Demenza e Alzheimer, curare il cervello con resistenza e resilienza

Le buone abitudini per tenere in salute uno dei nostri motori

di Daniele Rosa
Rame
Medicina
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Demenza e Alzheimer, le buone abitudini per diminuire il rischio di affrontare il problema

 

La demenza non è una malattia specifica ma un prolungato periodo di deterioramento delle funzioni mentali che porta a limiti dell’autonomia personale. Fra le oltre 100 cause di demenza la più conosciuta è l'Alzheimer. Questa è una malattia neurovegetativa che , al momento, non ha cura. Non si conosce il meccanismo scatenante ma quello che si sa è che, per la quasi totalità dei casi, non è una malattia ereditaria di origine genetica. Nella malattia di Alzheimer si vede un anomalo accumulo ( che parte silenzioso anche decenni prima nel cervello) di una serie di proteine ​​(tau e β-amiloide). Quello che si sa è che i fattori ambientali  come stress, dieta o  tossicità ambientale possono provocare cambiamenti graduali nei geni che provocano la demenza.

Demenza e Alzheimer, si possono prevenire?

La domanda più ovvia di fronte ad una simile malattia è se la si possa prevenire. Pensano di si alcune importanti organizzazioni sanitarie come l’Organizzazione Mondiale della Sanità o la Lancet Commission. E il cambiamento dei fattori di rischio è una delle strade che si cerca e si dovrebbe percorrere. Per i ricercatori dell’University College di Londra sono principalmente una decina i fattori di rischio che dovrebbero essere modificati. Tra questi consumo eccessivo di alcool, obesità, fumo, depressione, isolamento sociale, inattività fisica e inquinamento ambientale. Pertanto, oggi è certo che determinate abitudini possono migliorare la salute di noi dei nostri motori più importanti. Tra queste abitudini: un’attività fisica moderata, una dieta sana ed equilibrata, un’attività mentale regolare, relazioni sociali, uno stress sotto controllo, consumo limitato di alcool e stop assoluto al tabacco.

 

Demenza e Alzheimer, quali sono le buone abitudini per diminuire i rischi? 

Dal punto di vista medico le buone abitudini si riflettono sul cervello attraverso modus vivendi espressi da due parole: resistenza e resilienza. Nel termine resistenza i sanitari includono tutto ciò che aiuta il cervello a restare sano o a ritardare i problemi. Buona alimentazione e buon riposo tra i primi aiuti. La resilienza è invece un meccanismo che permette al cervello di affrontare eventuali lesioni compensando il danno. Ma come mai alcune persone si ammalano di Alzheimer e altre no? Se il cervello subisce un danno entra in gioco anche la Riserva Cognitiva ( definita così dall’americano Professor Stern a inizio secolo). Una combinazione di capacità che permettono al cervello di affrontare il danno. Il cervello può così sviluppare una maggiore resilienza, attivando reti cerebrali alternative o strategie cognitive che lo aiutano a difendersi dalla criticità.. In parole più semplici pare confermato che un buon bonus vivendi e un controllo periodico dei fattori di rischio  possano influire concretamente sulla possibilità di sviluppare la malattia. Controllo di ipertensione e colesterolo, alimentazione e abitudini di vita più equilibrate sono così regole d’oro per la prevenzione. In conclusione non esiste un modo esatto per prevenire la demenza, ma è certo che alcune modifiche del nostro vivere quotidiano possono fortemente aiutare nell’evitarla.