Vaccino, FDA e OMS stoppano la terza dose, non serve

Nessuna evidenzia scientifica che sia necessaria. Stroncati Big Pharma e Governi

di Daniele Rosa
Medicina
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“Non esistono prove concrete per dire che una terza dose di vaccino sia necessaria” così si sono espressi in maniera lapidaria esperti dell’Agenzia farmaceutica statunitense (FDA) e dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) mettendo, forse, la parola fine al crescente dibattito sull’avvio della terza dose di immunizzazione.

Sotto la spinta dei Ceo delle Big Pharma produttrici di vaccino molti governi stanno infatti pensando, ed in alcuni casi hanno già deciso, di portare avanti una terza dose di vaccino. In alcuni casi limitata alle persone fragili ma nessuno esclude che il processo possa allargarsi.

Finalmente la comunità scientifica,  quella  che conta, ha effettuato un’analisi approfondita delle sperimentazioni cliniche sull'efficacia dei vaccini e su come funzionano nei diversi paesi.

I risultati, pubblicati dalla prestigiosa rivista medica The Lancet, dimostrano che l'efficacia dei vaccini rimane molto elevata contro tutte le varianti del Coronavirus, compreso il Delta.

“Le prove accumulate finora sembrano dimostrare che non è necessaria una terza dose nella popolazione generale, poiché la protezione del vaccino contro la malattia grave è ancora elevata", sottolineano gli scienziati.

Gli stessi studi mostrano che i vaccini sono in media efficaci al 95% contro il Covid grave e all'80% contro le infezioni, indipendentemente dalla gravità. E questi dati, ricordano gli esperti, sono validi per tutte le varianti conosciute.

Il gruppo di ricercatori, guidati dal capo della ricerca dell'OMS, Ana María Henao, insieme ad esperti della Federal Drug Agency (FDA) degli Stati Uniti, ha confermato che tutti gli studi pubblicati fino ad ora non forniscono prove credibili che la protezione contro il Covid grave, obiettivo principale dei vaccini, stia diminuendo.

E a questo proposito la comunità scientifica si trova assolutamente d’accordo sul fatto che, stante questa situazione e considerato il limitato numero di vaccini, sia molto più importante vaccinare quelli più esposti al rischio, cioè tutte le persone non vaccinate.

Nello studio è anche rilevato che, nonostante una terza dose possa fornire qualche vantaggio, i benefici dell'immunizzazione sui non vaccinati sono molto maggiori. La vaccinazione a tappeto è quindi l’unico sistema per accelerare la fine della pandemia, poiché va ad impedire l'evoluzione di più varianti del Coronavirus.

A sostegno delle conclusioni dello studio vi è pure un argomento discusso dalla maggior parte degli esperti di immunità. Il fatto che alcuni studi dimostrino un calo del livello degli anticorpi, (proteine ​​del sistema immunitario in grado di bloccare l'ingresso di SARS-CoV-2 nelle cellule), non significa assolutamente che l'efficacia dei vaccini stia calando. Che poi ci sia una riduzione della protezione dei vaccini contro il Covid moderato o asintomatico non significa che non ci possa essere  protezione contro il Covid grave.

Una possibile spiegazione di questo è che non solo gli anticorpi entrano in gioco nella protezione da malattie gravi, ma anche le cellule della memoria del sistema immunitario.

Una terza dose, sostengono i ricercatori, sarebbe probabilmente utile ad alcuni gruppi, primo fra tutti quello degli immunodepressi.

Ma lo studio si avventura anche nel futuro sostenendo che qualora nascessero altre varianti della malattia sarebbe necessario approvare una dose annuale appositamente progettata per la variante del momento.

Quello che si fa da anni con il vaccino antinfluenzale preparato per i diversi ceppi della malattia.

E quindi, finalmente, Fda e Oms hanno messo un’ importante pietra sopra la parola allarmismo e sopra evidenti tentativi di Big Pharma di vaccinarsi ulteriormente senza motivo e ragione apparente.