Cop 26, Draghi: "Andare molto oltre quanto fatto al G20”. Al via Glasgow

Riscaldamento globale non oltre gli 1,5 gradi o comunque sotto i 2, fondo per la transizione energetica nei Pvs e impegni sul fronte delle emissioni i temi

di Andrea Deugeni
Mario Draghi Lapresse
Green
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Andare molto oltre quanto fatto al G20”. Arrivato a Glasgow, in Scozia, per partecipare alla conferenza delle Nazioni Unite sul clima, il premier Mario Draghi parte dal risultato del vertice delle 20 economie più grandi della Terra per mettere subito in chiaro durante la cerimonia di apertura della Cop 26 che l’intesa di Roma sulle misure di protezione dell'ambiente è il punto di partenza delle discussioni.

Ieri, il documento finale del G20 ha confermato il fondo per il clima da 100 miliardi per il sostegno ai più vulnerabili Paesi in via di sviluppo e ha riconosciuto “che l’impatto del cambiamento climatico a 1,5° centigradi è molto inferiore rispetto a 2°". Ma "mantenere l’obiettivo di 1,5 a portata di mano richiederà azioni significative ed efficaci e l’impegno da parte di tutti i Paesi”. Un risultato, per Draghi anche se manca poi però il riferimento preciso temporale al 2050 come termine per azzerare le emissioni: il vertice ha adottato l’impegno ma solo in riferimento a una più generica deadline “entro o vicino alla metà del secolo”.

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C’è tempo dunque da oggi fino alle conclusioni del 12 novembre per salvare i progressi raggiunti a Parigi alla Cop 21. Ricordando che gli ultimi rapporti sul clima hanno mostrato la previsione di un disastroso aumento di 2,7 gradi, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha avvertito che si stratta di un'"illusione" pensare che la lotta al cambiamento climatico sia stata vinta. "Basta brutalizzare la biodiversità. Basta ucciderci con il carbonio. Basta trattare la natura come fosse un bagno. Basta bruciare, perforare e scavare più a fondo. Stiamo scavando le nostre stesse tombe", ha aggiunto Guterres, secondo cui "siamo ancora diretti verso il disastro climatico. Il fallimento non è un'opzione", bensì "una condanna a morte" per molti Paesi in via di sviluppo. "Ci stiamo scavando la fossa", ha concluso.

La conferenza vedrà per circa due settimane capi di Stato e di Governo, vertici delle istituzioni internazionali, associazioni e gruppi di pressione riuniti allo Scottish event campus di Glasgow, adagiato sulle rive del fiume Clyde.

Il premier britannico Boris Johnson è stato chiaro nell'enfatizzare l'importanza di questo evento: non c'è un minuto da perdere, se non si va via da Glasgow con impegni chiari e temporalmente determinati, si fanno molti passi indietro. Dopo gli interventi degli oltre 120 capi di Stato e di Governo che si alterneranno tra oggi e domani (ma non ci saranno personalmente Xi Jinping e Vladimir Putin) il quadro sarà più chiaro. Poi sarà la volta delle negoziazioni degli sherpa prima dell'evento conclusivo (e del suo importante documento).

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I principali obiettivi sono: stabilire l'importo dei contributi nazionali per arrivare a un riscaldamento globale di 1,5 gradi o comunque sotto i 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali; mettere nero su bianco un impegno chiaro sulla finanza climatica, ovvero l'ammontare delle risorse da destinare ai Paesi più poveri e fragili per la transizione energetica (risorse nell'ordine dei 100 miliardi di dollari l'anno); stabilire regole condivise sul fronte delle emissioni, con un nuovo corpus di criteri di calcolo, in cui è da stabilire quanto resterà del sistema dei permessi attuali. Parole incisive arriveranno dal Principe Carlo d'Inghilterra, secondo il discorso anticipato dai media britannici: la crisi climatica si contrasta mettendosi "sul piede di guerra", scandirà dalla Scozia.

"Questa Cop 26 deve essere l'inizio di un nuovo slancio, un salto quantico nella nostra lotta contro il cambiamento climatico. E i nostri giovani devono essere al centro di questo processo", ha aggiunto Draghi, parlando alla sessione inaugurale. "Negli ultimi anni - ha sottolineato Draghi - i giovani ci hanno reso un servizio portando il tema del clima al centro del nostro dibattito politico. I giovani sono stati al centro del Vertice pre-COP di Milano. A Glasgow, qui, noi dobbiamo renderli orgogliosi".

Peraltro, "intendiamo trasformare l'evento Youth 4 Climate che abbiamo tenuto a Milano in un appuntamento fisso di tutte le Cop", ha spiegato Draghi. "Le generazioni future ci giudicheranno per ciò che otteniamo o che non riusciamo a raggiungere. Dobbiamo coinvolgerli, ascoltarli e, soprattutto, imparare da loro", ha concluso il presidente del Consiglio.

Perché concentrarsi sul clima? Perchè per il premier "il cambiamento climatico ha anche gravi ripercussioni sulla pace e la sicurezza globali. Può esaurire le risorse naturali e aggravare le tensioni sociali. Può portare a nuovi flussi migratori e contribuire al terrorismo e alla criminalità organizzata. Il cambiamento climatico puo' dividerci".

"Grazie a un costante dialogo e alla cooperazione - ha nel contempo rivendicato Draghi - abbiamo compiuto buoni progressi nell'affrontare il cambiamento climatico. I Paesi del G20 rappresentano circa il 75% delle emissioni globali di gas serra e circa l'80% del Pil mondiale. Al vertice dello scorso fine settimana a Roma, gli Stati membri del G20 hanno concordato che dobbiamo limitare l'aumento della temperatura globale a 1,5 gradi, ed è stata la prima volta, e si sono impegnati a raggiungere emissioni nette pari a zero entro la metà del secolo".

"Abbiamo deciso di intensificare le nostre azioni a partire da questo decennio, migliorare i nostri contributi nazionali determinati e interrompere il finanziamento pubblico internazionale del carbone entro la fine del 2021", ha concluso il premier che in serata ha specificato di attendersi che "questo Cop26 vada più in là (del G20, ndr)".

@andreadeugeni