La stupidità in corteo e i riformisti afoni

Mentre in Stazione Centrale si fa la conta dei danni provocati dall'assalto delle frange estreme dei manifestanti pro Pal, c'è un grande assente nel dibattito milanese: i riformisti. Il commento

di Fabio Massa
Milano

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La stupidità in corteo e i riformisti afoni

Lunedì. Pioggia a dirotto, tutta la mattinata. Scuole chiuse, mezzi nel caos per lo sciopero (che si fa di lunedì o venerdì, as usually). Per fare 10 chilometri ci si mette un'ora. A ora di pranzo via Vittor Pisani è chiusa, sfrecciano auto della polizia, camionette. In fondo, il corteo dei Pro-Pal assalta la Stazione Centrale. I viaggiatori, molto spesso lavoratori, sempre cittadini con eguali diritti rispetto a quelli che manifestano, finiscono per non poter uscire dalla Stazione. Vengono infrante le vetrate, le foto raccontano tutto. La destra attacca. Meloni: "Immagini indegne". C'è chi mette le immagini delle altre città, dove la protesta è pacifica come per dire che solo a Milano è avvenuto questo. La teoria della sinistra militante è che a Milano le forze dell'ordine hanno cercato lo scontro, non hanno "trattato" con i manifestanti. Esattamente come era palese e certo che i carabinieri avessero ammazzato Ramy (e invece non l'hanno neanche toccato). 

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Riformisti milanesi afoni, distratti e alle prese con le proprie missioni personali

In tutto questo, un tempo, i riformisti milanesi, i cittadini di buona volontà, scesero nelle strade e sistemando e pulendo diedero un messaggio chiaro ai facinorosi no-Expo, e pure a quelli che prevedevano che le Esposizioni sarebbero state un flop, che avrebbero portato speculazioni edilizie, che ci sarebbero stati cumuli di mazzette e sprechi di denaro pubblico. Un tempo, i riformisti milanesi. Un tempo, perché oggi sono afoni. Distratti. Alle prese con le proprie missioni personali e con niente di collettivo. Una volta c'era una giovane classe dirigente che voleva cambiare il mondo, e che è stato il mondo a cambiare. Impauriti, pure: sia mai che Schlein non ci ricandidi qui o là, che questo ci impedisca di tornare in Parlamento, o in Regione, o in Europa. Afoni, pure: sia mai che una opinione forte (ad esempio: "noi non siamo quella roba là, se quella roba là è la sinistra non ci piace, se quella roba là è quello che volete, possiamo anche andare ognuno per la propria strada") possa turbare le acque limacciose di una politica cittadina che ha perso se stessa, e che ha perso il contatto con la realtà.

 

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