Sergio Marchionne, l’asprezza di Tomaso Montanari e le liti social…

Il "Savonarola degli anni 2000" è un furbacchione che interpreta bene il ruolo dell'intellettuale antisistema

L'opinione di Pietro Mancini
Sergio Marchionne
MediaTech
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Ha scritto, ieri, su Twitter, Tomaso Montanari, prof. di storia dell’arte, Rettore dell'Università per Stranieri di Siena e avversario di Meloni e Salvini: “Un’imbarazzante censura dello sciopero generale e un’imbarazzante santificazione di Sergio Marchionne”, il dirigente industriale noto, a livello internazionale, per aver guidato il profondo rinnovamento della FIAT, scomparso 3 anni fa. 

Secondo Montanari, ospite quasi fisso del programma “Otto e mezzo”, condotto, su “la 7” da Lilli Gruber, avremmo assistito a “due giorni di perfetta comunicazione, al tempo del governo dei padroni”….

Sintetica, ma graffiante, in primis per l’ inopportuno attacco postumo a Marchionne, la replica di Gaia Tortora, vicedirettrice  del Tg di Mentana, su “la 7” di Urbano Cairo, e figlia di Enzo, conduttore tv, scomparso dopo aver sopportato un lungo periodo di detenzione, da vittima, innocente, di false accuse di rapporti con la camorra.

Mamma mia, Montanari, come vive male lei !”, ha esclamato la giornalista.

E la memoria di Marchionne è stata difesa anche da Lupo Rattazzi, figlio di Susanna Agnelli, che ha attaccato Marco Travaglio.

Ancora più dura la reazione di Giuliana Fantuz Rado, di Treviso : “Ce ne fossero di Marchionne, in questo Paese  dell’uno vale uno ! Non dica stupidaggini, Montanari ! Si occupi di arte, dove esprime il meglio”.

Legittima la domanda della renziana, di Genova, Laura Ceruti : “Come fa uno così fazioso ed integralista, come Montanari, ad essere Rettore di una università pubblica ?  È un mistero tutto italiano !”.

Un’osservazione, non banale, sul “Savonarola degli anni 2000” (definizione del bellunese Angelo Menel), l’ha vergata Giovanni Cipriani : “Il Prof, anzi il Magnifico Rettore (nientemeno!) Montanari è un furbacchione, interpreta bene un ruolo: l’intellettuale antisistema. 

Un ruolo, che paga come visibilità e ascesa sociale. Infatti, quando Matteo Renzi era nel suo periodo d’oro, lui, il Rettore anti-padroni, partecipava, allegramente, alle Leopolde di Firenze….”.