Iacchetti: "Striscia la Notizia? Devo provare lo smoking per la prima serata. Greggio? Sposati da 31 anni. Costanzo un secondo padre, mi diceva..." - L'intervista
Il papà che faceva il 'ciabattino' e voleva che lui diventasse ragioniere, la gavetta nei night e nelle pizzerie, poi il successo, i consigli di Costanzo, 31 anni a Striscia la Notizia e un sogno non televisivo... l'intervista a Enzo Iacchetti
Enzo Iacchetti: "Striscia la Notizia? Devo provare lo smoking per la prima serata. Maurizio Costanzo un secondo padre. Ezio Greggio..." - L'intervista
'25 minuti di felicità' (by Bompiani): Enzo Iacchetti presenta la sua autobiografia (è stato recentemente protagonista a Milano nel ciclo 'Aperitivo con l'Eautore a Eataly Smeraldo Milano venerdì 28 novembre) e si racconta ad Affaritaliani.
Enzo come nasce questa autobiografia?
"Non volevo scrivere il libro, perché ho pensato 'Troppi comici scrivono i libri, All'inizio va bene... una settimana, dopo si dimentica tutto'. Poi mi arriva un'altra telefonata, allora mi son detto 'La scrivo ma come voglio io'
Cioè...
"No aneddotica o battute che si mettono anche negli spettacoli. Voglio raccontare la mia vita, da quando sono nato, fino, soprattutto, al periodo della gavetta - lunghissimo - e poi al successo che è arrivato. Non so se per merito o per fortuna, però è arrivato"
Un libro nato pensando che...
"Avevo la possibilità di tirare fuori un po' di cose che i miei fan e la gente che mi conosce non sapeva. Questa cosa mi ha dato molta spinta. E mi sono anche liberato devo dire, analiticamente, del rapporto brutto che avevo con mio papà, per esempio, che non voleva che facessi questo lavoro"
Cosa voleva che facessi?
"Il ragioniere. Lavoro sicuro, perché lui poverino aveva sofferto tantissimo per mantenerci. Noi veniamo da una famiglia povera. Da parte di mia mamma erano agricoltori, mezzadri e da parte di mio papà non erano neanche quello. Lui faceva il ciabattino per strada, cambiava le suole sul momento, aggiustava un buco nella scarpa per 15 lire"
A Milano?
"No, nel Cremonese. Poi siccome questo lavoro non funzionava decise - quando io avevo 5 anni e lui 40 - di fare un'emigrazione. Tutti andavano in America o in Australia e lui scelse il Lago Maggiore. Un viaggio un po' più corto, perché aveva trovato un piccolo negozietto da prendere in gestione vicino alla Svizzera. Girava la voce che gli svizzeri venissero a comprare le cose in Italia e quindi firmò un sacco di cambiali che poi puntualmente restituì. Quando ha iniziato a guadagnare due lire è morto, come succede quasi sempre alle persone sfortunate. Se n'è andato 57 anni, io ne avevo 22, con lui non ci avevo mai parlato molto, anche perché volevo suonare, cantare, fare questo mestiere..."
E lui...
"Non voleva assolutamente. Quando è morto così presto, dico sempre che ho avuto un senso di colpa, durato fino all'uscita del libro, perché con esso almeno mi sono liberato, mi sono analizzato. Ho pensato 'Guarda se resistevi un po', vedevi che avrei fatto meglio che a lavorare dove volevi che andassi e non mi ha mai dato soddisfazione'. Questo libro è molto romanzato perché è la storia in cui chiunque può riconoscersi, anche nei rapporti con il padre, la madre, i fratelli... Alla fine si ride - si ride molto - perché la mia gavetta fa ridere in fondo"
Come mai?
"Me ne sono successe di tutti i colori. Ho suonato nei night dove c'era la moda del cabaret, ma mi gridavano delle cose che non ti dico: il pubblico voleva vedere le donne che si spogliavano, mi tiravano le sigarette accese che mi entravano dalla chitarra: facevo l'aerosol con la chitarra che bruciava... Stessa cosa nel discoteche: mi mandavano aff... perché si spegneva la musica improvvisamente"
E arrivavi tu...
"Arrivavo io 'E da Milano dal derby club...' , la gente chiaramente voleva ballare. Poi c'erano le pizzerie dove mi tiravano i crostoni di pizza. Io li raccoglievo poi li portavo a casa e li scaldavo"
Davvero?
"Si, poi dicevo 'Se mi tirate anche qualche fetta di prosciutto crudo, sono ben volute'. Avevo lì un sacchettino pronto e mettevo dentro tutto. Una sera ho chiesto dei carciofini e mi hanno riempito di capperi... Dal fondo della pizzeria, me ne arrivavano a manciate, perché c'era anche l'usanza di chiamare il cabarettista per metterlo in difficoltà. Naturalmente non eri conosciuto, non avevano rispetto, ridevano... ma tu avevi un quarto d'ora: se riuscivi a sorpassarlo ti pagavano, altrimenti niente soldi"
Quindi era quasi una guerra...
"Esatto, ma a me potevano tirare anche un missile terra-aria che sarei stato lì, non me ne fregava niente. Un quarto d'ora, guardavo l'orologio, arrivavo a 16 minuti e dicevo 'Buonasera, grazie'. L'unico applauso che arrivava. Nel libro racconto tutta la mia gavetta. Poi la parte del successo..."
Arrivi su Odeon Tv...
"E' stata una delle prime cose televisive, è nata per caso, poi è diventato un successo tramite le onde - che si tramandavano da tv piccola a tv piccola - e noi eravamo diventati abbastanza famosi. Pensavamo di esserlo solo a Milano, invece poi ci trovavamo a Napoli 'Guarda quelli di Sportacus'. Poi andavamo da altre parti ed era uguale..."
C'era Giobbe Covatta...
"... e Francesco Paolantoni, Stefano Sarcinelli: questa cosa funzionava. Però poi fino al Costanzo Show è stato solo un grande patimento"
La svolta con Maurizio Costanzo che ti ha scoperto e lanciato...
"Al primo provino mi hanno scartato, ma non era lui che li faceva. Se ne occupavano i redattori. Io lasciai lì tutto quanto, poi passò una redattrice e mi disse 'Ma sono sue queste cose che ha scritto? Venga a fare un provino'. Io le rispondo 'Sono già venuto, ma mi hanno mandato via, l'ho fatto con un certo signore..'. E lei 'Ma no quello non capisce niente, venga qui, io le faccio fare una puntata se poi a Costanzo piace, lui farà così, ossia il pollice alzato'. Maurizio ha inventato... il like di facebook"
E ti diede il suo 'like'
"191 puntate in 4 anni da lui, più quelle dopo come ospite... perché me ne ha fatte fare tante tante"
Qualche consiglio che ti ha dato Maurizio Costanzo?
"Di fare solo le cose che mi piacevano fare. Perché mi ha detto (Iacchetti imita Costanzo, ndr) 'Ormai sei diventato quasi ricco, va bene? Adesso puoi scegliere le cose che ti piacciono e le fai, quelle che non ti piacciono via, va bene?' E così è stato, gli ho sempre dato retta, gli ho sempre chiesto consiglio: lui è stato per me un secondo padre, perché tra l'altro ho passato più tempo con lui che con mio papà. Come dicevo prima avevo 22 anni quando era morto mio padre, a 39 ho conosciuto Maurizio, fino a due anni fa ci frequentavamo anche fuori dalla televisione. Al Costanzo Show a un certo punto ha detto 'Smetto dei pagarti eh, perché ormai fai tutto, Striscia la Notizia..'. Io gli risposi 'Ci mancherebbe altro dovrei pagarti io'. Un grande dolore la sua mancanza, un grande dolore quando non se ne parla più, perché non solo io, ma molta gente gli deve la vita"
Striscia la Notizia...
"Trentuno anni. Cercavano un conduttore più giovane di Gianfranco D'Angelo... Se senti Antonio Ricci ti racconta che ha sbagliato nome, che voleva prendere Gianni Ciardo, comico pugliese per affiancarlo a Ezio Gregio che era piemontese. Poi in un altro libro ha scritto che un mio cugino gelataio di Sanremo gli ha detto 'Prenda mio cugino'... e allora lui 'Ho preso Iacchetti per pietà"
Ma in realtà...
"Mi ero preso il primo cellulare perché avevo fatto un po' di soldini, era il '94 e mi ha chiamato mentre andavo da Costanzo. Mi ha detto 'Parla con Greggio che probabilmente proverai a fare una settimana di Striscia la notizia'. Io ho pensato subito che fossi vittima di 'Scherzi a parte'..."
Davvero credevi fosse uno scherzo?
"Sì ho detto 'E' impossibile'. Infatti sono andato, c'era Greggio e io guardavo in alto a cercare le camere. Lui mi diceva che dovevamo fare Striscia e io gli rispondevo 'Ma no, mi fregate'. Lui 'Ti giuro è vero, credimi'... E io: 'A uno juventino devo credere'... Sta di fatto che poi siamo andati in onda, ma eravamo sotto due piani a Segrate e il cellulare non funzionava. Col telefono del camerino ho chiamato mia mamma dopo la puntata per dire 'Mamma mi hai visto su Canale 5?'"
E lei?
"Mi ha risposto 'Ti ho visto eri bellissimo'. Lì ho capito... Contratto di una settimana, poi di un mese, poi di un anno..."
Ora sono 31 e a gennaio andrete con le prime serate...
"Vedremo cosa succederà. Mi hanno chiamato oggi per provare uno smoking. Spero che sia ancora un programma un po' trasgressivo"
Un ritorno molto atteso...
"Questo ritorno crea molta curiosità, però ti giuro non so nulla, a parte che devo provare uno smoking"
Enzo Iacchetti ed Ezio Greggio che coppia sono?
"Sposati da 31 anni"
Il primo ricordo che ti viene in mente pensando ad Ezio?
"Siamo stati molto vicini anche nelle disavventure familiari e quando stai vicino ai tuoi problemi privati diventi quasi un parente"
Ti abbiamo visto di recente anche ospite a E' ancora Cartabianca in un ruolo inedito. Ci tornerai?
"Non sono un'opionionista, voglio fare il mio mestiere di attore. Però voglio anche essere ricordato come uno che, se vede un telegiornale non gli piace una cosa e gli chiedono, deve avere la libertà di dire quello che pensa. Indipendentemente dal lavoro che fa. Perché tutti dicono 'Ma fai il comico, che cacchio te ne frega di quello che succede?'. Non è vero, io sono un padre, mi preoccupo di mio figlio, di mia nipote, dei figli dei miei fratelli. Perché devo pensare solo a fare il comico? Quello è un mestiere, ma al di fuori di esso sei un uomo. Non pensavo succedesse tutto quel casino, un po' mi ha fatto paura perché il giorno dopo avevo il telefono che non riuscivo a gestire. Poi, quando ho visto i ragazzi che nelle manifestazioni che avevano il cartello con 'Definisci bambino', mi è piaciuto perché ho visto tanti giovani che mi vogliono bene"
Hai ancora un sogno televisivo?
"Televisivo no, vorrei fare un bel film"