"La Riscoperta Comunitaria": l’alternativa al neoliberismo di Fratus e Bifarini per il benessere reale e diffuso

Un libro di Fabrizio Fratus e Ilaria Bifarini che propone il Comunitarismo come alternativa al neoliberismo per il benessere collettivo

di Roberto Servio

"La riscoperta comunitaria" di Fratus e Bifarini

Milano

"La Riscoperta Comunitaria": l’alternativa al neoliberismo di Fratus e Bifarini per il benessere reale e diffuso

Il dibattito economico contemporaneo sembra intrappolato tra due estremi: il capitalismo neoliberista, con la sua competizione esasperata e la concentrazione di potere, e i modelli marxisti tradizionali. Fabrizio Fratus e Ilaria Bifarini aprono una nuova prospettiva con La Riscoperta Comunitaria. Oltre il neoliberismo: dalla competizione alla cooperazione e dal PIL al benessere. Si tratta di un libro che propone il comunitarismo come alternativa concreta. Un modello socio-economico incentrato sul benessere reale, sul rafforzamento dei legami locali e sulla cooperazione tra cittadini.

Ripensare l’economia partendo dalla comunità

Secondo gli autori, la crisi del capitalismo contemporaneo nasce dalla perdita di riferimenti condivisi e dalla logica del profitto assoluto. Il comunitarismo suggerisce di riportare al centro la famiglia, le piccole comunità e la solidarietà, riconoscendo il ruolo della cooperazione e della proprietà diffusa come strumenti per creare un equilibrio tra crescita economica e benessere sociale. Non si tratta di un’utopia, ma di un percorso praticabile che intreccia economia, cultura e responsabilità civica.

Dalla competizione alla cooperazione

Il libro esplora strumenti concreti per costruire un’economia più umana: cooperative, mutualismo, rispetto dell’ambiente e valorizzazione dei legami locali. La Riscoperta Comunitaria invita a guardare oltre il PIL come unico indicatore di progresso, spostando l’attenzione sul benessere diffuso, sulla qualità della vita e sul rafforzamento del tessuto sociale. In questa prospettiva, le piccole comunità diventano cellule vitali di una società equilibrata, capace di resistere alle spinte omologanti della globalizzazione. Un appello a costruire un futuro in cui l’economia sia strumento di coesione sociale e sviluppo sostenibile, non fine a se stessa.

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