Europa, FdI: "Trump ha una parte di ragione. A Bruxelles si continua a non capire". Parla l'uomo di Meloni sulla politica estera

Fidanza ad Affaritaliani: "Ue quinta colonna della Cina"

Di Alberto Maggi

Giorgia Meloni - Carlo Fidanza

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"Ucraina, ad oggi non esistono garanzie di sicurezza solide senza gli americani. È la sfida che Trump ci pone per un futuro molto vicino: cominciare a difendere da soli i nostri interessi europei"
 

“L’Europa sta andando in direzioni sbagliate. Quello che fa è molto negativo”. Parola di Donald Trump. Carlo Fidanza, uomo di fiducia di Giorgia Meloni a Bruxelles, è rientrato da pochi giorni da Washington dove ha partecipato al Forum mondiale della IDU (International Democracy Union), l’organizzazione internazionale dei partiti di centrodestra di cui è Vicepresidente. “Trump ha una parte di ragione", spiega Fidanza intervistato da Affaritaliani. "Ho la sensazione che qui da noi in Europa si continui a non capire”. Cosa non capiamo? “Che c’è una traiettoria americana, già chiara dalle precedenti presidenze democratiche, che porta a un graduale disimpegno USA dall’Europa per dedicarsi anima e corpo all’Indopacifico e alla competizione strategica con la Cina. In questo la tradizionale alleanza Europa-USA deve essere rivista su basi diverse. Ora è scritto nero su bianco anche nella strategia USA di sicurezza nazionale. Lo capiranno a Bruxelles invece di indignarsi?”.

Quanto alle ultime affermazioni di Trump sul fatto che i leader europei sono deboli, Fidanza afferma: "Esclusa Meloni, è un dato di fatto sottolineato da quasi tutti gli osservatori politici del Vecchio Continente che Macron e Starmer abbiano molti problemi in patria e anche Merz è frenato dalla coalizione innaturale con la sinistra. Mi pare che anche su questo il presidente degli Stati Uniti dica con i suoi consueti toni  una cosa vera".

Ma Trump è una furia anche per la multa a Musk. Anche Vance e Rubio sono stati durissimi…  “Quando si è fatto l’accordo sui dazi si è scelto, non a caso, di lasciare fuori dalla porta il tema enorme della regolamentazione e della tassazione delle piattaforme digitali, che l’amministrazione USA ovviamente sostiene. Andare avanti a colpi di multe viene considerato da Washington come un calcio negli stinchi e può generare reazioni sulle due principali partite che abbiamo in corso: la stabilizzazione degli accordi su dazi e spese NATO. I burocrati europei hanno sbagliato tempi e modi. La politica non avrebbe dovuto consentirlo”.


Anche a costo di lasciar spadroneggiare le piattaforme? “No, ma anche le accuse sono tutte da dimostrare. Prenda il Digital Service Act europeo: era nato per difendere gli utenti della rete dagli abusi, è diventato uno strumento di censura della libertà di espressione. È una delle ‘cose sbagliate’ a cui fa riferimento Trump e ha ragione”. Su cos’altro ha ragione? “Sul fatto che l’Europa del recente passato, a guida centrosinistra, è diventata la quinta colonna della Cina. Se decidi di fare il Green Deal solo con l’elettrico cinese, ad esempio, ti stai consegnando mani e piedi a Pechino e li stai rafforzando nella competizione globale, sia verso di te che verso gli USA. Pretendiamo che gli americani ci difendano come sempre, che siano benevoli con noi sui dazi e noi intanto continuiamo ad arricchire la Cina. Fossi in loro mi arrabbierei.. e infatti si arrabbiano”.

Hanno ragione loro anche sull’Ucraina? “Sappiamo tutti che per Trump l’Ucraina è un fastidio: è lontana, costosa, impopolare nell’opinione pubblica americana, distoglie e complica la competizione con la Cina avvicinando Mosca a Pechino. Per noi invece è essenziale e non possiamo chiudere questa partita senza solide garanzie di sicurezza che ci tutelino da nuove possibili aggressioni russe: vale per l’Ucraina domani e per l’Europa intera dopodomani. E ad oggi non esistono garanzie di sicurezza solide senza gli americani. È la sfida che Trump ci pone per un futuro molto vicino: cominciare a difendere da soli i nostri interessi europei, in un rapporto transatlantico riequilibrato. Francamente non si capisce perché i ‘piùeuropeisti’ si indignino, dovrebbero ringraziarlo”.

Intanto FdI ringrazia l’Europa per le nuove regole in arrivo sull’immigrazione… “L’approvazione in Consiglio ieri dei regolamenti sui Paesi terzi sicuri, sulla lista Ue di questi Paesi e sul rafforzamento dei rimpatri con la possibilità di realizzare hub extra-Ue rappresenta un grande successo della linea italiana che Giorgia Meloni ha impresso all’Europa. Grazie a questi provvedimenti, non appena approvati definitivamente, anche i centri in Albania torneranno a funzionare a pieno regime e saremo a riparo dalle sortite della magistratura politicizzata”.

Parlerete anche di questo alle giornate di studio dei Conservatori europei da oggi a giovedì a Roma? “Esattamente. Accoglieremo tutti i colleghi del gruppo parlamentare ECR nella Capitale per discutere di questi temi. Incontreremo anche il Santo Padre. E poi venerdì sera ad Atreju ci sarà un grande dibattito organizzato dal nostro partito europeo, sul futuro del conservatorismo con ospiti da tutto il mondo. Un appuntamento molto importante dentro a un’edizione di Atreju davvero eccezionale”.


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