Neuroscienze e salute mentale: verso un nuovo paradigma. Il panel a Direzione Nord

Neuroscienze e salute mentale: verso un nuovo paradigma. Se ne è parlato lunedì 23 giugno nell'ambito della 26esima edizione di Salute Direzione Nord dal titolo “Salute, una scelta politica” presso il Belvedere al 39esimo piano di Palazzo Lombardia

di redazione
Milano

Neuroscienze e salute mentale: verso un nuovo paradigma. Il panel a Salute Direzione Nord

Neuroscienze e salute mentale: verso un nuovo paradigma. Se ne è parlato lunedì 23 giugno nell'ambito della 26esima edizione di Salute Direzione Nord dal titolo “Salute, una scelta politica” presso il Belvedere al 39esimo piano di Palazzo Lombardia.

L'evento è stato promosso dalla Fondazione Stelline e da InRete con il patrocinio della Commissione Europea e del Comune di Milano, oltre al contributo di Regione Lombardia e di Fondazione Cariplo. Una giornata di dibattiti per affrontare le sfide della sanità del futuro e renderla sostenibile a 360°. Il sistema sanitario italiano sta attraversando un periodo di profonde trasformazioni, reso necessario dall’evoluzione demografica, dall’aumento delle patologie croniche e da sfide organizzative sempre più complesse. L’invecchiamento della popolazione, le disuguaglianze nell’accesso alle cure e la carenza di personale sanitario pongono interrogativi cruciali sulla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale e a discuterne sono stati Ministri, Sottosegretari, stakeholders, clinici, associazioni pazienti e aziende. 

Alle ore 14.40 un focus dunque su un argomento di forte attualità, le neuroscienze e la salute mentale: verso un nuovo paradigma con Simona Malpezzi, Vicepresidente Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza del Senato della Repubblica; Elena Lucchini, Assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità di Regione Lombardia;  Gianni Bonelli, Direttore Generale Fondazione Istituto Neurologico Nazionale Casimiro Mondino - IRCCS Pavia; Simone Feder, Educatore e psicologo;  Antonio Vita, Ordinario di Psichiatria Università di Brescia e Direttore Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze, ASST Spedali Civili di Brescia; Carlo Andrea Galimberti, Responsabile, Centro per lo Studio e la Cura dell’Epilessia, IRCCS Fondazione Mondino, Pavia, Presidente, Lega Italiana Contro l’Epilessia e Presidente nazionale della LICE (Lega Italiana Contro l’Epilessia); Isabella Brambilla, Presidente Dravet Italia Onlus e Presidente Alleanza Epilessie Rare e Complesse Italia; William Vaccani, General Manager PDx GE Healthcare IMI e Raffaele Caramuscio, Market Access & Regulatory Affairs Director Otsuka Pharmaceuticals Italia. 


Malpezzi: “Serve una legge per vietare lo smartphone sotto i 15 anni”

Simona Malpezzi, vicepresidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza del Senato della Repubblica, ha sottolineato il forte allarme emerso da ospedali e centri di neuropsichiatria: “Non ci sono più posti letto per adolescenti con disturbi psichici, ma il punto è che non dovremmo arrivare lì. Servono interventi precoci, reti territoriali solide e spazi educativi”. La senatrice ha ricordato che “il disagio giovanile è esploso dopo il Covid, ma le cause vanno cercate più indietro: il vero spartiacque è stato il passaggio dal telefono allo smartphone, nel 2010”. Da qui la proposta di una legge bipartisan che vieti l’uso dello smartphone sotto i 15 anni: “Come quando la cintura in auto è diventata obbligatoria, serve una norma forte per rispondere a un’emergenza”.

Lucchini: “La prevenzione è la priorità, in Lombardia 1.300 giovani già presi in carico”

Elena Lucchini, assessora alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità di Regione Lombardia, ha ribadito il ruolo centrale della prevenzione: “Se il disagio non viene intercettato per tempo, diventa una malattia grave e radicata. Per questo abbiamo avviato misure mirate, come ‘Crescere alla grande’, con 11 milioni di euro per seguire ragazzi tra 11 e 25 anni e le loro famiglie”. L’assessora ha citato anche l’impegno contro bullismo, cyberbullismo e dipendenze, con progetti territoriali in collaborazione con scuole, oratori e prefetture: “La prevenzione deve partire dalla comunità, serve una responsabilità collettiva”.

Vita: “L’adolescenza è l’area più critica: servono PDTA e continuità della cura”

Antonio Vita, professore ordinario di Psichiatria all’Università di Brescia e direttore del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze dell’ASST Spedali Civili di Brescia, ha definito l’adolescenza “un’area emergenziale dal punto di vista dei disturbi mentali”. Ha spiegato che in Lombardia il modello dipartimentale consente un lavoro integrato tra neuropsichiatria infantile, psichiatria dell’adulto e dipendenze, ma servono strumenti condivisi come i PDTA: “Dobbiamo capitalizzare le buone pratiche locali e creare percorsi comuni. La continuità della cura è essenziale: l’equipe di transizione deve seguire il paziente anche nel passaggio all’età adulta”. Vita ha indicato come cruciali alcune patologie in crescita, come l’autismo, il disturbo da deficit di attenzione e i disturbi dell’alimentazione.

Feder: “I giovani vanno intercettati prima, serve una nuova educazione alla relazione”

Simone Feder, psicologo ed educatore, ha portato la voce dei servizi educativi e terapeutici, raccontando come stia abbassandosi sempre più l’età dei ragazzi con dipendenze multiple: “Nel 2023 ho accolto in comunità un ragazzo di 14 anni, oggi ne ho uno di 13”. Per Feder, le strutture non bastano se non si lavora prima: “Dobbiamo fare interventi di prossimità, uscire dai servizi e andare verso i ragazzi, creare relazioni vere”. Ha poi lanciato un appello per una nuova alleanza educativa: “La scuola deve riscoprire l’educazione emozionale. E attenzione al relativismo sulle sostanze: oggi non è più solo cosa usano, ma perché lo fanno. Dietro ci sono spesso autolesionismo e disagio profondo”.

Caramuscio: "Una pandemia silenziosa che parte dai giovani"

Raffaele Caramuscio, Market Access & Regulatory Affairs Director Otsuka Pharmaceuticals Italia, ha sottolineato come la transizione dall’età evolutiva a quella adulta rappresenti una delle principali criticità nella salute mentale: «Parliamo di una vera e propria pandemia silenziosa. L’età di insorgenza dei disturbi psicologici si è abbassata sempre più, ma gli investimenti in salute mentale restano fermi al 3-4% del fondo sanitario nazionale, contro il 10% di altri Paesi europei». Secondo Caramuscio, i tre pilastri su cui costruire una risposta efficace sono: sistema sanitario integrato, ricerca e sviluppo, e formazione. «Abbiamo bisogno di terapie accessibili anche per i giovani. E in Italia manca ancora un percorso regolatorio per l’introduzione della terapia digitale per la depressione maggiore, che abbiamo già lanciato negli Stati Uniti e nel Regno Unito».

Vaccani: "L’Alzheimer è la nuova sfida dell’invecchiamento"

William Vaccani General Manager GE Healthcare Italia, ha tracciato lo scenario delle patologie neurodegenerative, a partire dall’Alzheimer: «Oggi in Italia si stimano 600.000 casi, ma sono numeri sottostimati: la malattia inizia 10-15 anni prima di manifestarsi». Con l’approvazione delle prime terapie modificanti la malattia, l’accesso tempestivo alla diagnostica sarà cruciale: «La diagnostica per immagini sarà la spina dorsale del percorso terapeutico. Servono nuove tecnologie, intelligenza artificiale e biomarcatori PET per affrontare l’ondata di pazienti che arriverà». Baccani ha evidenziato anche il ruolo della formazione: «Abbiamo bisogno di genetisti, neurologi, medici nucleari formati e pronti a gestire percorsi multidisciplinari».

Galimberti: "Sull’epilessia sappiamo poco, e parliamo ancora meno"

Carlo Andrea Galimberti, Direttore del Centro per la diagnosi e la cura dell’epilessia complessa dell’adulto del Policlinico di Milano, ha ricordato l’impegno storico di Regione Lombardia per l’epilessia: «Siamo stati pionieri già nel 1986. Tuttavia, i PDTA per l’epilessia restano poco conosciuti e applicati. Serve una rete realmente multidisciplinare per affrontare le encefalopatie epilettiche rare e complesse, soprattutto nel momento della transizione alla cura adulta». Galimberti ha anche lanciato un appello alla rivalutazione diagnostica: «La genetica può offrire nuove risposte, ma serve un aggiornamento continuo, anche nei casi già in follow-up».

Brambilla: "I nostri figli hanno bisogno di sorveglianza 24 ore su 24"

Isabella Brambilla, presidente Dravet, referente dell’associazione Epilessia ODV e madre caregiver, ha portato la testimonianza delle famiglie: «Abbiamo chiesto l’inserimento delle encefalopatie epilettiche rare nei nuovi LEA: è stata accolta, ora aspettiamo l’approvazione. Questo riconoscimento è il primo passo per garantire cure e sostegno adeguati». Le difficoltà per i caregiver sono molteplici: «I nostri figli hanno bisogno di sorveglianza continua. Le donne, spesso madri, devono rinunciare alla carriera per seguire i figli. Mancano progetti scolastici e centri estivi inclusivi. È una corsa a ostacoli quotidiana». Brambilla ha concluso invocando «una rete sanitaria e sociale capace di accompagnare questi ragazzi lungo tutto il loro percorso di vita, evitando che le competenze acquisite vadano perdute nella transizione all’età adulta».

Le parole chiave per il futuro

Nel giro conclusivo, ciascun relatore ha proposto una parola-chiave per il futuro delle neuroscienze. Tra i concetti più citati: rete, multidisciplinarietà, formazione, integrazione, responsabilità collettiva, partnership pubblico-privato e comunità educante. Un filo rosso condiviso da tutti: senza un lavoro congiunto tra istituzioni, imprese, scuole, famiglie e operatori sanitari, non sarà possibile rispondere alla complessità crescente delle malattie neurologiche e del disagio mentale.

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