Transizione green, la sfida rinnovabile: i falsi miti contro l'energia solare

Fotovoltaico e non solo: l'energia "verde" è la parola chiave dell'anno del Recovery. Ma i nodi sono molti. E le convinzioni errate ancora di più. Il punto

di Marta Barbera
Green
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Nell’anno del Recovery Plan, della scommessa green europea, dell’ambientalismo che si fa politica e si infiltra nei tribunali di Giustizia, fino al via libera definitivo della legge sul clima comunitaria, la parola chiave trainante sembra essere una: energia verde. “Se vogliamo fare tutte le cose che abbiamo promesso, da qui al 2030 dobbiamo essere in grado di avere almeno il 70% di energia verde. Avanza un 30% non prodotto da fonti rinnovabili, che al momento non può che essere gas. Dobbiamo stabilizzare una rete entro quella data", ha ribadito il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani in un intervento a SkyTg 24 in occasione della Giornata mondiale dell'Ambiente.

In sostanza, con numeri alla mano, "dobbiamo installare 70 miliardi di watt di fonti rinnovabili al 2030, al momento ne abbiamo 50 miliardi, ogni anno, per nove anni, dovremo installare 8 miliardi di watt di impianti e ora ne impiantiamo solo 0,8 all'anno. Nel momento in cui riusciremo ad avere 70 miliardi di watt di rinnovabili al 2030, poi dovremo vedere se bastano”, ha spiegato il ministro Cingolani. 

Ma lo scenario reale è più complesso. L’ultima asta per l’installazione di nuovi impianti di energia pulita è stata un vero “flop”: è stata assegnata solo il 5% della potenza disponibile. E nemmeno gli incentivi statali, promessi dal Decreto Semplificazioni, hanno spinto gli investitori verso quel cambio di passo necessario.

Conferma che arriva anche dall’ultimo report Renewable energy del Politecnico di Milano: nel 2020 la potenza installata in Italia è stata di 784 megawatt, con un calo del 35% rispetto all’anno precedente. Fanno invece meglio gli altri Paesi europei: la Spagna ha aumentato la sua potenza green di 3.000 megawatt, la Germania ha chiuso l’ultimo anno sopra il 50% della produzione netta di elettricità nella rete pubblica. In generale, nel 2020 l’Europa ha fatto centro: 650 GW di potenza complessivamente installata, con il fotovoltaico e l'eolico che hanno superato la soglia rispettivamente dei 160 e 200 GW in poco più di un decennio.

Affaritaliani.it ha incontrato Valerio Natalizia, Amministratore Delegato di SMA Italia, leader nel campo di inverter fotovoltaici,  sistemi energetici integrati e dei relativi sistemi di accumulo, che ha messo in chiaro i reali motivi dello stallo energetico che vive il Paese.

Partendo dal flop delle aste “non è possibile che nel 2021 abbiamo ancora il veto a livello regionale che mette in difficoltà l'investimento. E non è solo la Regione che può opporsi: spesso si creano comitati locali che dicono "no" al fotovoltaico perché "inquina" e non è vero”, ha spiegato Natalizia. A influenzare è anche “la politica locale, che nel dubbio blocca. Per avere l'autorizzazione su un impianto di grossa taglia passano un anno e mezzo o due. Non è tollerabile: se è vero che il Paese vuole andare in questa direzione investendo su rinnovabili e trasporto elettrico, servono grandi impianti, ma ci sono troppi fattori di incertezza che vanno gestiti e risolti”, ha continuato l'Amministratore Delegato. 

Ad esempio, “se il meccanismo delle aste e dei registri prodotto dal FER1 continua a non decollare è perché non incentiva la presentazione di domande per la posizione di impianti di grossa taglia. Inoltre, c’è anche un problema di disponibilità di aree su cui installare: aprire a terreni agricoli abbandonati e inutilizzati può essere una delle soluzioni per rende possibile l’installazione di grandi impianti”, ha sottolineato Natalizia. 

Sulle semplificazioni, "bisogna fare qualcosa, che fino a questo momento non è stato ancora fatto. Innanzitutto, semplificare i provvedimenti per far partire oggi, e non tra dieci anni, le rinnovabili in Italia”, ha affermato Natalizia. "Il fotovoltaico rappresenta la via più semplice per tale avvio: installazione veloce, affidabilità tecnologica, grande potenza energetica. La semplificazione non deve riguardare solo gli impianti residenziali, bensì anche quelli più grandi. Una delle necessità di qualsiasi mercato, come anche il nostro, è l’assicurazione di stabilità e regole semplici", ha rimarcato l'Amministratore Delegato di SMA Italia. 

Tra il governo centrale e le autorità locali ci deve essere accordo sui temi strategici, come quelli energetici. Non deve essere più possibile, come succede oggi, bloccare i progetti a causa dei dissensi locali. A ciò va aggiunta la stabilità, ovvero la continuità nell’avere delle regole ben definite”, ha affermato Valerio Natalizia. 

E sugli incentivi, "sicuramente l’ecobonus al 50% e oggi il Superbonus 110% sono una ventata di ossigeno ma la strada è ancora lunga. Non penso solo alla semplificazione burocratica, conditio sine qua non per lo sviluppo, ma a un cambio totale di visione. Dovremmo iniziare a parlare di Comunità Energetiche realizzate, per una gestione energetica diretta da parte dei cittadini ed anche di impianti di grossa taglia”. "Insomma- ha concluso l'Amministratore Delegato di SMA Italia- serve investire coraggiosamente nel fotovoltaico a 360 gradi che significa residenziale, commerciale e industriale. I dati odierni delle nuove installazioni dicono che siamo veramente lontani da quello che servirebbe per raggiungere gli obiettivi al 2030. Serve un cambio di passo ora". 

E sui numeri della Germania, Natalizia ha ribadito:  "Il nostro mercato nazionale dovrebbe avere un valore compreso tra i 3 e i 4 GW di installazioni all’anno, la Germania oggi installa circa 5GW. Il 2020 è stato ancora un anno di installazioni scarse rispetto agli altri Paesi: la Spagna ha installato 3,2 GW, la Polonia 2,2. L’Italia è molto indietro, deve quindi accelerare in fretta, infatti, nel primo trimestre 2021 ha installato 152 MW mentre la Germania ben 1.4 GW”.

In sostanza, secondo l’esperto, serve un "cambio di passo nell’atteggiamento, non vissuto come impositivo, ma collaborativo, che deve soprattutto diventare strategia energetica e di sviluppo economico del paese. Bisogna accelerare sulle infrastrutture, pensare al cittadino come parte integrante della transizione e semplificare la burocrazia, avvantaggiando e non screditando le procedure. Occorre poi mettere nero su bianco un programma da qui al 2030, meglio se pensato a “step intermedi”, dando chiarimenti importanti su quale sarà il contributo delle diverse tecnologie". 

Spesso, a pesare attorno all’energia verde, non è solo la burocrazia, ma alcuni limiti di vedute: convinzioni errate e falsi miti. Ecco allora che SMA Italia, attraverso una guida dettagliata, cerca di smontare, punto per punto, le bufale sul solare.

Il fotovoltaico è costoso e non ripaga l’investimento…FALSO

Si tratta a tutti gli effetti di un investimento, non di un costo. Questo perché installare un impianto fotovoltaico significa diminuire il costo dell’energia elettrica attraverso il costo dell’impianto fotovoltaico che si decide di installare. Oggi un impianto fotovoltaico costa molto meno che in passato: nell’arco degli ultimi 25 anni, i prezzi sono scesi quasi del 90%. Un impianto da 3 kW, ad esempio, al momento costa circa 5.500 euro, inclusa IVA, anche se ovviamente i prezzi possono variare a seconda della tipologia di installazione.

Questo prezzo potrebbe infatti aumentare se si installassero altre tecnologie come le batterie per l’accumulo, la pompa di calore per il riscaldamento, la stazione di ricarica per autovetture elettriche, o ancora un sistema di Energy Management per la gestione intelligente dei flussi energetici. In questo caso, l’importo iniziale potrebbe effettivamente superare i 20.000€, ma si tratterebbe di una spesa completamente detraibile con i bonus fiscali del 50% e del 110% (e/o cedibile con la possibilità di cessione del credito o di sconto in fattura). Ciò significa che, una volta azzerato l’importo iniziale tramite le detrazioni, nel caso di una soluzione all’avanguardia un utilizzatore ne trarrebbe un risparmio di circa 2.700 euro all’anno in bolletta. Considerando poi il periodo di vita media di un impianto, oltre i 20 anni, non si tratta di cifre irrisorie. Parlando di fotovoltaico, il termine più corretto da utilizzare è quindi senza dubbio investimento.

Il fotovoltaico non conviene perché non produce energia quando c’è poco sole o ci sono le nuvole…FALSO

Un’installazione di questo tipo produce energia durante tutto l’anno. Sicuramente ne produce di più quando l’irraggiamento è maggiore, quindi nel periodo primaverile ed estivo, e meno d’inverno. Ma, durante tutto l’arco dell’anno, anche soltanto una giornata minimamente assolata consente all’impianto di produrre energia elettrica. In Italia gli impianti fotovoltaici funzionano ovunque. Fortunatamente il nostro Paese ha un livello di irraggiamento che, da Nord a Sud, consente di avere un’ottima produzione di energia elettrica.

Un impianto fotovoltaico non può essere installato in un condominio…FALSO

La Riforma del Condominio (Legge 11 dicembre 2012 n. 220) ha finalmente stabilito la possibilità, per i singoli condòmini, di installare un impianto fotovoltaico ad uso proprio. I pannelli possono quindi essere posati, per uso esclusivo dell’inquilino che ne fa richiesta, sulle sue proprietà, senza bisogno dell’approvazione dell’assemblea condominiale, tenendo in considerazione il diritto di ogni condòmino di installare pannelli fotovoltaici sulla propria superficie. L’unica autorizzazione necessaria, che è più che altro una comunicazione preventiva, è quella che va inoltrata al Comune per il via libera ai lavori. 

La manutenzione di un impianto fotovoltaico è molto costosa…FALSO

Non è vero, basti spiegare che la manutenzione consiste nel lavare i pannelli fotovoltaici dopo qualche anno, a seconda di dove sono collocati e della quantità di smog a cui sono sottoposti. Ad esempio, se si vive in prossimità di campi agricoli o siti industriali, è consigliabile eseguire pulizie periodiche ogni 2 anni, al fine di massimizzare l’efficienza dei pannelli. È un’operazione che un professionista è in grado di svolgere in modo molto semplice. Il resto dei componenti, se di qualità elevata, non richiede solitamente alcun tipo di manutenzione.

Il fotovoltaico è poco ecologico…FALSO

Un'altra affermazione che si sente spesso è che questo sistema non sarebbe ecologico perché servirebbe più energia per produrre i pannelli rispetto a quella concretamente prodotta da questi ultimi nel loro ciclo di vita. In verità è del tutto falso, infatti un sistema fotovoltaico installato nel sud Europa, dall’installazione alla dismissione, produce fino a 20 volte più energia rispetto a quella che è stata necessaria per la sua stessa realizzazione. Insomma, non è affatto vero che si tratta di una tecnologia poco ecologica, anzi.

Il fotovoltaico inquina molto per via del suo smaltimento…FALSO

I pannelli solari vengono realizzati impiegando principalmente il silicio, un materiale a basso impatto ambientale e altamente riciclabile. Qualora un impianto fotovoltaico finisca la propria vita utile, ci sono diversi programmi per il recupero dei materiali presenti nei pannelli che vengono poi utilizzati per ulteriori realizzazioni. La tecnologia dei pannelli fotovoltaici è rispettosa dell’ambiente: i pannelli sono, a seconda dei casi, riciclabili con una percentuale tra l’80 ed il 90%. 

La tecnologia fotovoltaica non è efficiente…FALSO

Uno dei più radicati miti sul fotovoltaico è rappresentato dalla falsa convinzione che i pannelli presenti sul mercato non siano ancora “maturi”. La tecnologia alla base dei prodotti fotovoltaici è eccellente e il livello di efficienza raggiunto dai modelli oggi disponibili è già molto elevato.

È chiaro che tra 5 o 10 anni arriveranno in commercio pannelli fotovoltaici ancora più efficienti, ma questo discorso vale per qualsiasi categoria di prodotto. Posticipare il passaggio al fotovoltaico perché la tecnologia dei pannelli non è ancora “pronta” non è più una scusa valida.

Il fotovoltaico “mangia” terreni che potrebbero essere coltivati…FALSO

Ad oggi, gli impianti installati a terra sono completamente rimovibili e non costituiscono alcun problema di inquinamento e tantomeno di occupazione del suolo agricolo. Servirebbe infatti una piccolissima percentuale di terreno per generare grandi quantità di energia fotovoltaica. Basti pensare che, se lo 0,32% dei terreni agricoli italiani fosse coperto da impianti solari, si raggiungerebbe il 50% degli obiettivi PNIEC Inoltre, utilizzando  il 10% delle superfici agricole incolte, si potrebbero installare gli impianti fotovoltaici necessari da qui al 2030, ricavando oltre 61 GW rispetto ai 30 GW previsti.