Ucraina, "nessuna pace e nessun cessate il fuoco per le feste (e nemmeno dopo). Trump preme su Maduro, segnale anti Russia e Cina"

Lo strategist Arduino Paniccia dopo il Consiglio europeo

Di Alberto Maggi
Esteri

"Le promesse di business e internazionalizzazione di Trump non sono ancora così attraenti e coinvolgenti per i cinesi"


"Nonostante i frenetici tentativi di Trump non ci sarà - secondo me - né pace, né tregua natalizia. Questo sicuramente vale per il 2025, comincio a pensare, visto il silenzio dei cinesi e le parole di Putin, che non ci sarà neanche un cessate il fuoco di fatto. Vedremo le decisioni europee, ma appaiono più orientate a sostenere la resistenza dell'Ucraina che alla pace perché tutte in mano ai Paesi nordici, quest'ultimi sono fermamente convinti che Putin voglia il permanere di una situazione comunque militarizzata e da posizioni di forza". Arduino Paniccia, presidente della Scuola di guerra economica e competizione internazionale di Venezia (Asce), analizza in un'intervista ad Affaritaliani la situazione in Ucraina dopo l'ultimo Consiglio europeo di quest'anno a Bruxelles.

"Le promesse di business e internazionalizzazione di Trump non sono ancora così attraenti e coinvolgenti come il presidente Usa, capo di un Paese con un debito pubblico che viaggia verso i quarantamila miliardi di dollari, fa finta di non capire. E i cinesi che guardano con estrema attenzione la vicenda della pace, per il raggiungimento della quale sono abbastanza determinanti considerato il peso della loro ferma alleanza con i russi di tutti questi anni di guerra, guardano con molto sospetto sia le roboanti promesse di Trump che la situazione di spaccatura interna Usa".

"Del resto il primo più evidente segnale della insoddisfazione di Trump circa l'atteggiamento di Putin (che invece addossa tutte le colpe del fallimento dei negoziati a Kiev) è l'aumento di pressione militare sul Venezuela e su Maduro (protetto da sempre da Mosca e Pechino) ordinato proprio negli ultimi giorni direttamente dal presidente Usa con la distruzione delle petroliere che in realtà coprono le vendite di petrolio russo - aggirando così le sanzioni - per proseguire con tale indispensabile commercio illegale con la Cina in testa", conclude Paniccia.

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