L’Italia piange Pippo Baudo: le parole che raccontano un vuoto che non si può colmare

Da politici e colleghi a amici e familiari della tv: il cordoglio unanime che rivela quanto fosse insostituibile

di redazione
Renzo Arbore e Pippo Baudo
MediaTech

L’Italia piange Pippo Baudo: le parole che raccontano un vuoto che non si può colmare

La notizia della scomparsa di Pippo Baudo ha provocato un’onda di dolore sincero: non un semplice ricordo, ma una presa di coscienza collettiva che qualcosa di unico e irripetibile se ne è andato. La premier Giorgia Meloni ha scritto su X: “Il suo volto e la sua voce hanno accompagnato intere generazioni, regalando emozioni, sorrisi e momenti indimenticabili. Grazie di tutto”, restituendo subito il senso profondo della sua presenza nel cuore degli italiani.

Non meno sentite le parole del presidente del Senato, Ignazio La Russa, che lo ha definito “un amico che ha dato lustro allo spettacolo e alla Sicilia che lui portava nel cuore”, mentre il governatore siciliano Renato Schifani ha sottolineato che con lui se ne va “una delle figure più amate, capace di raccontare l’Italia attraverso il linguaggio dell’intrattenimento popolare”.

Nel mondo dello spettacolo, il tributo è unanime e commovente. È una gravissima perdita per me, che sono stato il suo collega per tanti anni, ed è una gravissima perdita per il mondo della Rai". Con queste parole Renzo Arbore commenta all'Adnkronos la morte di Pippo Baudo. Per Arbore, Baudo era l'incarnazione di un'idea specifica di servizio pubblico. "Pippo rappresentava la Rai con tutti i suoi programmi: i suoi Sanremo, i suoi 'Fantastico', le sue 'Domenica In'. Incarnava quella Rai artistica con cui collaboravamo entrambi. Avevamo l'ambizione di fare un prodotto che fosse un po' artistico, non soltanto l'ascolto. Non ricordo di aver mai parlato di share con lui; c'era la velleità di fare un programma che piacesse davvero al pubblico".

Un'ambizione che si traduceva in una continua scoperta di talenti che "sarebbe lungo elencare". Ma dietro il gigante della televisione, c'era un'amicizia profonda. "Eravamo amici perché avevamo la stessa estrazione", svela Arbore. "Tutti e due avvocati mancati. Tutti e due provinciali, che volevamo sprovincializzarci. Tutti e due siamo andati da Padre Pio". Insomma, "tante cose ci univano".

Un legame che sul lavoro si trasformava in un'intesa immediata. "Avevamo un'amicizia professionale, ci bastava uno sguardo per capirci, perché facevamo parte della stessa Rai". Una chiosa che è la sintesi perfetta di un'epoca: "Pippo rappresentava una Tv che adesso non c'è più". Mara Venier, in collegamento con il TG1, ha confessato: “Sapevo che non stava bene, ma non pensavo che potesse andare così in fretta… Ci siamo voluti bene”. Milly Carlucci, visibilmente commossa, ha parlato di “un maestro, un punto di riferimento vero nel nostro mestiere”. Simona Ventura ha scritto sui social: “Sei stato il mio maestro. Non ti dimenticherò mai!!! Buon viaggio Pippo”; Barbara D’Urso ha richiamato gli esordi e il salto che fece grazie a “Domenica In”, ringraziandolo per aver formato generazioni di artisti.

Un altro momento di grande impatto emotivo arriva dalle parole dirette di Carlo Conti: “Con te si spegne la tv, la tv che hai inventato… Ti sono grato prima come spettatore e poi, immeritatamente, come collega. Ciao Maestro”. E ancora, Gerry Scotti ha raccontato il gesto personale che gli cambiò la vita: “Tutto è iniziato con una tua telefonata… Grazie Pippo. L’Italia ti vuole bene”.

Il cordoglio raggiunge punte starfire quando arriva da chi lo considerava qualcosa di più di un collega: per Laura Pausini, Pippo era “un famigliare”, come confessato in un post struggente su X: “Il lutto che vivo stasera è inspiegabile e profondo… Riposa in pace… Ti voglio tanto bene”. Alba Parietti, con un messaggio carico di emozione su Instagram, lo ha salutato come “il maestro di tutti, duro ma capace di offrire enormi possibilità… una montagna da scalare che ci mancherà tantissimo”.

Anche nel mondo della cultura e tra i vertici istituzionali si sono levati tributi profondi. I vertici Rai hanno parlato di un addio doloroso a “un pezzo di cuore della televisione italiana”, ringraziandolo per aver trasformato il concetto di “nazionalpopolare” in un’idea nobile e collettiva.

Tante, tantissime reazioni — spesso sotto forma di ricordi personali, battute, lacrime, silenzi sentiti — raccontano più di qualsiasi biografia la natura di Pippo Baudo: un conduttore, un maestro, un gigante che ha fatto da ponte tra generazioni e modi di vivere la tv. La sua assenza non è solo una pagina da chiudere, ma un vuoto aperto in un Paese che, forse per la prima volta, comprende davvero ciò che stava perdendo.

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