La necessità di una lobby per Milano e per la Lombardia

Se altri territori vedono concordi destra, sinistra e centro per cercare di portare soluzioni locali, a Milano e in Lombardia a prevalere è sempre l'interesse di partito. Con conseguenze deleterie... Il commento

di Fabio Massa
Milano

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La necessità di una lobby per Milano e per la Lombardia

In questi giorni mi sta venendo in mente una antica polemica che avevo ingaggiato con una certa consigliera regionale del Partito Democratico, ai tempi assessora a Milano (e poi protagonista della celebre frase al cronista colpevole di aver scritto un pezzo sgradito: "Non ti saluto e ti sputo", tanto per far capire il livello del personaggio). Ai tempi sostenevo che Milano avesse bisogno di Roma, e che dovesse far lobby territoriale. 

Lo sostenevo e lo sostengo: mentre altri territori, generalmente in chiave metropolitana o addirittura regionale, vedono concordi destra e sinistra e centro per cercare di aiutare a portare fondi e soluzioni, a Milano e in Lombardia sull'interesse locale prevale sempre e comunque l'interesse di partito. Per la serie: facciamo dispetto alla destra? Piuttosto votiamo contro qualcosa che interessa la regione. Facciamo un dispetto alla sinistra? Piuttosto votiamo contro qualcosa che interessa il comune. Ecco, in quella vecchia polemica io sostenevo che questa cosa deve finire perché Milano non può farcela da sola. La consigliera ex assessora invece diceva tronfia che non è così, che Milano non chiede aiuto a Roma. 

I risultati di anni senza una politica di lobby territoriale? Urbanistica completamente ferma

Sono passati anni e il risultato è che proprio per non aver fatto una politica di lobby territoriale abbiamo l'urbanistica completamente ferma, e per fortuna che pare che Matteo Salvini voglia metterci una pezza legislativa, anche se per adesso non ci sono ulteriori notizie. Il risultato è che Attilio Fontana, da solo, combatte una battaglia per continuare a gestire in sede locale i fondi di coesione, che sennò sarebbero spartiti dal governo centrale. Indovinate a chi? A quei territori che hanno gruppi politici compatti destra-sinistra. 

Il risultato è che ogni volta che si parla di trasporti, bisogna passare da Roma. O che si parla di infrastrutture. O che bisogna assumere medici. Insomma, il risultato è che quella assessora e adesso consigliera regionale aveva torto, e pure torto marcio. Ma questo non mi rende affatto più felice.

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