Caos al Sole 24 Ore, giornalisti furiosi con il direttore per la nuova intervista a Meloni. Giornale e sito fermi, ancora sciopero

Redazione furiosa con Tamburini per la nuova intervista di Latella a Meloni. Secondo sciopero in due giorni

di Filippo Santi
MediaTech

Tensione alle stelle al Sole 24 Ore: secondo sciopero in due giorni contro la direzione del quotidiano

La redazione del Sole 24 Ore torna a incrociare le braccia. Dopo lo stop di venerdì 17 ottobre anticipato da Affaritaliani, i giornalisti del quotidiano economico hanno proclamato all’unanimità un nuovo sciopero nel pomeriggio di sabato 18, al termine di un’assemblea molto partecipata – circa cento redattori su centotrenta. Stavolta il giornale non uscirà in edicola e il sito non sarà aggiornato.

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La protesta arriva come risposta diretta alla decisione del direttore Fabio Tamburini di ignorare la prima proclamazione di sciopero e di mandare ugualmente in stampa il giornale, includendo l’intervista di due pagine alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni (“Una finanziaria per il paese e le imprese”) realizzata da Maria Latella, collaboratrice esterna. L’edizione di sabato, composta anche da 18 pagine “preconfezionate”, è stata definita dal Comitato di redazione “prodotto indecoroso e indecente”. Un fatto mai accaduto nella storia del giornale fondato nel 1965.

Come scrive Professione Reporter, durante la nuova assemblea, durata quasi tre ore, la redazione ha chiesto altri cinque giorni di sciopero e ha deciso il blocco di eventi e pubblicazioni collaterali promosse dal marketing — iniziative considerate centrali per la strategia aziendale e per Confindustria, la proprietà del quotidiano.

Nel comunicato ufficiale, il Cdr denuncia “la condotta antisindacale della Direzione, che ha fatto uscire il giornale con l’intervista fiume alla premier Meloni scritta ancora una volta dalla collaboratrice esterna Maria Latella, circostanza che si verifica per la seconda volta in due anni, a danno delle professionalità interne della redazione, ancora una volta mortificate. In un contesto che vede spesso la premier sottrarsi alle domande dei giornalisti, fino addirittura a vantarsene con i grandi del mondo durante il summit di Anchorage”.

I rappresentanti sindacali parlano di un rischio concreto per la libertà di stampa: “C'è sempre il più concreto rischio di approdare a una deriva nella quale gli interlocutori istituzionali si sceglieranno gli intervistatori e l’opinione pubblica potrà contare su un’informazione accuratamente selezionata e compiacente”.

L’intervista alla Presidente del Consiglio era stata annunciata solo nel pomeriggio di venerdì, mentre i giornalisti del Sole erano impegnati da settimane nel lavoro di approfondimento sulla legge di Bilancio, uno dei temi cardine della testata. Tra loro anche Manuela Perrone, cronista che segue Palazzo Chigi e che aveva partecipato alla conferenza stampa della premier, ponendole una domanda.

“È una risposta alla decisione del Direttore di pubblicare una intervista alla Presidente del Consiglio fatta da una collaboratrice e non da risorse interne, che per di più anche ieri erano a Palazzo Chigi a porre domande. E forse proprio questo infastidisce: che le giornaliste e i giornalisti del Sole 24 Ore continuino a far domande”, aveva spiegato la redazione nel primo comunicato.

“Per tutta risposta il Direttore – d’accordo con l’Editore – decide di mandare comunque il giornale in stampa. Così oggi in edicola si trova una edizione offensiva per la storia e la qualità sempre espressa dal quotidiano, che deve la sua fortuna alla indiscussa professionalità dei suoi giornalisti. Un atteggiamento antisindacale, che richiama i padroni anni ’50, quelli pre-Statuto dei lavoratori. E un comportamento che mina il doveroso rapporto di lealtà tra giornalisti”.

La redazione ha poi voluto scusarsi con i lettori “per la mancata copertura della cronaca di questi giorni e soprattutto per il prodotto indecoroso e non all’altezza della storia del Sole 24 Ore andato in edicola sabato 18 ottobre: un’accozzaglia di pezzi raffazzonati e a puro contorno dell’intervista alla premier. Un risultato indecente, da annoverare come peggiore numero del quotidiano mai realizzato”.

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