Energia idroelettrica: pro e contro di una delle principali forme di energia green
Dal ruolo centrale del Novecento al contributo odierno, scopri come l’acqua continua a illuminare il Paese con un’energia pulita, flessibile e rinnovabile
Energia idroelettrica: storia, funzionamento e pro e contro di una delle principali fonti di energia green in Italia
L’energia idroelettrica è una delle principali forme di energia green e soddisfa attualmente il 16% circa della domanda di energia elettrica in Italia; è un contributo importante per il sistema energetico nazionale, ma decisamente inferiore rispetto a quello di Paesi come Albania, Norvegia e Paraguay, che soddisfano la quasi totalità del loro fabbisogno di elettricità proprio con l’energia prodotta dalle centrali idroelettriche.
In passato, in Italia, l’energia idroelettrica ha avuto un’importanza ancora più grande di quella attuale: dagli inizi del Novecento fino al primo dopoguerra, infatti, ha rappresentato la maggior parte dell’energia prodotta. Comunque sia, per quanto il suo contributo attuale in termini percentuali sia inferiore rispetto a quello del secolo scorso, l’energia prodotta nelle centrali idroelettriche è ancora oggi una risorsa fondamentale per quanto riguarda il fabbisogno di elettricità: costituisce infatti quasi il 40% del contributo che arriva dalle rinnovabili. Data l’importanza del suo ruolo, può essere interessante analizzare i suoi pro e contro.
Cos’è l’energia idroelettrica? E come funzionano le centrali?
Come la terminologia lascia facilmente intuire, l’energia idroelettrica ha a che vedere con l’acqua. Più specificamente, essa viene prodotta sfruttando il movimento di enormi volumi di acqua che vengono fatti cadere da determinate altezze. In questo modo, l’energia potenziale di queste masse di acqua viene trasformata in energia cinetica che, a sua volta, sarà trasformata in energia elettrica all’interno di una centrale idroelettrica. Esistono tre tipi di centrale: ad acqua fluente, a bacino e ad accumulazione.
Nel primo caso si sfrutta il flusso naturale di un corso di acqua (per esempio un fiume oppure un torrente) che viene incanalato verso l’impianto. L’acqua viene inviata alle turbine per la generazione di elettricità, dopodiché sarà reimmessa nel flusso naturale. Nel secondo caso, l’acqua di uno o più corsi, grazie a una diga o a uno sbarramento, viene convogliata in un bacino naturale o artificiale; da qui, tramite condotte forzate, l’acqua sarà inviata alle turbine. Nel terzo caso, la centrale si basa sulla presenza di due invasi di raccolta, uno a monte e uno a valle. Quest’ultimo funge da riserva energetica: quando la richiesta di energia è minore, le acque a valle vengono fatte risalire a monte tramite appositi sistemi di pompaggio; qui saranno riutilizzate per gestire i picchi di domanda.
Energia idroelettrica: una soluzione flessibile e programmabile
L’energia idroelettrica è innanzitutto un’energia “pulita”: il suo impatto ambientale nel corso del ciclo di produzione è infatti minimo. Di fatto, dal momento che viene prodotta sfruttando l’energia potenziale dell’acqua, non si hanno emissioni di CO2 o di altre sostanze inquinanti.
Un altro pro da considerare è che la fonte di produzione, ovvero l’acqua, è una risorsa naturale che si rigenera di continuo tramite il ciclo idrologico, le cui fasi sono evaporazione, condensazione, precipitazione, infiltrazione, scorrimento e flusso sotterraneo. È quindi un’energia da fonte rinnovabile e, in un arco temporale umano, inesauribile.
L’energia idroelettrica è caratterizzata da una notevole flessibilità: le centrali idroelettriche, infatti, possono essere avviate o fermate in tempi rapidi a seconda della domanda di energia. Questo consente di gestire agevolmente i picchi di richiesta. Nel lungo termine, i costi operativi sono relativamente bassi.