Israele bombarda l’Iran e il prezzo del petrolio si infiamma: vola verso il balzo più alto dal 2022. Ecco dove conviene investire

I mercati hanno visto schizzare al rialzo gli asset rifugio tra cui l’oro, il Franco Svizzero, ma anche il petrolio. L'analisi di Saverio Berlinzani (ActivTrades)

di Saverio Berlinzani*
Guerra Petrolio
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Israele bombarda l’Iran e il prezzo del petrolio si infiamma: ecco dove investire

Israele ha lanciato un attacco preventivo contro siti nucleari iraniani, e, secondo alcune agenzie di stampa, sarebbe stato ucciso il capo delle guardie rivoluzionarie. Il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha affermato che l'attacco ha preso di mira il programma nucleare iraniano e continuerà fino a quando la minaccia non sarà rimossa, pur riconoscendo che Teheran ha ancora la capacità di colpire Israele. Ovviamente i mercati hanno visto schizzare al rialzo gli asset rifugio tra cui l’Oro e il Franco Svizzero principalmente, ma anche il petrolio, con i future sul greggio WTI che sono saliti brevemente sopra i 77 dollari prima di attestarsi intorno ai 73 dollari, raggiungendo il livello più alto da febbraio.

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E’ altresì chiaro che, per il momento, si tratti di movimenti esclusivamente speculativi che potrebbero rientrare nel caso di ritorno dell’appetito al rischio e di allentamento delle tensioni tra Israele e Iran. I timori di  interruzioni dell'approvvigionamento a seguito dell'attacco e di possibili ritorsioni, potrebbero alimentare le preoccupazioni per il prossimo futuro. La prospettiva di un conflitto più ampio in Medio Oriente minaccia di interrompere lo Stretto di Hormuz, una rotta chiave per circa il 20% dei flussi petroliferi globali. Ad aggravare i rischi geopolitici, gli Stati Uniti stanno preparando un'evacuazione parziale del personale dalla regione dopo che l'Iran ha minacciato di colpire le basi statunitensi in caso di fallimento dei colloqui sul nucleare.

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A ulteriore sostegno dei prezzi, i dati dell'EIA hanno mostrato che le scorte di greggio statunitensi sono diminuite più del previsto la scorsa settimana, segnalando una forte domanda, mentre il calo dell'inflazione statunitense ha rafforzato le aspettative di tagli dei tassi della Fed entro settembre, potenzialmente stimolando la crescita economica e il consumo di petrolio. Per la settimana, però, il petrolio è sulla buona strada per la sua migliore performance da fine febbraio 2022. Tecnicamente i livelli di osservare, sono posizionati in area 77 per il Wti, la cui violazione potrebbe aprire la strada al test di 85/86 dollari al barile, se la tensione non si placasse. Ciò evidentemente sosterrebbe i settori energetici all’interno dei listini azionari. Sono però sempre possibili correzioni per cui strategicamente forse, converrebbe attendere prima di entrare ad acquistare petrolio.

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*analista di ActivTrades

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