fine alla guerra, riportare indietro gli ostaggi, porre fine alle sofferenze e formare una coalizione regionale-internazionale che aiuti l'Autorità Nazionale Palestinese (una volta riformata) a offrire ai cittadini di Gaza e a tutti i palestinesi un'alternativa ad Hamas e alla sua ideologia perversa''. "Questa guerra non è più una guerra giusta e sta portando lo Stato di Israele a perdere la sua identità", ha avvertito Ami Ayalon, ex direttore dello Shin Bet, in un video diffuso dal movimento Csi, Comandanti per la sicurezza di Israele, in occasione della pubblicazione della lettera. Tra i firmatari ci sono tre ex capi del Mossad (Tamir Pardo, Efraim Halevy, Danny Yatom), cinque ex dirigenti dello Shin Bet (Nadav Argaman, Yoram Cohen, Ami Ayalon, Yaakov Peri, Carmi Gilon) e tre ex capi di stato maggiore (Ehud Barak, Moshe Bogie Ya'alon, Dan Halutz).

Gaza, Netanyahu valuta "soluzione militare" per liberare gli ostaggi

Benjamin Netanyahu sta spingendo per una "soluzione militare" per liberare i restanti ostaggi tenuti prigionieri dai terroristi di Hamas. Lo riferisce una fonte diplomatica citata dai media ebraici, secondo la quale "si sta formando un'intesa sul fatto che Hamas non è interessata a un accordo". Si ritiene che siano circa 20 gli ostaggi ancora vivi tenuti prigionieri dall'organizzazione terroristica. Netanyahu avrebbe suggerito di ampliare l'operazione militare israeliana a Gaza e di ricorrere alla forza militare per estrarre gli ultimi ostaggi che sono rimasti prigionieri dopo l'attacco del 7 ottobre 202. Le dichiarazioni arrivano dopo le critiche delle famiglie dei prigionieri all'eventuale intensificazione delle operazioni militari a Gaza e alla dichiarazione video di Netanyahu in risposta alle immagini strazianti dei prigionieri, immagini che suggeriscono l'assenza di un accordo di rilascio in cambio di una tregua. "Secondo la nostra comprensione, Hamas non è interessata a un accordo", ha affermato la fonte, "il primo ministro sta spingendo per il rilascio degli ostaggi attraverso una vittoria militare decisiva, combinata con l'ingresso di aiuti umanitari nelle aree al di fuori della zona di combattimento e, per quanto possibile, al di fuori del controllo di Hamas". La fonte non ha specificato le modalità di attuazione del piano. Ma ha aggiunto: "Israele è in contatto con gli americani", riferendosi ai commenti dell'inviato speciale statunitense Steve Witkoff, secondo cui Washington mira a porre fine alla guerra di Gaza piuttosto che ampliarla e non è più interessata ad accordi parziali per il rilascio degli ostaggi.

Gaza, Hamas: "250 camion aiuti al giorno come precondizione per tornare a negoziare"

Almeno 250 camion di aiuti umanitari al giorno nella Striscia di Gaza come precondizione per tornare al tavolo delle trattative. E' questa la richiesta di Hamas - riferita al Jerusalem Post da una fonte - per riprendere i negoziati con Israele e che è stata trasmessa ai mediatori nei giorni scorsi. La nuova politica del gruppo islamista rifiuta qualsiasi dialogo con Tel Aviv, a meno che non si verifichi un miglioramento significativo della situazione umanitaria. "C'è una crescente consapevolezza che Hamas non è interessata a un accordo", ha commentato un funzionario israeliano. "Siamo in trattative con gli americani. Di conseguenza, il primo ministro sta spingendo per il rilascio degli ostaggi, perseguendo al contempo una soluzione militare, unitamente alla fornitura di aiuti umanitari alle aree al di fuori delle zone di combattimento e, per quanto possibile, alle regioni che non sono sotto il controllo di Hamas".

Gaza, "almeno 21 morti nell'ultimo giorno di attacchi israeliani"

Intanto almeno 21 palestinesi sono stati uccisi nell'ultimo giorno a Gaza nei raid di Israele. Tra le vittime, ci sono diverse persone che cercavano di raggiungere i centri di distribuzione degli aiuti. Lo riferisce al Jazeera. Una fonte dell'ospedale Al-Awda ha dichiarato che sette richiedenti aiuto sono stati uccisi e altri 20 sono rimasti feriti dopo che le forze israeliane hanno aperto il fuoco nei pressi di un centro di aiuti umanitari della Ghf, nel centro di Gaza. I servizi di emergenza hanno riferito che due persone, tra cui una donna, sono state uccise e oltre 20 sono rimaste ferite nei pressi del punto di distribuzione degli aiuti della Ghf nel quartiere di Al-Shakoush, alla periferia di Rafah. L'ospedale dei martiri di Al-Aqsa ha confermato che il bilancio delle vittime dell'attacco aereo israeliano su una casa a Deir Al Balah è salito a tre. Due persone sono state uccise in un bombardamento israeliano su Beit Lahia, nel nord di Gaza. Una fonte del Baptist Hospital ha riferito che sette persone sono state uccise nei bombardamenti israeliani in diverse aree del quartiere di Shuja'iyya, a est di Gaza City.

"Attivisti israeliani tagliano pneumatici camion aiuti per Gaza"

Attivisti israeliani, tra cui gli amici dell'ostaggio Rom Braslavski (comparso in un video diffuso dalla Jihad islamica nel fine settimana), hanno bloccato l'ingresso degli aiuti nella Striscia di Gaza e tagliato gli pneumatici di camion provenienti dalla Giordania. Lo riportano i media israeliani. "Rom avrebbe dovuto essere di nuovo con me in macchina dopo la festa; sta morendo di fame in cattività mentre gli aiuti alimentari vengono trasferiti. Viene fornita piena assistenza a chi ne ha bisogno. Non permetteremo che ciò accada, stiamo lottando contro questo", ha detto uno degli attivisti, che, come Braslavski aveva il ruolo di addetto alla sicurezza al festival musicale Nova il 7 ottobre 2023.

Guerra a Gaza, riavvicinamento Trump-Netanyahu e non si parla più di tregua

La guerra a Gaza prosegue senza sosta e la pace tra Israele e Hamas sembra sempre più lontana dopo le dure parole di Netanyahu e la replica di chi ha in mano gli ostaggi. In più ci sono le dichiarazioni di Trump che torna sugli attacchi del 7 ottobre da parte dei terroristi. Gli Stati Uniti non hanno raccolto prove di genocidio nella missione dell'inviato Steve Witkoff a Gaza. Lo ha detto il presidente Donald Trump, parlando con i giornalisti. Alla domanda se avesse visto prove che Israele sta commettendo un genocidio, Trump ha risposto: "Non credo e guardate che lì c’è una guerra. Sono successe cose orribili il 7 ottobre. È stata una cosa terribile, una delle peggiori che abbia mai visto”, ha aggiunto.

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"La menzogna della fame di Hamas sta risuonando in tutto il mondo, mentre sono i nostri ostaggi a soffrire crudeli abusi fisici e psicologici", ha attaccato il premier Benjamin Netanyahu durante un colloquio con il capo della delegazione della Croce Rossa nella regione, Julian Larisson. "Il mondo non può restare inerte di fronte a immagini scioccanti che ricordano i crimini nazisti", ha sottolineato, e che "dimostrano che Hamas non ha alcun interesse a raggiungere un accordo per il loro rilascio".

Gli ostaggi israeliani non riceveranno alcun "privilegio speciale" nell’alimentazione che ricevono rispetto al resto della popolazione di Gaza. "Non facciamo morire di fame intenzionalmente i prigionieri, ma mangiano lo stesso cibo che mangiano i nostri combattenti e la popolazione in generale. Non riceveranno alcun privilegio speciale a fronte del crimine di affamare e assediare" la popolazione, si legge in una dichiarazione dell'ala militare di Hamas, le Brigate Al-Qassam.

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