Corona sulla querela di De Laurentiis: “Un potente contro un poveraccio. Mi chiede 600mila euro, ma non li ho. Finirò in carcere”

Mauro Corona rivela in diretta i dettagli della querela di De Laurentiis. Ecco cosa è successo a È sempre Cartabianca

MediaTech

Nella nuova puntata di È sempre Cartabianca, Mauro Corona torna sul caso che da mesi lo vede al centro di un durissimo contenzioso legale con Aurelio De Laurentiis. Lo scrittore e scultore, volto fisso del programma di Bianca Berlinguer, racconta in diretta gli sviluppi della querela da 600mila euro presentata dal presidente del Napoli per alcune frasi risalenti al 2020.

Una cifra enorme, che Corona commenta con l’amaro sarcasmo che lo contraddistingue:
“Perché un potente se la prende con un poveraccio come me?”

La querela del 2020 e l’accusa di diffamazione

Il procedimento nasce da un episodio ormai lontano: Corona aveva criticato De Laurentiis per essersi presentato, febbricitante, a un’assemblea della Lega Serie A in piena emergenza Covid. Parole che il patron del Napoli aveva ritenuto diffamatorie e che portarono alla denuncia.

“Nella puntata successiva ci scusammo pubblicamente”, ricorda Bianca Berlinguer, sottolineando come quella rettifica sembrasse aver chiuso il caso. Ma così non è stato.

Secondo Corona, infatti, il punto non è più la frase in sé, ma l’azione giudiziaria che ora procede autonomamente:
“A questo punto la querela non si può ritirare. Il tribunale di Roma ci attende.”
 

Leggi anche: Cartabianca, Mauro Corona sulla querela di De Laurentiis: “Mi chiede 600mila euro”. La replica di Bianca Berlinguer

 

Corona: “Io quei soldi non li ho. Andremo in carcere insieme”

Il passaggio più drammatico — e allo stesso tempo più teatrale — arriva quando Corona ammette senza esitazione:

“Non faccio lo spavaldo. Io i soldi non li ho. Se non pago, devo andare in carcere.”

Poi, rivolgendosi scherzosamente (ma non troppo) a Bianca Berlinguer:

“Io e lei andiamo in cella insieme. La faccio rinchiudere con me a Rebibbia. Macchinetta del caffè… Staremo benissimo.”

Un modo ironico per mascherare, forse, una preoccupazione reale: 600mila euro sono un colpo enorme, economicamente ingestibile per chi — come dice lui stesso — “vive di cose semplici” e non ha certo il patrimonio di un presidente di Serie A.

“Tifo Napoli, è la mia terza squadra”

Con la spontaneità che lo caratterizza, Corona aggiunge anche una nota curiosa:
“Io tifo Napoli, dopo Milan e Udinese è la mia terza squadra.”
Una contraddizione che rende la vicenda ancora più paradossale: lo scrittore, nostalgico e artigiano di montagna, sostiene il club della città che ora rischia di mandarlo in carcere.

Un caso che divide il pubblico

Il dibattito si accende sui social: c’è chi vede Corona come un perseguitato da un “potente che se la prende con un uomo comune”, e chi invece ritiene che anche i personaggi pubblici debbano rispondere delle loro parole.

Intanto il tribunale va avanti. E mentre la macchina giudiziaria procede, Mauro Corona continua a raccontare la sua battaglia con ironia, amarezza e un filo di fatalismo:

“Non posso pagare, quindi finirà come deve finire.”

Tags:
cartabianca