Buon Natale da Affaritaliani, che sia un momento di crescita e di riflessione
A tutti voi, buon Natale. Che sia un Natale vero: sobrio, pensato, magari imperfetto. Come l’Italia. Ma ancora capace, se lo vuole, di sorprendere
Buon Natale da Affaritaliani, che sia un momento di crescita e di riflessione
È il momento in cui il tempo rallenta. Il 24 dicembre non è solo una data sul calendario: è una soglia. Un momento in cui, volenti o nolenti, siamo costretti a fare i conti con quello che siamo stati e con quello che vorremmo essere.
Affaritaliani è qui anche oggi. E non è una frase di circostanza. È una scelta. Perché l’informazione non va in ferie, perché il Paese non si spegne, perché la realtà – soprattutto quella scomoda – non conosce pause natalizie. A voi lettori, che ogni giorno ci scegliete, che discutete, criticate, condividete, torniamo a dire grazie. Senza retorica. Senza zucchero a velo. Grazie perché un giornale vive solo se viene letto, ma cresce solo se viene messo alla prova. E voi lo fate, ogni giorno.
Questo è stato un anno complicato. Non serve girarci intorno. Un anno di transizioni lente, di promesse urlate e risultati più silenziosi, di un mondo che corre e di un’Italia che spesso sembra arrancare. Ma è anche stato un anno in cui, ancora una volta, abbiamo dimostrato di saper resistere. E resistere, per questo Paese, è già una forma di talento. Poi, nell’ultimo trimestre, siamo letteralmente sbocciati: +76% di utenti unici, che significa persone che ogni giorno sono venute a leggere le notizie sul nostro sito. Non una cosa banale, ma un attestato di stima che ci rende orgogliosi e che ci convince che la strada da seguire è questa. Giornalismo mai urlato, informato, che non fa sconti a nessuno. E quindi, di nuovo, a chi ci sceglie quotidianamente.
Gli auguri vanno anche al governo, chiamato a una responsabilità che va oltre gli slogan e le tifoserie. Governare non è vincere le elezioni: è prendere decisioni quando costano, è spiegare la complessità senza infantilizzare i cittadini, è avere il coraggio di guardare oltre il consenso immediato. E gli auguri vanno anche alle opposizioni, perché senza un’opposizione seria, credibile, preparata, la democrazia si indebolisce e il dibattito si riduce a rumore di fondo. Criticare è facile. Costruire alternative lo è molto meno.
Un augurio particolare va alla classe industriale italiana. A chi produce, esporta, innova, spesso in silenzio e quasi sempre senza protezioni. L’Italia riparte sempre da lì. Dalle fabbriche, dagli uffici tecnici, dai distretti, dalle PMI che tengono in piedi intere comunità. Ripartire “ancora una volta” non è una sconfitta: è la fotografia di un Paese che non si arrende. Ma non basta più resistere. Serve visione. Serve scala. Serve il coraggio di investire quando il contesto è incerto, di crescere quando sarebbe più comodo restare piccoli.
E poi ci sono loro: gli imprenditori che devono imparare a volare. Quelli che hanno costruito aziende solide, ma ora rischiano di restare a terra per paura di perdere il controllo, per diffidenza verso il capitale, per allergia al cambiamento. Il mondo non aspetta. I mercati non aspettano. O si vola, o si viene sorpassati. Volare significa aprirsi, manageralizzarsi, internazionalizzarsi, accettare che crescere comporta anche il rischio di sbagliare. È una lezione dura, ma inevitabile.
Il Natale, se ha ancora un senso laico e civile, è proprio questo: la possibilità di fermarsi un istante e decidere se continuare a sopravvivere o ricominciare a progettare. Senza illusioni. Senza scorciatoie. Con realismo e ambizione insieme.
Affaritaliani continuerà a fare quello che fa da sempre: raccontare il potere senza riverenze, l’economia senza feticismi, la politica senza ipocrisie. Dare spazio alle voci fuori dal coro, anche quando disturbano. Sbagliare, quando sbagliamo, e correggerci. Essere liberi. Perché l’indipendenza non è uno slogan editoriale, è una fatica quotidiana.
A tutti voi, buon Natale. Che sia un Natale vero: sobrio, pensato, magari imperfetto. Come l’Italia. Ma ancora capace, se lo vuole, di sorprendere.