Le periferie di Milano, i "maranza buoni" e i pregiudizi della politica

L'esperienza di Q3T e il ruolo del pugilato nel riscattare i giovani delle periferie. Ma salvo rari casi i politici si tengono alla larga da queste realtà. Ignorando il bene che generano. Il commento

di Fabio Massa

(foto: Zac Meadowcroft via Unsplash)

Milano

Le periferie di Milano, i "maranza buoni" e i pregiudizi della politica

Ho letto con molto interesse dell'esperienza di Q3T, un'associazione di "maranza buoni" (così li definisce il Corriere che racconta questa bella storia). E' una delle tante. Ma è interessante. Leggo: "Organizzano tornei di basket, allenamenti di pugilato, laboratori di street art, talk, giornate di pulizia". 

Mi ha colpito il pugilato. Occorrerebbe una riflessione più profonda sul valore educativo del pugilato. In tutte le periferie difficili, dal nord al sud, in tutti i luoghi del mondo complicati, le arti marziali e in particolare il pugilato sono un modo bello e incredibile di gestire i conflitti e aiutare l'integrazione sociale.  A Rozzano don Luigi Scarlino ha organizzato "un gancio da Dio", con lo stesso fine. Nella stessa città, negli anni '80, si allenavano i migliori pugili italiani. E ovunque, nelle periferie, c'è questa voglia di riscatto sudando, prendendo pugni e dandoli. Ma sfogando quella rabbia dovuta all'emarginazione. 

Il timore dei politici di fronte ai giovani delle periferie

Fin qui, non dico niente di nuovo. Né io, né don Luigi e neppure i maranza buoni. Quello che mi colpisce però è sempre come i politici abbiano timore a mettersi in gioco insieme a queste realtà. Salvo rari casi (generalmente di sindaci dell'hinterland), di foto con questi ragazzi tutti tatuati, ben poco impostati, e con la faccia feroce, la politica ne fa poche. Perché il benpensante tipico vuol parlare di diritti, vuole le case popolari, vuole l'integrazione. Ma non vuole vedere i crani rasati con sopra una miriade di colori e scritte. Non vuole vedere le acconciature aggressive. Non vuole vedere neppure che cosa succede, nelle case popolari. 

Ho fatto un giro l'altro giorno con il presidente di Aler in via Morgantini: consiglio il tour a tutti i teorici della casa a tutti, per vedere come finisce a distanza di anni. Ma ne riparlerò. Quello che mi viene da dire è che molto spesso la solidarietà prende strade che non ci immaginiamo, con la faccia cattiva ma con il cuore tanto, tanto buono.

 

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