"Stanno ingannando tutti". La verità su "Vita da Suore", il format virale di TikTok e Instagram
Proprio il successo del format ha creato un fraintendimento... Ecco che cos'è successo
“Vita da Suore”, il format virale che ha conquistato i social
Se siete attivi su Instagram o TikTok, vi saranno sicuramente comparse almeno una volta: tre figure vestite da suore, un tavolino di legno sempre identico, battute fulminanti e sorrisi. È Vita da Suore, il format narrativo che in poco tempo ha scatenato una vera e propria “abbazia-mania” sui social. Ma attenzione: non è quello che sembra. E qui arriva il punto.
Perché le tre protagoniste — Suor Felicetta, Suor Paola e Suor Addolorata — non sono suore vere. E no, non stanno prendendo in giro la religione, e nemmeno gli utenti. Sono attrici che interpretano personaggi. Secondo diverse fonti, sarebbe la campagna per il lancio di un film: un’operazione crossmediale “all’americana” costruita precisamente per creare interesse e affezione nel pubblico.
Il progetto nasce da un’idea semplice e moderna, già usata in altri paesi: portare i personaggi “nella realtà”, ovvero sui social. Un’operazione di “narrativa estesa” e una pratica già ampiamente consolidata nel mondo del cinema e delle serie TV (basti pensare agli account “in character” di serie Netflix o ai profili ufficiali di personaggi immaginari).
Detta in altre parole: non un contenuto promozionale classico, ma una vera e propria mini-serie fatta di brevi clip, situazioni ironiche e dialoghi brillanti, pubblicati su TikTok e Instagram. Il tono? Leggero, rispettoso, contemporaneo.
Sui social, però, il format è esploso ben oltre ogni previsione: milioni di visualizzazioni, video diventati virali, reaction e una community affezionata che segue le “tre suore moderne” come fossero amiche di vecchia data.
Il cortocircuito virale e le polemiche: “Ma non sono vere suore?!”. Ma non c’è mai stato alcun inganno, solo narrazione
Il problema? Proprio il successo del format ha creato un fraintendimento. Su TikTok qualche utente ha scatenato le polemiche – spontanee per incomprensione o costruite ad arte per raccogliere qualche like – e acceso il dibattito.
La tesi? Le tre attrici “fingono di essere suore” ingannando il pubblico. Un’accusa infondata ma che ha trovato terreno fertile, generando indignazione e commenti moralisti. Un meccanismo ormai noto nei social media: un contenuto virale viene travisato, si alimenta l’indignazione, e altri creator cavalcano l’onda per guadagnare visibilità. Ed è esattamente ciò che è successo.
Ma c’è un punto chiave: chi accusa il format di mancanza di trasparenza semplicemente non ha letto il contesto. Sul profilo non si fanno prediche, non si impartiscono benedizioni, non si simula la vita religiosa autentica. Si interpretano personaggi cinematografici, in un set narrativo coerente. E anzi, proprio la qualità del format (nella recitazione, nei testi e nell’estetica) ha contribuito a renderlo così credibile… al punto da ingannare chi non conosceva il progetto.
Oltretutto, nei contenuti social non c’è alcuna pretesa di autenticità religiosa, e nessuno dei video pubblicati tocca temi sacri o religiosi. Solo uno sguardo leggero ironico sulla vita e sull’amicizia, tra imprevisti e battute. Chi ha gridato allo scandalo ha semplicemente frainteso. O peggio, ha cercato di creare scandalo dove non ce n’era.
Il paradosso della viralità: la polemica conferma il successo. E il pubblico? Continua a crescere
La vicenda ha generato un effetto curioso: mentre alcuni si indignavano, altri hanno iniziato a difendere il progetto e spiegare l’operazione, ironizzando sul “fraintendimento” così riuscito. Online, dopo le polemiche sono cresciuti i commenti degli utenti che giudicano l’operazione “una mossa di marketing geniale”.
Persino alcuni di quelli che su TikTok avevano urlato allo scandalo, capito il gioco, si sono scusati pubblicamente, riconoscendo il valore del format. Mentre altri hanno preferito continuare a cavalcare la polemica e la video-indignazione. Ma alla fine, la verità è una: Vita da Suore è un’idea riuscita. E forse la prova migliore è proprio la forza con cui ha fatto parlare di sé.
E se questo ha generato un cortocircuito iniziale, è solo perché il progetto ha funzionato troppo bene. Nel frattempo, i numeri continuano a salire. I follower aumentano ogni giorno, e la community difende il progetto: solo una buona idea, interpretata bene.