Il campione d’Italia dei pesi superpiuma Francesco Paparo difende il titolo contro Catalin Ionescu

L'8 novembre al PalaLido-Allianz Cloud di Milano il campione italiano si batterà contro il rumeno Catalin Ionescu

Giorgio d'Enrico
Milano

Il campione d’Italia dei pesi superpiuma Francesco Paparo difenderà il titolo contro Catalin Ionescu

L’8 novembre, allo storico PalaLido-Allianz Cloud (5.300 posti) di Milano, il campione d’Italia dei pesi superpiuma Francesco Paparo (24 anni, 11 vittorie, 1 pari e 1 sconfitta) difenderà il titolo contro Catalin Ionescu (28 anni, 16 vittorie, 1 pari e 4 sconfitte) sulla distanza delle 10 riprese nel corso della manifestazione The Art of Fighting. Nato in Romania ma residente in Toscana da molti anni, Ionescu è stato campione d’Italia dei pesi superpiuma ed ha battuto Nicola Henchiri, che Paparo ha sconfitto due volte. Inoltre, Ionescu ha combattuto per il titolo dei pesi superpiuma dell’European Boxing Union, in Spagna, perdendo contro Juanfe Gomez. Insomma, Catalin è un avversario con un curriculum di tutto rispetto che non deve essere sottovalutato.

Paparo: "Sconfiggere Ionescu per lanciarmi verso traguardi più importanti"

Allenato da suo zio Francis Rizzo, Francesco Paparo si sta preparando al Francis Boxing Team di Rho, nella città metropolitana di Milano, ed ha le idee chiare: “Voglio sconfiggere Ionescu per lanciarmi verso traguardi più importanti. L’ho visto combattere e so che è un pugile di valore, ma sono sicuro di batterlo. Mi sto allenando con i miei soliti sparring partners ma non escludo di fare venire a Rho qualche pugile di un’altra città. Scambiare pugni sul ring con professionisti affermati in possesso di un’esperienza uguale o superiore alla mia è utilissimo per la mia crescita come pugile. Finora, ho sempre trovato pugili disponibili a collaborare con i quali ho instaurato un rapporto di reciproco rispetto. Questa dovrebbe essere la mia ultima difesa del tricolore".

Paparo prosegue: "Teoricamente, dopo il titolo italiano dovrebbe essere la volta del titolo europeo, ma ho capito che organizzare un match per l’europeo è molto difficile perché dipende da tanti fattori che non hanno niente a che fare con la volontà del campione e dello sfidante. In ogni caso, sono disposto a combattere a casa del mio avversario, di fronte al suo pubblico, anche all’estero. Il mio sogno è diventare campione del mondo e sono interessato a qualunque titolo mi avvicini al mio obiettivo. Penso al titolo internazionale del World Boxing Council, che mi farebbe classificare tra i primi 15 al mondo nella mia categoria di peso. Infatti, quasi tutti i campioni del mondo WBC prima di disputare il mondiale sono diventati campioni internazionali. Un titolo che non garantisce un alto posizionamento nella classifica mondiale di una federazione prestigiosa non mi interessa”.

Rizzo: "Paparo in Italia non ha più nulla da dimostrare"

Sulla stessa lunghezza d’onda Francis Rizzo: “Francesco deve battere Ionescu per iniziare il suo percorso di avvicinamento a titoli prestigiosi a livello internazionale. Ormai, in Italia non ha più niente da dimostrare. A livello tecnico, nessuno ha mai avuto dubbi su di lui. A livello strategico, ha cambiato impostazione andando subito all’attacco invece di procedere per gradi. Fino a qualche mese fa, i primi due o tre round servivano per prendere le misure all’avversario, poi Francesco aumentava gradualmente il ritmo. Inoltre, colpiva spesso di rimessa. Quindi, molti pensavano che non fosse un attaccante. Invece, con le sue ultime prestazioni Francesco ha dimostrato di poter seguire qualunque strategia. L’avversario non può immaginare se avrà di fronte un attaccante che lo riempie di pugni dal suono del primo gong o un pugile tecnico che lavora con calma allo scopo di vincere ai punti".

Rizzo conclude: "Per il futuro di Francesco, non mi pongo limiti: sarebbe fantastico farlo combattere in una di quelle manifestazioni che gli inglesi organizzano negli stadi di calcio, questo gli garantirebbe di essere conosciuto almeno in tutta Europa, ma ho amici che hanno contatti molto importanti anche a New York e quindi anche un combattimento nella Grande Mela è realizzabile. Non sarebbe in uno stadio di calcio, più realisticamente in un teatro da 1.500 posti o in un palasport di fronte a 10mila persone, ma vincere negli Stati Uniti, contro un avversario quotato, in una manifestazione organizzata da un promoter importante può rendere più breve la strada verso il mondiale”. 

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