Ecco perché in chiave lombarda Di Maio è una iattura per il centrosinistra

Altra incognita, a livello elettorale? Se Letizia Moratti si candida: la sua forza è da misurare sul campo

Fabio Massa
Milano
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In chiave lombarda Di Maio è una iattura per il centrosinistra

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Mettiamo qualche punto fermo, in vista della contesa delle regionali del prossimo anno. Prima di tutto nel centrodestra. Uno. Il candidato naturale, non fosse che è uscente e che Matteo Salvini l'ha già detto e stradetto, è Attilio Fontana. Certo l'opposizione al proscioglimento sul caso camici non è una buona notizia, ma non cambia molto in termini elettorali. Incognite? Sicuramente la Sicilia e sicuramente il Lazio, con le frizioni tra Meloni e Salvini e Berlusconi.

Altra incognita, a livello elettorale? Letizia Moratti 

Altra incognita, a livello elettorale? Se Letizia Moratti si candida: la sua forza è da misurare sul campo. Sempre che non si trovi una quadra prima. Per quanto riguarda il centrodestra, è avanti. E lo dicono anche i sondaggi del centrosinistra: con la Lega tra il 15 e il 20, Fratelli d'Italia idem e Forza Italia che comunque tiene in molte province, la maggioranza attuale sfiora quota 45 per cento. Salvo strappi della Moratti.

Il centrosinistra deve trovare una coalizione forte 

Per ribaltare il risultato il centrosinistra deve trovare una coalizione forte dietro a un candidato forte. Anche qui, i numeri sono impietosi. Per un Pd che può anche superperformare oltre il 24 per cento (cifra assai alta), c'è un fronte a sinistra completamente dissolto (Laforgia e tutti gli altri creatori di partiti e movimenti inutili), e un Movimento 5 Stelle che già in Lombardia valeva più o meno tra il 5 e il 10 per cento (con tanto, e forse troppo ottimismo). Ma adesso, con la scissione, quei voti possono solo diminuire, andarsi a frammentare. Certo, difficilmente si sposteranno a destra. Ma potrebbero spostarsi nell'astensionismo, che è il vero rischio: il pentastellato deluso, che non sa se scegliere tra Di Maio e Conte semplicemente non andrà a votare. Il Pd non deve occuparsi, nella fase attuale, della propria tenuta, ma di costruire le alternative intorno, le altre gambe. Carlo Calenda, in Lombardia, sta facendo molto bene. Il messaggio "passa", ma non si può pensare che possa valere quanto la Lega sul campo opposto. Se arriverà in doppia cifra sarà un successo epocale, e comunque - oltre ad essere difficile - non basterebbe. A meno che il candidato di sinistra non sovraperformi rispetto alle liste di molto, e che a destra il candidato non sottoperformi rispetto alle liste di molto. Improbabile, ma è l'unica cosa che il centrosinistra può sperare. Piccolo particolare: dovrebbe aver scelto il candidato. Cosa che non ha ancora fatto.