Crozza e l’ex Ilva: un monologo tra acciaio, silenzi e promesse evaporate
Il monologo di Crozza sull’ex Ilva è una radiografia impietosa di promesse mancate, operai lasciati soli e politica distratta. Satira che diventa accusa.
Nella puntata più politica e più amara della stagione, Maurizio Crozza torna a colpire dove fa più male: l’industria italiana che scricchiola mentre la politica guarda altrove.
Tutto comincia con una cartolina da sogno: il Parco del Beigua, geoparco UNESCO, 160 milioni di anni di rocce giurassiche da preservare. Crozza lo racconta con entusiasmo da documentary Channel. Solo che dopo pochi secondi, il tono cambia: quelle stesse rocce diventano improvvisamente “interessanti” perché contenenti un presunto giacimento di titanio.
Ed è lì che entra in scena Urso.
Secondo il racconto satireggiato, il ministro confonde perfino i metalli: litio, titanio, futuro industriale… poco importa cosa, l’importante è che luccichi. E che faccia volume nei comunicati.
Crozza lo dice senza mezzi termini:
“Ma ci serve davvero distruggere un parco UNESCO per immaginare un futuro industriale?”
Poi, come ogni grande monologo che si rispetti, arriva la sveglia brutale: l’ex Ilva.
Mentre la Liguria sogna miniere futuristiche, a Taranto, Genova e Novi Ligure migliaia di lavoratori vivono nell’incertezza. Nessun piano industriale, nessuna linea chiara, nessuna risposta sul destino di 6.000 famiglie.
Crozza non urla.
Taglia.
“Urso sull’Ilva non ha un piano di chiusura.
Perché non ha proprio un piano.”
Una frase che cade come una sentenza.
Intanto il governo parla di tutto:
famiglie nel bosco, polemiche culturali, comparsate sui red carpet. Ma del lavoro, poco o nulla.
La premier? Assente.
Il ministro? Volato nello spazio.
Perché mentre l’acciaio italiano crolla, Urso annuncia il ritorno dell’Italia sulla Luna.
E Crozza piazza il colpo finale:
“Se invece di mandarne uno nello spazio ne mandasse seimila in fabbrica… forse avremmo risolto l’Ilva.”
Il pubblico ride.
Poi si zittisce.
E resta l’amarezza per un Paese che sogna satelliti ma non sa proteggere gli operai.