Rai, Innaro ha criticato la Nato. Spedito al Cairo il corrispondente da Mosca

Lo storico inviato in Russia è stato sostituito dall'ad Fuortes. Viene considerato un "filoputiniano" ed è finito anche in alcune liste di proscrizione

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Rai, cacciato il corrispondente dalla Russia. Esplode il caso Innaro

La guerra in Ucraina continua senza sosta da quasi 5 mesi. Nessuna tregua e nemmeno negoziati in corso sul fronte diplomatico, Putin non intende fermarsi o trattare almeno fino alla totale conquista del Donbass. Ma a raccontare gli sviluppi del conflitto armato da Mosca per la Rai non sarà più lo storico corrispondente Marc Innaro. L'ad Fuortes, infatti, ha deciso di sostituirlo spedendolo al Cairo, in Egitto, dove ha già prestato servizio per dieci anni, dal 2004 al 2014. La decisione - si legge sul Fatto Quotidiano - è stata presa da Viale Mazzini col consenso, gioco forza, del giornalista, che è a Mosca da 8 anni (ci era stato anche dal 1993 al 2001). Del cambio si è parlato un mese fa e ormai la decisione è presa. Innaro non sarà il solo a essere spostato: il suo trasloco s’inquadra in un generale giro di corrispondenti Rai in giro per il mondo.

Chiaro, però, - prosegue il Fatto - che l’avvicendamento a Mosca non mancherà di suscitare reazioni per le polemiche che hanno riguardato il giornalista Rai da quando è iniziato il conflitto in Ucraina. Innaro, infatti, per qualche sua osservazione sull’origine della guerra e per aver fatto notare che negli ultimi 30 anni "a essersi allargata a Est non è stata la Russia ma la Nato" e su questo "gli Usa e l’Europa qualche considerazione avrebbero dovuto farla", è stato subito bollato come "filoputiniano". Da quel momento il Tg1 di Monica Maggioni ha iniziato a non utilizzarlo più, ma Innaro ha continuato a lavorare assiduamente per Tg2, Tg3, Rainews e Giornale Radio. Sull’onda delle polemiche, poi, il suo nome è finito pure in due o tre liste di proscrizione.