L'economia solida di Milano reggerà alle future tempeste?
Le avvisaglie che forse non andrà così bene in futuro ci sono tutte. L'economia milanese che è comunque la più sana, la più prospera del Paese, saprà dimostrarsi anche la più solida? Il commento
E' uscita la nuova puntata di "Frontale", newsletter di Fabio Massa con riflessioni (su Milano e non solo), inside e racconti di quello che accade in città. Ci si può iscrivere qui: https://frontale.substack.com
L'economia solida di Milano reggerà alle future tempeste?
La nostra prosperità, anche quella più radicata in Italia, che peraltro sta a Milano e in Lombardia (lo dicono i dati) non è così certa, sicura. E' vero che sotto le feste siamo tutti più buoni, ma le avvisaglie che sta andando tutto bene, ma forse non andrà così bene in futuro, ci sono tutte. Occupazione centopercento (che vuol dire aumento del costo del lavoro), inflazione cittadina che è schizzata verso l'alto, venti di insicurezza sui mercati internazionali, e poi la spesa pubblica della quale nessuno pare curarsi. Le insicurezze per il mondo del mattone, la fine di tutta l'industria automotive (con il relativo indotto che in Lombardia era molta roba), il pericolo della bolla AI sulla quale in moltissimi a Milano hanno investito tra startup e finanza.
Tanto ci sono i fondi del 110 per cento, si diceva. Tanto ci sono i fondi del PNRR, si dice oggi. E domani, che cosa ci sarà? Migliaia e migliaia di insegnanti assunti in più (per carità, sacrosanto). Quando però qualcuno pubblicherà i dati degli insegnanti di sostegno in base ai piani didattici personalizzati (un qualunque genitore capisce quel che sto scrivendo), ci sarà da ridere - anzi da piangere.
Abbiamo trasformato i figli in una pandemia di dislessici, discalculici e altro, anche laddove c'erano e ci sono forse solo normali difficoltà. Però va bene così: sia mai che si sottovalutino situazioni patologiche. Centinaia di agenti di polizia locale assunti in ogni dove - anche qui, sacrosanto, però poi vanno pagati per tutta la loro vita. In generale un rafforzamento della macchina pubblica che - ci avevano detto fino a una decina d'anni fa - era quella che andava fatta dimagrire. Una macchina pubblica che costa. E che pagano tutti i cittadini, dalle aziende ai lavoratori dipendenti. Ora tutto va bene madama la marchesa: l'aspettativa di vita cresce, e così si inizia a dire che no, in pensione non ci si va con quota cento, ma con 44 anni di contributi e chissà che ora che ci andranno i nati negli anni '70 e '80 questi 44 anni non si avvicinino pericolosamente ai 50 anni di contributi. In tutto questo l'economia milanese è comunque la più sana, la più prospera. Vien da chiedersi però se è la più solida.
ASCOLTA LA RUBRICA "PINOCCHIO" OGNI GIORNO SU RADIO LOMBARDIA (100.3), IN ONDA ALLE 19.15 DURANTE IL PROGRAMMA DI APPROFONDIMENTO "PANE AL PANE" E IN REPLICA IL GIORNO DOPO ALLE 6.45