Flotilla, la testimonianza di Romano dopo gli attacchi: "Droni e bombe sonore contro imbarcazioni pacifiche, è inaccettabile"
Il consigliere lombardo del Pd Paolo Romano a bordo di una delle imbarcazioni dirette a Gaza: "C'è stata grande paura, ma la Flotilla è ben organizzata. Israele non ha alcun diritto di colpirci in piene acque internazionali". L'intervista
Paolo Romano
Flotilla, la testimonianza di Romano dopo gli attacchi: "Droni e bombe sonore contro imbarcazioni pacifiche, è inaccettabile"
"Queste intimidazioni sono atti illegali di pirateria e di violenza contrari al diritto internazionale". Il consigliere regionale lombardo del Pd Paolo Romano risponde da una delle navi della Flotilla dirette a Gaza dopo gli attacchi subiti questa notte. Tutto è cominciato con delle interferenze nei canali di comunicazione usati dalle barche: "Poi hanno iniziato a sganciare delle sostanze e sono andati avanti con bombe sonore e flashbang. C'è stata grande paura, ma la Flotilla era ben organizzata", racconta l'esponente dem. “Israele non ha nessun diritto di colpire delle imbarcazioni pacifiche a 1000 km dalle sue coste e in piene acque internazionali", prosegue Romano. "Tutto ciò non è accettabile, non deve essere permesso dai governi europei". L'INTERVISTA DI AFFARITALIANI.IT MILANO
Romano, ci racconti cosa è successo in quelle ore.
Tutto ha preso il via quando il nostro canale di comunicazione radio è stato disturbato con la riproduzione di Dancing Queen degli Abba, impedendoci di parlare tra di noi. Un momento surreale. Da lì i droni si sono avvicinati alla Flotilla da più parti, erano più piccoli di quelli che ci hanno monitorato in questi giorni. Hanno sganciato delle sostanze su una barca, poi delle bombe sonore e delle flashbang che danno un forte lampo di luce ma possono anche danneggiare degli oggetti fisici. Cosa che è successa, visto che delle vele di alcune imbarcazioni sono state squarciate e rese inservibili. Su di una hanno danneggiato anche uno dei supporti dell'albero creando un danno strutturale.
Come ha vissuto quei momenti?
Si è svolto tutto nell'arco di tre ore, con i droni che passavano avanti e indietro, anche sopra l'imbarcazione dove mi trovo io. C'è stata una grande paura da parte di tutti noi, ma la Flotilla era ben organizzata. Eravamo gestiti per turni all'interno delle barche e ognuno aveva delle procedure specifiche da seguire per segnalare i droni tramite tutti i canali a nostra disposizione. Quello che è successo è gravissimo, ma ovviamente è ancora più grave quello che continua a succedere a Gaza dove vengono bombardati gli ospedali e le famiglie sono costrette a raccogliere i corpi dei bambini.
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Come si risponde a queste intimidazioni?
Con i fatti e con la legge. Sono atti illegali di pirateria e di violenza contrari al diritto internazionale. Israele non ha nessun diritto, a più di 1000 km dalle sue coste e in piene acque internazionali, di attaccare imbarcazioni pacifiche e civili che battono bandiera di Paesi europei. Trovo assurdo che i governi europei non stiano protestando duramente, è come se fossero state attaccate navi qualsiasi italiane, francesi o tedesche con a bordo civili oltre che rappresentanti politici eletti. È ora che tutti i governi si sveglino, che riconoscano lo Stato di Palestina, applichino sanzioni a Israele e facciano ogni passo necessario per fermare il genocidio in atto a Gaza.
La premier Giorgia Meloni, tra l'altro, propone una mozione per il riconoscimento della Palestina subordinato però al rilascio degli ostaggi e all'esclusione di Hamas dalla striscia.
Una proposta di facciata e vuota: è come dire a una persona che può entrare in una stanza basta che sia alta almeno tre metri. Sono condizioni non realistiche, altrimenti avrebbero retto gli ultimi due cessate il fuoco. Mentre Meloni tergiversa però il genocidio continua e ogni giorno muoiono decine o centinaia di persone innocenti. Bisogna riconoscere lo Stato di Palestina subito, come fatto da tutti gli altri paesi europei tranne Italia e Germania. Per continuare a contrastare anche Hamas ci sono le sanzioni, già applicate, ai suoi leader. Non si capisce perché però Israele che ha ucciso 70mila innocenti non sia stata colpita ancora da mezza sanzione, è vergognoso.
Cosa ne pensa delle dichiarazioni su questa notte del ministro degli Esteri Antonio Tajani?
Il governo italiano troppo a lungo ha tenuto una posizione di sostanziale sostegno a Israele nonostante tutto. La forza della Flotilla, con la sua azione non violenta, è stata anche questa, di costringere il governo a prendere atto della realtà, nonostante recenti dichiarazioni davvero gravi. Come quelle di Tajani secondo cui le operazioni militari di Israele si devono tenere con cautela e dentro il diritto internazionale. Ma Israele dentro il diritto internazionale non può fare nessuna operazione militare in acque internazionali nei confronti di imbarcazioni pacifiche. Non esiste!
E di quelle del ministro Guido Crosetto?
Crosetto ha mostrato più decenza dichiarando che le missioni umanitarie pacifiche come la nostra sono aderenti al diritto internazionale e vanno tutelate. Aspettiamo l'arrivo della fregata che è stata indicata dal ministro e ci aspettiamo che ci scorti anche nei prossimi giorni fino a Gaza: stanotte le barche colpite hanno rischiato conseguenze gravi e il mare era piatto, basta una notte di attacchi con il mare mosso per esporci a rischi enormi. Spero quindi che questa volta sia una operazione sincera di tutela della Flotilla e non una operazione di marketing di 24h.
Che altro tipo di reazioni si aspetta?
Oltre alla messa in sicurezza della Flotilla, servono azioni concrete verso Israele per fermare il genocidio a Gaza e l'apartheid in Cisgiordania. Meloni deve riconoscere la Palestina, applicare sanzioni a Israele e fermare l'invio di armi. Ma è possibile che pochi giorni fa sono dovuti intervenire il presidente dell’Emilia-Romagna e il sindaco di Ravenna insieme ai portuali per bloccare al porto altre armi? Il nostro governo non fa nulla? Armi vendute dall’Italia o transitate dall’Italia in questi mesi sono state usate a Gaza per uccidere innocenti: questo non può più accadere.