I miti celtici, la magia dell’Irlanda approda in Italia con Longanesi

Il saggio di T.W. Rolleston del 1911 in libreria per Longanesi

di Chiara Giacobelli
Libri & Editori
Condividi su:

I miti celtici di Thomas William Rolleston vi porterà alla scoperta di una civiltà ormai scomparsa che fu piena, ricca, da cui c’è ancora molto da imparare

I miti greci, I miti nordici, I miti ebraici, I miti egizi, I miti degli indiani d’America e infine I miti celtici. È questa la collana completa che Longanesi dedica ai miti e alle leggende dei popoli antichi, affidandosi ad autori di indiscusso talento e competenza, che hanno prodotto dei saggi memorabili. 
Quello a firma di Thomas William Rolleston, ad esempio, uscì per la prima volta nel 1911 ed è il frutto di un lunghissimo lavoro di ricerca, concentrato per lo più sulle tradizioni delle popolazioni stanziate in Irlanda.

D’altra parte, il poeta, traduttore – ricordiamo, tra gli altri, Walt Whitman e Richard Wagner – nonché studioso ed erudito Rolleston, era non a caso di origini irlandesi, laureato per di più presso il Trinity College di Dublino. Il suo amore per la propria terra lo condusse a raccogliere innumerevoli testimonianze circa i miti, le credenze, le leggende degli antichi celti: un lavoro mastodontico che prese forma dapprima attraverso varie pubblicazioni di pregio e poi, nel 1911 appunto, nella grande opera I miti celtici. È all’interno della collana sopra citata che Longanesi riporta ora in libreria questa preziosa raccolta, nella traduzione italiana di Elena Campominosi. 

Chi erano i celti? È difficile rispondere a questa domanda, ma attraverso la lettura di ciò in cui credevano si può dedurre molto circa le caratteristiche intrinseche di questo popolo ormai scomparso: feroci guerrieri e al contempo genti mosse da una spiccata spiritualità; individui passionali, eroici, talvolta oscuri e cupi; una molteplicità di tribù la cui particolare aurea di fascinazione si deve alla perfetta contrapposizione di terreno e di magico, che sempre le contraddistinse. 

Ne I miti celtici Rolleston cerca di dare un ordine all’immensa mole di storie che nel corso dei secoli sono comparse attorno ai celti e alle loro credenze, partendo dal lontano passato per arrivare sino alle epoche più recenti, seguendo tuttavia uno sviluppo circolare coincidente a quello del tempo. Per i celti esso non era, infatti, una linea retta come nella visione cristiana – che pure influenzò la mitologia celtica per vari aspetti –, ma un andamento a fasi, a cicli e ricicli dell’esistenza che continuano anche dopo la morte. 

Si prende quindi avvio dalle primordiali invasioni dell’Irlanda da parte di fantomatici esseri sovrannaturali, per proseguire con il più noto Ciclo dell’Ulster, fino al Ciclo Ossianico, dove i valori dell’eroe, della guerra, del sangue, della nobiltà d’animo e delle gesta virtuose lasciano spazio all’amore, alla bellezza, dunque a una dimensione più terrena e meno divina. 

I miti sono moltissimi ma piuttosto brevi e semplici, di facile comprensione anche per chi non è avvezzo alla letteratura mitologica né al mondo celtico; tra questi numerosi sono i racconti che ruotano attorno al re dell’Ulster Conor mac Nessa e all’ordine cavalleresco del Ramo Rosso. Una miriade di personaggi, tutti diversi tra loro e ben caratterizzati, popolano le pagine di questo volume che ci immerge pienamente nella cultura celtica, permettendoci di conoscere chi erano i loro dei, gli esseri che adoravano, le leggende sulla fondazione delle varie città, le terre che più amavano. Tra grotte incantate, feroci battaglie, incontri surreali, fonti magiche, impavidi guerrieri e belle fanciulle, I miti celtici vi porterà alla scoperta di una civiltà ormai scomparsa che fu piena, ricca, da cui c’è ancora molto da imparare. A cominciare dalle curiose origini della Festa di San Patrizio. 

LEGGI ANCHE: Daniele Mencarelli: "La bellezza è una promessa, apriamoci al diverso"