Chi è Paolo Mieli, dall'incontro con Scalfari alla direzione del Corriere della Sera. Il ritratto

Un tuffo nella carriera e nella vita privata dello storico, giornalista e saggista milanese

Di Sara Barni
MediaTech

Mieli ha tre figli, avuti con tre diverse mogli

Paolo Mieli nasce a Milano il 25 febbraio 1949, giornalista e saggista si occupa principalmente di politica e storia. È stato direttore de La Stampa dal 1990 al 1992 e del Corriere della Sera dal 1992 al 1997 e dal 2004 al 2009. Dal 2009 al 2016 è stato presidente di RCS Libri. Dal 2020 è editorialista di Radio 24. È membro del Comitato Esecutivo di Aspen Institute Italia.

Mieli nasce da madre cristiana e padre ebreo, Renato Mieli, giornalista vicino al Partito Comunista Italiano la cui famiglia è emigrata dall'Egitto (vi sono Mieli in tutto il bacino mediterraneo, fino a Malta). I genitori si separano quando lui aveva 7 anni. Da Milano, i Mieli si trasferiscono a Roma, dove compie gli studi classici presso il liceo classico "Torquato Tasso", istituto in cui come compagno di classe, nella sezione B, ha il futuro governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco.

Mieli ha tre figli, avuti con tre diverse mogli: Lorenzo (1973) con la docente e scrittrice Francesca Socrate, Andrea (1979) con Federica Alatri e la figlia Oleandra (1997) con la giornalista Barbara Parodi Delfino. Attualmente la compagna di Mieli è la nota gallerista Camilla Grimaldi. Mieli, nonostante non sia ebreo di nascita (in quanto la madre non era ebrea), non abbia frequentato la comunità ebraica e non sia neppure religioso praticante, si dichiara «ebreo al 110%, orgoglioso di questa identità», soprattutto nei momenti in cui si hanno manifestazioni di antisemitismo.

Si laurea in Lettere Moderne con una tesi in Storia moderna e contemporanea su Giuseppe Bottai e la sinistra fascista, con relatore Renzo De Felice (storico italiano del fascismo) e co-relatore Rosario Romeo (studioso del Risorgimento).

Mieli muove i primi passi nella carta stampata da giovanissimo: nel settembre 1967 Eugenio Scalfari lo assume diciottenne a L'Espresso. Il suo ruolo è destinato a crescere sotto le direzioni di Gianni Corbi (1968-1970) e, soprattutto, di Livio Zanetti (1970-1984), col quale sarà inviato di politica internazionale (Israele, Vietnam, Spagna, Etiopia, Marocco, Tunisia, Cecoslovacchia, Francia), capo della sezione culturale, e caporedattore centrale assieme ad Alberto Statera (con cui intervista "Terzo grado"). Secondo Nello Ajello, all'epoca condirettore del settimanale, Rosario Romeo, professore esigente e maestro severo, lo considerava una promessa.

La militanza in Potere Operaio, movimento politico sessantottino della sinistra extraparlamentare, influenzò i suoi esordi.

Nel 1971 è tra i firmatari della lettera aperta pubblicata sul settimanale L'Espresso sul caso Pinelli e di un altro, pubblicato a ottobre su Lotta Continua, nel quale si esprime solidarietà verso alcuni militanti e direttori responsabili del giornale di estrema sinistra inquisiti per istigazione a delinquere a causa del contenuto ritenuto diffamatorio di alcuni articoli. La sua idea di giornalismo si modifica col passare degli anni: da posizioni estremiste, Mieli passa presto a toni moderati durante gli studi di storia moderna all'Università, dove i suoi maestri sono i citati Romeo e De Felice. Fondamentale nella sua formazione sarà anche la figura di Livio Zanetti, suo direttore all'Espresso.

Nel 1985 passa a la Repubblica, dove rimane per un anno e mezzo, per approdare poi a La Stampa. Conduce anche su Telemontecarlo i documentari sulle guerre.

Il 22 maggio 1990 diviene direttore del quotidiano torinese della famiglia Agnelli, La Stampa. In questi anni Mieli affina il proprio stile giornalistico che, con un neologismo, verrà definito "mielismo", e prenderà forma soprattutto con il suo passaggio al Corriere della Sera (10 settembre 1992). Il neodirettore Mieli, come già sperimentato con successo a La Stampa, svecchia il giornale della borghesia lombarda, alleggerendone foliazione e contenuti, utilizzando linguaggio, personaggi e tematiche fin allora confinati alla televisione e ai tabloid di gossip, cercando di attrarre lettori con iniziative allegate al quotidiano. Il cambiamento funziona: il Corriere non perde ma anzi consolida la propria autorevolezza. Il periodo politico vede l'estendersi a macchia d'olio delle inchieste sui politici italiani corrotti, chiamate col termine di Tangentopoli: Mieli tenta di mantenere una posizione abbastanza equidistante dai poteri pubblici e privati (che controllano saldamente il quotidiano: il gruppo Fiat, le banche e gli industriali, i membri del famoso "salotto buono", riuniti da Enrico Cuccia in Mediobanca). La posizione non sarà priva di incongruenze e verrà tacciata di cerchiobottismo, neologismo coniato da Giovanni Valentini. Il 7 maggio 1997 Mieli lascia la direzione del quotidiano lombardo; al suo posto subentra Ferruccio de Bortoli.

Mieli diventa direttore editoriale del Gruppo Rcs e, dopo la scomparsa di Indro Montanelli, dal settembre 2001 al dicembre 2004 si occupa della rubrica giornaliera Lettere al Corriere, dove dialoga coi lettori su temi prevalentemente storici.

Il 7 marzo 2003 viene indicato dai presidenti di Camera e Senato come nuovo presidente della Rai, ma la notizia della nomina è seguita dalla comparsa di alcune scritte antisemite sui muri della sede Rai di Milano in corso Sempione, per le quali Mieli riceve la solidarietà di tutto il mondo politico italiano. La nomina dura pochissimi giorni: Mieli rinuncia all'incarico il 13 marzo, non sentendo attorno a sé, per motivi definiti "di ordine tecnico e politico", l'appoggio necessario alla sua linea editoriale.

Il 24 dicembre 2004 torna a dirigere il Corriere della Sera sostituendo Stefano Folli. Il 2 dicembre 2008 è oggetto di una dichiarazione del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che, durante una visita in Albania a Tirana, se la prende con il Corriere della Sera e con La Stampa aggiungendo: "certi direttori cambino mestiere", in risposta al sostegno aperto di Mieli, in occasione delle politiche del 2006, verso lo sfidante Prodi. Il 30 marzo 2009 il CDA di RCS MediaGroup decide di sostituirlo nuovamente con Ferruccio de Bortoli, come già accaduto nel maggio 1997. Mieli lascia la direzione della testata l'8 aprile 2009 per assumere l'incarico di presidente di RCS Libri.

Dopo la cessione di RCS Libri a Mondadori (14 aprile 2016), Mieli viene sostituito da Gian Arturo Ferrari alla presidenza, ma resta membro del consiglio d'amministrazione.

Da alcuni anni tiene regolarmente un seminario sulla "Storia dell'Italia Repubblicana" presso la facoltà di Scienze Politiche, Economiche e Sociali dell'Università degli Studi di Milano. È membro del comitato scientifico della Fondazione Italia USA e della Fondazione SUM, legata all'Istituto Italiano di Scienze Umane.

In ambito televisivo Mieli è presente nelle trasmissioni storiche di Rai 3: è uno dei volti principali del "Progetto Storia" avviato per il terzo canale da Pasquale D'Alessandro, avendo partecipato, come conduttore, autore e commentatore, a Correva l'anno, La grande storia, Passato e Presente. Ha anche condotto trasmissioni per Rai Storia.

Dirige per la Rizzoli la collana di saggi storici I Sestanti e per la BUR cura la collana La Storia · Le Storie. Attualmente collabora al Corriere della Sera scrivendo editoriali in prima pagina e recensioni nelle pagine culturali.

Oratore ufficiale in occasione della cerimonia d'ingresso dei Capitani Reggenti della Repubblica di San Marino il 1 aprile 2018.

Il 31 marzo 2018 è stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Equestre di Sant’Agata.

Nel 2020 viene riconfermato alla conduzione di Passato e Presente, programma (produzione di Rai Cultura) in onda dal lunedì al venerdì alle 13:10 su Rai Tre (e in replica alle 20:30 su Rai Storia). Inoltre, nel 2019 ha condotto otto puntate domenicali in prima serata per La grande storia.

Nella stagione 2019-2020 Mieli partecipa ogni lunedì, mercoledì e venerdì alla trasmissione radiofonica 24 Mattino trasmessa da Radio 24, commentando le notizie del giorno con la rassegna stampa insieme a Simone Spetia. Nella stagione successiva commenta ogni giorno i temi della giornata, dal lunedì al venerdì, affiancando Simone Spetia all'inizio della terza parte di 24 mattino.

Nel 2021 è stato nominato presidente della giuria del premio letterario Viareggio Repaci, incarico che dice di accettare con commozione in quanto il padre era amico di Leonida Rèpaci, fondatore del premio letterario.

L'8 e 9 aprile 2022 ha partecipato come relatore al convegno dal titolo "Scienza e conoscenza" organizzato a Rimini dal Grande Oriente d'Italia.

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