La Giostra, il panettone di Fratelli Sicilia che unisce tradizione e incanto d’infanzia
La tradizione culinaria siciliana si incontra con la creatività di Jessica Adamo per restituire le sensazioni dei natali più veri
La Giostra, il panettone di Fratelli Sicilia che unisce tradizione e incanto d’infanzia
Ci sono sapori che non cambiano, che attraversano le generazioni e rimangono legati ai ricordi più semplici. La Giostra, il panettone tradizionale firmato Fratelli Sicilia, nasce con l’idea di riportare alla mente quel momento preciso in cui il Natale aveva il profumo dell’attesa, della sorpresa, dell’infanzia.
La preparazione segue un ritmo lento: 72 ore di lievitazione naturale, un impasto messo a punto dopo un anno di prove e confronti con maestri del lievito madre, e una selezione di ingredienti che privilegia la genuinità. Ne risulta un panettone morbido, profumato, pensato per evocare un gusto familiare più che per stupire con artifici.
Anche nella scelta degli ingredienti si percepisce un legame forte con la Sicilia. L’arancia rossa della Piana di Catania e l’uvetta siciliana — quest’ultima ancora oggi poco diffusa nel mercato dei panettoni — raccontano un territorio che cerca di esprimersi attraverso i suoi prodotti, senza forzature.
L’aspetto visivo ha un ruolo altrettanto importante. La latta illustrata da Jessica Adamo, giovane artista palermitana, non è un semplice contenitore: raffigura un piccolo mondo sospeso, popolato da bambini che cavalcano animali immaginari e colori che richiamano i vecchi caroselli delle feste. È un modo per ricordare che il Natale non è solo un rito gastronomico, ma anche un pretesto per recuperare uno sguardo più leggero.
C’è poi un dettaglio curioso: la latta può diventare un tamburo, grazie alle due bacchette in legno incluse. Un gesto semplice, quasi simbolico, che ribalta la prospettiva — da dolce delle feste a oggetto da trasformare e reinventare. Un invito, forse, a recuperare un po’ di quella spontaneità che nel tempo si tende a perdere. La Giostra prova così a tenere insieme tradizione e immaginazione: un panettone che parla di radici, ma anche della libertà di tornare bambini, almeno per il tempo di una fetta e di un ritmo improvvisato.