“I diavoli dell’Averno” di Antonio Castaldo: inchiesta sui Campi Flegrei e sulla strage di Castel Volturno
Un giornalista tra memoria, atti giudiziari e fonti aperte: dal lago d’Averno a Castel Volturno, viaggio nei nodi irrisolti di un territorio. Presentazione a Milano giovedì 13 novembre allo Spazio Circolo della Stampa
“I diavoli dell’Averno” di Antonio Castaldo: inchiesta sui Campi Flegrei e sulla strage di Castel Volturno
Un’indagine narrativa che intreccia cronaca, archivi giudiziari e memoria personale per rileggere una stagione di violenza tra Campi Flegrei e litorale domizio. Al centro, la strage di Castel Volturno del 2008, il più feroce massacro di camorra degli ultimi 50 anni, e le sue ricadute civili. E' uscito per Solferino il libro “I diavoli dell’Averno: una stagione di sangue e misteri nei Campi Flegrei", di Antonio Castaldo. Il volume sarà presentato giovedì 13 novembre alle 18 allo Spazio Circolo della Stampa di viale Monte Santo 7 a Milano, con l’autore e con Matteo Cruccu.
“I diavoli dell’Averno": storia del più cruento massacro di camorra degli ultimi decenni
“I diavoli dell’Averno” ricostruisce, con taglio giornalistico e senza enfasi, una serie di vicende maturate tra i Campi Flegrei e Castel Volturno. Un fatto di cronaca apparentemente minore diventa il grimaldello per riaprire documenti, verificare piste, confrontare testimonianze e mettere in fila gli snodi che precedono e seguono il più cruento delitto di camorra degli ultimi decenni. Ne esce un racconto che alterna inchiesta e memoria professionale, interrogando le responsabilità istituzionali e sociali.
La strage di Castel Volturno
La sera del 18 settembre 2008, tra Baia Verde e Lago Patria, due azioni armate del gruppo legato a Giuseppe Setola (fazione del clan dei Casalesi) uccidono il pregiudicato Antonio Celiento e, poco dopo, sei giovani migranti africani nella sartoria “Ob Ob Exotic Fashion”. Le vittime — tra Ghana, Togo e Liberia — risultarono estranee alla criminalità. La reazione della comunità immigrata portò a una protesta senza precedenti; le indagini e i processi accertarono responsabilità e condanne all’ergastolo, riconoscendo l’aggravante dell’odio razziale.
Tra violenza criminale e drammatiche mancanze di tutela
Castaldo usa fonti giudiziarie, cronache d’epoca e esperienza diretta di redazione. Il lago d’Averno diventa un’icona geografica e narrativa per leggere un Sud dove la violenza criminale incrocia i vuoti di tutela. Il risultato è un reportage lungo che resta ancorato ai fatti e li riporta dentro un contesto civile, tra diritti negati, impunità e memoria pubblica.