Francesco Baccini: "Matilde Lorenzi? Ho cercato di farla rivivere. Musica in tv? Garette chiamati talent, creano fazioni peggio degli ultras. Se rinasco..." - L'intervista

"Uno sportivo che mi ispira per una canzone? Sinner. Della musica di oggi mi è piaciuto il progetto 'Salmo Unplugged'. La mia canzone distintiva...": l'intervista a Francesco Baccini

Di Giordano Brega
MediaTech

Francesco Baccini: "La musica in tv? Garette con i talent che creano fazioni peggio degli ultras. Matilde Lorenzi? Non una canzone triste, ho cercato di farla rivivere" - L'intervista

"Matilde Lorenzi? E' una canzone uscita di getto in una notte, come quasi sempre ho fatto". Francesco Baccini racconta ad Affaritaliani l'emozionante brano dedicato alla giovane promessa dello sci alpino scomparsa tragicamente per una caduta durante un allenamento in Val Senales, un mese prima di compiere 20 anni. "Quando dici 'l'ispirazione divina, ecco, aspetto quello, mi siedo al piano non so cosa uscirà e devo essere sorpreso io da quello che ho fatto. Altrimenti non mi diverto, perché non ho mai trattato la musica come un mestiere, ma come una passione. Sono due cose diverse..."

Come nasce questa canzone...
"Faccio una premessa. Innanzitutto avevo quest'idea di album nuovo che uscirà nel 2026 a distanza da 18 anni dall'ultimo di inediti. Infatti mi viene da fare la battuta 'Sono come i Cure' (che nel 2024 hanno pubblicato "Songs of a Lost World", a 16 anni di distanza da "4:13 Dream", ndr)"

E poi...
"Un regista che si chiama Paolo Galassi tramite una chat che frequentiamo, una chat di pazzi che si chiama 'I topi', mi scrive in privato e mi dice 'Francesco mi piacerebbe che facessi una canzone per il film che sto scrivendo su Kristian Ghedina. Lui è il protagonista ma ci saranno anche Alberto Tomba, Deborah Compagnoni, Paolo De Chiesa, i campioni dello sci azzurro, in vista anche delle Olimpiadi di Milano Cortina 2026'"

La tua reazione...
"Gli dico 'Guarda Paolo su ordinazione normalmente non scrivo, se mi viene qualcosa te lo dico'. Qualche notte dopo avevo per la testa questo giro di accordi, mi metto al piano e viene fuori la canzone. Pensando a Matilde, perché mi era venuto in mente questo fatto di Kronach che mi aveva colpito. Questa ragazza che in allenamento cade... a 19 anni non si ferma solo la sua carriera, ma la sua vita. Avendo un figlio questa cosa la vivo pure da genitore. E anche come sportivo, l'ultimo tuo pensiero quando vai a fare un allenamento non è che non torni più a casa, non ci vuoi nemmeno pensare"

E così nasce questa canzone pensando a Matide Lorenzi...
"Chiamo Paolo, il giorno dopo dico, 'Guarda io ho scritto questa canzone, però io nel brano parlo di questa ragazza'. E lui mi risponde 'Pensa che stavamo pensando di dedicare il film a lei'. A quel punto gli invio il vocale al telefonino fatto al piano voce. Paolo mi fa 'E' bellissima'.... Poi la manda ai genitori di Matilde e io speravo la apprezzassero..."

Lo spirito del brano dedicato a Matilde Lorenzi...
"Non è una canzone triste, perché volutamente non ho fatto la veglia funebre o raccontato la tragedia. Ho voluto parlare della vita di questa ragazza, non della morte. Ha vissuto pochissimo, però ha fatto una vita felice. Matilde stava facendo quello sognava, quello che le piaceva di più. Viveva la sua passione - lo sci, lo sport - con dei risultati importanti, perché era già campionessa di Super G. Con questo brano ho cercato di farla rivivere. Sicuramente le canzoni durano più di noi, perché noi passiamo ma la musica e l'arte in genere rimane. La famiglia ha apprezzato questa cosa, era proprio lo spirito di Matilde, una ragazza che non si arrendeva mai. Anche perché, per fare sport a livello agonistico devi avere un carattere di un certo tipo. E io che sono cresciuto a musica e sport lo so bene, ho questo tipo di carattere"

Francesco Baccini, musica e sport è un binomio forte nella tua vita...
"Ho fatto tante canzoni dove ho parlato di diversi sport e sportivi. Ad esempio quella su Pantani 'In fuga' nel 2006: Marco lo avevo conosciuto nella nazionale cantanti ed eravamo diventati amici. Guardarlo salita era veramente uno spettacolo. L'inno del Genoa nel Centenario. In 'Genova Blues', in coppia con Fabrizio De André facevamo outing dicendo dicendo 'Genova You're red and blue' con tutti i doriani che si sono arrabbiati. Ho fatto un brano su Maradona - un artista non solamente uno sportivo - una canzone che si chiama 'Ci devi fare un gol' dove citavo Totti. Lo sport è presente nella mia vita da sempre, come la musica"

Uno sportivo che ti ispira per una nuova canzone...
"Ce ne sono tanti. Penso a Sinner. Anche perché questi grandi sportivi diventano poi sponsor del proprio sport. In Italia, dopo i tempi di Panatta, la Davis era diventata una cosa che guardavi ma un po' distaccato, perché non c'era più un campione italiano che ti facesse stare lì davanti alla partita. Come nello sci, dopo Tomba e Compagnoni per anni non c'è stato più qualcuno così, anche se la Coppa del Mondo continuava ad andare avanti. Ci sono stati degli sciatori bravi ma quando hai il fenomeno, allora quel talento diventa uno sponsor per il tuo sport"

E dovendo scrivere una canzone per Sinner, per il tennis...
"Guarda, a volte dico che mi piacerebbe, se dovessi rinascere, fare il tennista perché non sono legato al fatto di dover essere né simpatico né antipatico, scendo in campo, gioco... non devo mediare niente col pubblico. Mentre con la musica comunque ti proponi sempre in un certo modo, col tennis, mi serve una palina e una racchetta. Vinco, esco dal campo"

Tu non sei molto mondano...
"Noi genovesi siamo abbastanza chiusi, anche se io sono l'unico genovese che ride. C'è questa cosa dell'ironia che fa parte del il mio carattere, ma sono uno che vive da solo in campagna con tre cani e quattro oche. Non sono un mondano. Per me la mondanità è quando faccio un concerto, salgo sul palco... Ma non sono uno da feste"

Nonostante i tanti anni vissuti da protagonista nel mondo della musica hai fatto poca tv, dopo Music Farm nel 2005...  
"Basta. Mi è bastato per due vite. Perché in tv non ti invitano a fare quello che sai fare, ti invitano a fare quello che non sai fare. E' quello il problema. Oggi purtroppo ci sono mille canali, tremila mezzi, ma la musica in televisione non è rappresentata. Se non da delle garette che si chiamano talent. Io sono uno sportivo, però la musica non è uno sport, non è una gara. Ti faccio una domanda..."

Quale?
"Che senso ha? Battiato gareggia contro Fabri Fibra? E' come dire 'Io corro, tu lanci il giavellotto'. Che gara facciamo? Chi vince? Forse quello col giavellotto se colpisce quello che corre. No, la musica non è una gara..."

La musica cos'è per Francesco Baccini...
"Sono cresciuto in un periodo storico in cui non era vissuta minimamente come una gara. Quindi se uno era fan dei Pink Floyd, l'altro dei Police, non è che si picchiavano... Non c'erano gli ultras. Anzi, ti facevo conoscere qualcuno che magari tu non conoscevi. La musica per me è unione, non divisione, mentre oggi con questi talent da vent'anni, ci sono le fazioni dei cantanti che sono peggio degli ultras del calcio. Senza un motivo vero poi"

Dei cantanti di oggi chi ti piace?
"Mi fai una bella domanda... Io sto in una realtà parallela, vivo nel pianeta di fronte... Non seguo molte cose, oppure seguo cose, però non di musica italiana. Ma anche prima non l'ascoltavo tanto. Non perché faccio lo snob..."

Ma il rap che oggi va forte tra i giovani?
"Di tutti questi che ho sentito un po', come progetto 'Salmo Unplugged': mi era piaciuta questa rilettura dei brani rap suonati con strumenti acustici. E devo dire che l'ho trovata interessante"

Ripensando ai cantanti dei tuoi tempi...
"Quelli che volevo conoscere li ho conosciuti: Fabrizio De Andrè, Enzo Iannacci, loro sono stati degli esempi per me quando ero ragazzo. A un certo punto sono diventati miei amici e abbiamo collaborato insieme. A me dopo quei due o tre lì, come dire, sono a posto. Mi manca Billy Joel... Perché vedi, io ho una formazione musicale abbastanza particolare"

Ossia?
"Sono nato con la musica classica. Il mio primo concerto a 12 anni non era di un cantante, andai a vedere Uto Ughi, che all'epoca era una giovane violinista. La musica leggera non mi interessava, facevo pianoforte, sentivo Chopin, Beethoven, Mozart, Bach. Ecco mi piaceva la corona sonora di Arancia Meccanica, ma perché era Beethoven" 

Poi...
"Ho scoperto la musica leggera con i film, in particolare i film degli Who - Tommy e Quadrofinia - poi Jesus Christ Superstar, Rocky Horror Picture Show, quindi con le opere rock. Il mio modo di cantare è abbastanza recitativo, perché mi piaceva quel modo di cantare lì. Lo trovo più espressivo. Poi ho cominciato per scherzo a scrivere canzoni, ma era uno scherzo. Se mi avessero detto a vent'anni 'Tu diventerai un cantautore, mi sarei messo a ridere'. De Andrè e Tenco li iniziai ad ascoltare, perché ero a casa ingessato e dei miei cugini più grandi mi avevano prestato dei dischi: soprattutto loro due e Iannacci mi avevano fatto capire che in una canzone esiste il testo e fa la differenza"

La canzone a cui sei più affezionato...
"Forse 'Le donne di Modena', perché la mia canzone è distintiva. Quella canzone lì era Francesco Baccini da subito. E non mi potevi confondere con nessun altro, questa è una cosa importante, perché per me un artista è unico, anche se oggi si vive in un mondo dove se sei uguale a qualcun altro è meglio, visto che il consumismo funziona così. Ma non dimentichiamoci una cosa..."

Cioè?
"Che l'unicità dell'artista è fondamentale, se no saremmo tutti Picasso o Maradona. L'importante è avere una cifra stilistica, essere riconoscibile. Poi non è che devi piacere a tutti"

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