Milano, Pastorella (Azione): "Serve un cambio di passo, ma senza rinnegare il passato"
La vicepresidente e consigliere comunale di Azione Giulia Pastorella da giorni tra i possibili candidati al ruolo di assessore: "Ci aspettiamo decisioni politiche. Un rilancio è utile ma senza cambi bruschi di direzione". L'intervista
Milano, Pastorella (Azione): "Serve un cambio di passo, ma senza rinnegare il passato"
Autunno caldissimo a Milano, con le partite cruciali legate alla vendita di San Siro ed al futuro del Leoncavallo. Ed ancora di più con la necessità da parte dell'Amministrazione comunale di dare una risposta politica alle indagini sull'urbanistica che hanno portato alle dimissioni dell'assessore Giancarlo Tancredi. Da giorni si parla di un possibile mini-rimpasto. E da giorni quello di Giulia Pastorella è uno dei nomi che si rincorrono con maggiore frequenza. La consigliera comunale di Azione, vicepresidente del partito di Calenda, commenta: "Ci aspettiamo decisioni politiche e non un semplice riempimento aritmetico delle caselle rimaste vuote". Con una consapevolezza: "serve un cambio di passo. L'impressione è che la giunta sia affaticata. In vista delle elezioni del 2027 un rilancio è utile, ma senza rinnegare le scelte fatte o cambiare bruscamente direzione". E il corteggiamento di Forza Italia? "Fa sempre piacere, ma..." L'INTERVISTA DI AFFARITALIANI.IT MILANO
Già quando si dimise l'assessore alla casa Bardelli si parlò di rimpasto. Si manifestava un possibile problema di equilibrio tra partiti. L’occasione ora si potrebbe ripetere e in termini numerici voi di Azione potreste legittimamente ambire ad avere finalmente un rappresentante in Giunta.
Lavorare semplicemente per proporzioni in politica ha poca efficacia. Durante lo scorso rimpasto abbiamo contestato l’uso del cosiddetto metodo Cencelli. Per questo, coerentemente, ora ci aspettiamo decisioni politiche e non un semplice riempimento aritmetico delle caselle rimaste vuote. Anche se siamo l'unico partito di maggioranza non rappresentato in Giunta, la domanda che bisogna porsi è: che tipo di messaggio vogliamo dare con questo rimpasto e, soprattutto, si tratta di un vero rimpasto o di una semplice sostituzione?
Va bene, ma il rimpasto serve, è necessario?
Dipenderà dagli eventi di quest’autunno. Se la maggioranza si ricompatterà naturalmente sui temi importanti, come la questione San Siro o, più in generale, sulla direzione del piano urbanistico, non servirà. Se invece sarà necessario dare uno stimolo all’operato dell’amministrazione, allora sì.
Allora scendiamo nel dettaglio. C’è bisogno dello slancio?
Secondo me serve un cambio di passo. L'impressione è che la giunta sia affaticata, anche a causa delle recenti inchieste, e che la maggioranza non sia compatta. Se il centrosinistra vuole farsi trovare pronto all'appuntamento elettorale del 2027, un rilancio è senz’altro utile. Questo non significa rinnegare le scelte fatte o cambiare bruscamente direzione, come alcune forze politiche immaginano per questa seconda parte della consigliatura. Noi non intendiamo ignorare il programma elettorale con cui siamo stati eletti e siamo soddisfatti delle scelte politiche prese fin qui. Quindi, se di rilancio si deve parlare, va detto che ciò che è stato fatto era corretto e – semmai – non è stato abbastanza. Serve dunque ridare vigore all'azione amministrativa.
La vicenda giudiziaria sulla rigenerazione urbana come incide su queste eventuali prospettive di rilancio? Ovvero: serve un ripensamento, serve una revisione, serve un nuovo atteggiamento politico?
Su questo tema la politica è andata avanti in disordine. Io credo che le scelte politiche fatte da questa giunta sull’urbanistica siano state corrette. In questo senso ritengo che il blocco del Salva Milano sia stato un errore che ha paralizzato tutto in attesa di una nuova normativa nazionale, di cui già non si parla più. Non c’è bisogno di ripensare il modello di sviluppo della città: la verticalizzazione e la rigenerazione urbana sono fondamentali per soddisfare il bisogno di abitazioni senza consumare nuovo suolo. Il problema è che continua a mancare chiarezza sui limiti allo sviluppo degli spazi urbani. E questo vale sia in termini di normativa nazionale sia di PGT, su cui l’assessore Tancredi stava lavorando. Bisogna tenere insieme al meglio le necessità della popolazione milanese, che ha bisogno di case e non vuole il consumo di nuovo suolo ma, al contempo, pretende giustamente di non vedersi sorgere sotto casa mega complessi residenziali.
In ultimo però si sono manifestati alcuni eventi come per esempio lo sgombero del Leoncavallo che hanno determinato delle reazioni politiche, spostate molto a sinistra, da buona parte della maggioranza.
Le situazioni di illegalità vanno affrontate anche per una questione di equità. Senza farne un problema di ordine pubblico – visto che non credo che quel centro sociale rappresentasse un pericolo per la sicurezza – un soggetto come il Leoncavallo, che organizza eventi e fa profitti, deve agire nella legalità anche in termini fiscali. È una questione di parità di trattamento e di rispetto degli obblighi. Sono contraria a una visione amministrativa revanscista, che rigetta il ruolo del privato, combatte il modello della cosiddetta “Milano che corre” e prova fastidio per tutti quegli elementi che hanno permesso alla città di crescere e diventare attrattiva come una grande capitale europea. È chiaro che una città che cresce e si trasforma affronta molte complessità: si tratta di gestirle e trovare soluzioni per farlo al meglio. Faccio un banalissimo esempio. Se il governo ci permettesse di alzare la tassa di soggiorno ai livelli delle altre città turistiche, potremmo sfruttare l’attrattività di Milano per finanziare progetti a beneficio dei cittadini e ridurre le disuguaglianze. Mi auguro che la mentalità di chi predica la decrescita felice, che vuole rallentare la città e che dice di no alle opere pubbliche e ai cantieri, non sia quella destinata a prevalere nella seconda parte della consigliatura. Se così fosse, per noi di Azione sarebbe difficile continuare a sentirci a nostro agio in questa maggioranza.
C’è un altro tema forte che proprio a sinistra dovrebbe trovare più considerazione, quello dei giovani e delle loro prospettive…
A parole tutti mostrano considerazione per i giovani. Ogni partito si riempie la bocca con la questione giovanile, ma poi nei fatti? È utile ricordare che tra i cantieri bloccati dalle inchieste sull’urbanistica ci sono anche quelli destinati agli studentati. Ci troviamo ancora una volta davanti a una contraddizione: considerare sempre l’interesse privato con sospetto, quando invece le sinergie tra pubblico e privato possono generare benefici concreti per fasce importanti della popolazione, come quella giovanile. Se adottassimo l’agenda della sinistra estrema il problema dei giovani smetterebbe di esistere soltanto perché Milano smetterebbe di attirarne.
Torniamo alle questioni politiche. Guardate con interesse ad un rimpasto di giunta, ma nel frattempo – e già de mesi – siete oggetto di un vero corteggiamento da parte di Forza Italia. Addirittura con l’ormai nota offerta del ruolo di vicesindaco in una futura amministrazione di centrodestra…
I corteggiamenti fanno sempre piacere, perché in politica sono una forma di riconoscimento di valore. Detto questo, se Forza Italia è così diretta è perché vede l’opportunità di strappare il voto moderato a una coalizione che si sposta troppo a sinistra (e in cui noi saremmo assolutamente fuori posto). Ribadisco però che per noi, oggi, l’interlocutore principale resta la compagine di maggioranza. Saranno poi i prossimi 18 mesi a determinare quale sarà la nostra scelta in vista del 2027. Torno a quanto dicevo prima: se in quest’ultimo anno e mezzo ci sarà una virata a sinistra, noi non resteremo fermi. Se non potremo rispettare la piattaforma programmatica sulla base della quale siamo stati eletti, faremo le nostre valutazioni.
Insomma “Grazie per il corteggiamento", ma è presto anche per parlare di fidanzamento…
Siamo appena al primo mazzo di fiori…