Michele Placido “stregato” da Meloni: "Quando lo dissi mi chiamarono fascista"

Placido racconta ad Atreju quando elogiò Meloni e venne accusato di “fascismo”. Il primo incontro, l’aneddoto e le parole che fanno discutere

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Michele Placido non usa giri di parole. Dal palco di Atreju, la festa di Fratelli d’Italia a Roma, l’attore e regista racconta senza filtri la sua stima per Giorgia Meloni, nata ben prima che diventasse presidente del Consiglio. E lo fa con un aneddoto che riassume, secondo lui, il clima politico e culturale degli ultimi anni: «Per averla elogiata mi diedero del fascista».

Placido racconta che tutto avvenne in un periodo in cui Fratelli d’Italia era ancora lontana dalla vetta. «Eravamo al 7-8%», dice usando un “noi” che non passa inosservato. Durante una cena con amici e colleghi, l’attore si lascia scappare una frase che scatena il putiferio: «Avete visto Meloni? È arrivata all’8%. Donne così in politica non ce ne stanno».

La reazione non tarda ad arrivare. «Una persona si alza e comincia a ripetere: “Fascista, fascista, fascista”», racconta Placido, denunciando quello che considera un muro ideologico incapace di accettare opinioni diverse: «Non c’è rispetto, non c’è dialogo».

Poi il racconto torna ancora più indietro, al primo incontro personale con Giorgia Meloni, quando ministro della Cultura era Dario Franceschini. Placido ricorda l’attesa fuori dall’ufficio e, su una sedia accanto, una giovane deputata che aspettava il suo turno come tutti gli altri. «Lei mi sorride, come a dire: “Che dobbiamo fà?”».

Un gesto semplice che colpisce l’attore più di mille discorsi. «Mi alzo, le prendo la mano, faccio un inchino e penso: “Questa è una persona rara, con i piedi per terra”». Da quel giorno, dice, qualcosa scatta definitivamente.

Parole che non sono piaciute a molti nel mondo dello spettacolo, storicamente più vicino alla sinistra. Ma Placido rivendica il diritto di giudicare le persone prima delle etichette. «Io ho visto prima l’essere umano, poi la politica», sembra dire dal palco.

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