Hekfan: a Milano la cucina di Hong Kong è luxury

Ha aperto in via Formentini in Brera il ristorante Kekfan, in cucina lo chef Kin Cheung propone piatti raffinati alla vista e al palato

di Debora Bionda
Milano
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Hekfan, l'alta cucina di Hong Kong a Milano

L'alta cucina di Hong Kong in Italia ha un nuovo indirizzo: Hekfan, ristorante guidato dallo chef Kin Cheung, in Brera, per la precisione nella suggestiva via Formentini. Un locale elegante e curato, accoglie gli ospiti che respirano immediatamente un'atmosfera che rappresenta un sapiente punto di incontro fra Oriente e Occidente. Se vi state chiedendo il significato del nome del ristorante, Hek significa “mangiare” e Fan “cibo”.

I piatti sono originali e sorprendenti, con abbinamenti di sapori insoliti e mai stonati. A partire dagli antipasti tipicamente hongkongesi a cui vengono sapientemente accostati materie prime occidentali (come il tartufo. Di capisce fin da primo assaggio che la cucina è di un livello decisamente alto. Del resto, Kin Cheung è uno dei migliori esponenti della cucina asiatica in Italia.

Le sale del ristorante sono ispirate agli elementi (dall'acqua al legno e via dicende). Il menu è fortemente simbolico e pensato come versione fine dining dei tre locali di street food Hekfanchai già presenti a Milano. Anche il servizio ai tavoli, sottoola regia del proprietario Erik, è perfetto pur senza essere troppo ingessato. Il cliente si sente ospite d'onore e ogni richiesta viene soddisfatta con un sorriso e tanta disponibilità.

Hekfan, piatti e menu

Punto forte di Hekfan sarà il menu Banquet, una serie di 10 piatti alla scoperta non solo della cucina di Hong Kong,  ma anche della tradizione e del simbolismo di quello specifico territorio. Ne è un esempio la zuppa stile Duwn, realizzata secondo un complesso metodo di preparazione che prevede la cottura a sé dei singoli elementi – pollo, prosciutto, maiale, funghi – e poi la loro unione, seguita da diversi filtraggi per ottenere un brodo estremamente limpido. Per questo motivo è servita nella ciotola Zon che sul fondo riporta disegni o ideogrammi: se si riesce a distinguerli, è segnale della maestria dello chef.

Gli amanti della carne, non possono perdere il maiale Don Po, che completa l'ultima fase della sua cottura direttamente al tavolo. Per realizzarlo si utilizzano due calici di alcol, più un terzo che viene “acceso” davanti ai commensali per dare uno shock termico al piatto. La grappa di bambù usata per il flambage consente al maiale di assorbire la salsa e restare estremamente morbido. Il piatto combina la tradizione di Taiwan di cucinare usando due bicchieri di alcol in cottura e un terzo al tavolo, con quella cantonese di portare la ciotola, il “clay pot”, ad alta temperatura: così la pietanza continua a cuocere fino al suo arrivo al tavolo.

Creative e di qualità anche le proposte vegane e vegetariane: si va dal tofu croccante con mix di spezie, alle melanzane con salsa alla senape e miele, passando per il pomodoro al sesamo e il cavolo con crema di latte. I funghi sono fra i grandi protagonisti del menu, che siano saltati con verdure e pepe nero, serviti in una zuppa, inseriti ravioli cristallo o all'interno di uno spettacolare un bao ricoperto da cacao amaro.

A concludere, una zuppa dolce di fagioli rossi con petali di giglio, piatto considerato un augurio di fortuna e successo economico, mentre il fiore è simbolo di armonia e cooperazione. Se volete provare dei dessert tipici, chiedete la selezione di assaggi sottoforma di cubi trasparenti dalle note floreali e fruttate, molto diversi dai dolci di tradizione occidentale, ma assolutamente da scoprire.