Alluvione in Germania e Belgio: il Pnrr per fermare il cambiamento climatico

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Alluvione in Germania e Belgio, i geologi: una tragedia che si verifica 34 anni dopo il disastro in Valtellina, fondamentale agire sulla prevenzione e combattere il cambiamento climatico attraverso il Pnrr

L’alluvione che ha messo in ginocchio la Germania, provocando oltre 100 morti e 1300 dispersi, si è verificata alla vigilia del 34esimo anniversario del disastro in Valtellina che provocò 53 vittime. Si aggrava anche in Belgio il bilancio delle vittime, in totale salgono a 108 le persone che hanno perso la vita a causa del maltempo in Europa. 

“Una tragedia immane, dovuta all’impatto dei cambiamenti climatici su territori urbanizzati senza un’adeguata pianificazione territoriale, che ci fa capire quanto sia necessario agire, anche a livello europeo, in termini di prevenzione, mitigazione ed adattamento” è il monito di Arcangelo Francesco Violo, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi.

Un cataclisma che si verifica nello stesso periodo che 34 anni fa sconvolse la Lombardia: il 17, 18 e 19 luglio del 1987 la Valtellina fu investita da un violentissimo nubifragio che, in un paio di giorni, riversò nei punti più colpiti della valle oltre 600 mm d'acqua, quasi un terzo di quella che nella stessa zona cade in media in un anno. Centinaia di frane si riversarono nei torrenti quasi contemporaneamente facendo saltare tutti gli equilibri idraulici dei corsi d'acqua nella valle. 

Per far fronte all'emergenza fu immediata l'attivazione della Protezione Civile e fu nominata una Commissione ad hoc composta dalle stesse persone che avevano operato durante la fase iniziale dell'emergenza.

“L'esperienza vissuta dalla Commissione, definita poi ‘Commissione Valtellina’, è stata straordinaria, sia per l'assoluta novità delle situazioni che si trovò a dover affrontare quotidianamente sia per la ricchezza delle esperienze umane maturate in quell’ambito molto difficile e di disperazione per la perdita di vite umane e per il confronto acceso che si manifestò in occasione della decisione da prendere a favore della tracimazione forzata o meno dell'accumulo d’acqua generato dalla frana” dichiara Rudi Ruggeri, consigliere del Consiglio Nazionale dei Geologi. “L’evento della Valtellina segnò un momento importante per la gestione dell’emergenza relativa al rischio geologico in Italia e la commissione Valtellina fece scuola su come gestire l’emergenza coniugando il sapere di varie specializzazioni tecniche. In tale contesto, si rese evidente l’importanza della figura del geologo nell’affrontare sia la fase di emergenza sia la successiva fase di progettazione delle azioni di rimedio. Questo anniversario ci consente di riflettere sul fatto che, ancora oggi, non è stato sviluppato un piano nazionale specifico focalizzato sugli effetti del cambiamento climatico in relazione agli aspetti geologici del territorio come, ad esempio, il dissesto e la stabilità dei versanti” conclude il geologo lombardo.

ALLUVIONE NELL’EUROPA CENTRALE: PER PROGETTARE IL FUTURO SARA’ DETERMINANTE IL FORUM MONDIALE DELL’ACQUA

Massimiliano Fazzini (climatologo Università di Chieti – Coordinatore del Team sul Rischio Sismico della Società Italiana di Geologia Ambientale): “Il “problema” non si legge nella particolare intensità e cumulata delle precipitazioni quanto nella risposta idrologica e morfologica del territorio interessato dai fenomeni”
 
Endro Martini (Pres. Italy Water Forum 2024): “Troppa acqua ma anche poca acqua. Ecco perché p necessario un Forum Mondiale sull’Acqua inclusivo”

L’Italia è nella short list delle candidature finaliste a sede del Decimo Forum Mondiale dell’Acqua con un chiaro progetto: “Facing a Global Change – Affrontare un cambiamento globale”.
 
“Le piogge intense e i temporali che nelle giornate del 14 e 15  hanno interessato vaste aree della Germania occidentale, parte dell’Olanda sud-orientale, la Vallonia belga ed il Lussemburgo settentrionale Belgio stanno causando “catastrofiche alluvioni” con un bilancio drammatico in termini di perdite di vite umane. Il Servizio meteorologico tedesco DWD, vista la complessità della fenomenologia atmosferica avvenuta e la grande mole di dati pluviometrici registrati anche a causa della notevole estensione dell’area colpita dall’evento atmosferico non ha al momento pubblicato alcun report meteoclimatologico al pari dei corrispondenti servizi meteorologici del Belgio, della Francia e dell’Olanda ma si è limitato ad affermare che ”la forte pioggia, caduta ininterrottamente ieri, ha provocato la piena di tutti i piccoli e medi corsi d’acqua dei Laender del Saarland, della Vestfalia e della Renania”.

Da questo messaggio si comprende molto chiaramente che “il problema” non si legge nella particolare intensità e cumulata delle precipitazioni quanto nella risposta idrologica e morfologica del territorio interessato dai fenomeni”. Lo ha affermato Massimiliano Fazzini, climatologo dell’Università di Chieti e Coordinatore del Team sul Rischio Climatico della Società Italiana di Geologia Ambientale.  


 
“La violenta ondata di maltempo che ha messo in ginocchio parte del Belgio e la Germania occidentale è stata provocata dalla definizione di un “cut/off”, isolatosi dalla depressione principale attiva nel Nord Europa, con un nocciolo di aria molto fredda, di origine polare marittima, nella media troposfera a contrastare con quella più calda e ricca di umidita presente al suolo. La depressione in quota, occludendosi sulla Germania occidentale, anche a causa di un improvviso rallentamento del Jet stream in alta troposfera e ad una persistente  - ha continuato Fazzini - e prolungata situazione di blocco anticiclonico sull’Europa centro-orientale, ha determinato piogge estese e persistenti che hanno “innescato” un sensibile e veloce aumento dei livelli idrometrici non solo dei piccoli bacini ma soprattutto di quelli maggiori, peraltro tutti afferenti al Fiume Reno.

Occorre sottolineare e confermare, dai pochi dati pluviometrici validati al momento disponibili che le intensità orarie della fenomenologia non si sono rivelate per nulla elevate - valori massimi di 21 mm/h - tra Bornheim e Plug, nella Renania Settentrionale-Vestfalia, dove le cumulate in 16 ore hanno toccato valori tra 180 e 195 mm. Alcuni colleghi ci riferiscono di cumulate localmente prossime ai 250 mm/12 ore e di record pluviometrici mensili. Questa definita area è estesa per circa 1000 kmq, chiaro quindi il perché si siano verificate tali enormi criticità nel reticolo idrografico
Senza focalizzare ulteriormente l’attenzione sugli aspetti termodinamici e climatologici dinamici dell’evento, è sicuramente più importante osservare, da immagini e foto proposte sul web e sui media, che l’antropizzazione delle area così drammaticamente colpite dall’evento poco si discosta da quella che siamo soliti “ammirare” nel territorio italiano; del resto l’area oggetto delle alluvioni è molto densamente popolata e vi fiorisce un industria florida e massiva”.
 
Tutelare i paleo - alvei
 
“Il punto è sempre lo stesso: quando si costruisce nei paleoalvei o comunque in aree in cui si evidenzia dagli strumenti di pianificazione un rischio di alluvione elevato, ci si deve necessariamente attendere un “conto da pagare” salato.
 
E allora, colpisce e delude scientificamente che alcuni esimi studiosi abbiamo caratterizzato come eccezionale tale evento dal punto di vista pluviometrico – solo la statistica ce lo può eventualmente confermare o meno – e dare come oramai a priori da prassi, si dia la “colpa” al cambiamento climatico in atto. L’uomo è stato ancora una volta decisivo nell’occorrenza di tali drammatici - ha continuato Massimiliano Fazzini - eventi ma violentando l’ambiente fisico nel quale vive, costruendo laddove non si poteva costruire e soffocando corsi d’acqua spesso caratterizzati da una dinamica fluviale già di per se difficile da gestire.
 
Ed è questo l’ennesimo evento che evidenzia come il calcolo dei tempi di ritorno di eventi pluviometrici ed idrologici, peraltro finalizzati a progetti idraulici di notevole importanza non hanno più senso di esistere, se è vero che una pioggia abbondante di matrice ciclonica – come si può climatologicamente classificare al momento l’evento in questione  - ha provocato questo terribile esito, in uno dei territori più avanzati e monitorati dell’intero vecchio continente”.
 
Troppa acqua e poca acqua

“Troppa acqua perché le alluvioni ci sono ed anche tante e non solo in Germania, poca acqua perché abbiamo anche periodi molto caldi, di siccità – ha affermato Endro Martini, Presidente di Italy Water Forum 2024 – e dunque è essenziale portare in Europa, soprattutto in Italia, il Decimo Forum Mondiale dell’Acqua. Il nostro progetto di candidatura è basato su una grande novità: l’inclusione. Noi puntiamo ad un Forum inclusivo non solo nell’ambito delle relazioni umane ma inclusivo anche nei temi. Dobbiamo oramai andare e guardare verso nuovi orizzonti ma percorrendo molteplici cammini. E’ in atto un cambiamento globale ed il nostro progetto di candidatura si chiama proprio “Facing a Global Change – Affrontare un cambiamento globale”. Non c’è più tempo e la risposta possiamo trovarla proprio nel Decimo Forum Mondiale sull’Acqua”.
Il Nono Forum sull’Acqua che, è stato rimandato di un anno a causa della pandemia, si svolgerà a Dakar nel Marzo del 2022.