Paratie Como, la Cassazione conferma: sindaco e dirigenti assolti

La Cassazione chiude la maxiinchiesta sulle paratie di Como assolvendo tutte le persone coinvolte, compreso l'ex sindaco Pd Mario Lucini

Redazione
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Paratie a Como
Milano

Paratie Como, la Cassazione conferma: sindaco e dirigenti assolti

Tutti assolti gli imputati della maxi-inchiesta della Procura di Como sul cantiere delle paratie anti-esondazione del lago, indagine che nel 2015 aveva portato anche ad alcune misure restrittive. E' la decisione della Corte di Cassazione che chiude definitivamente la vicenda. Il dispositivo della Suprema corte è stato reso noto giovedì 22 febbraio. Caduti tutti i 15 capi di imputazione tranne uno. Rinviato in appello un capo di imputazione su altri fatti emersi nel corso delle indagini, ma estranei alla vicenda paratie.

Paratie Como, assolti l'ex sindaco Lucini e gli ex dirigenti comunali

Con l'ex sindaco Mario Lucini (Pd), sono stati assolti definitivamente dalle accuse di turbativa d'asta legate al cantiere delle paratie gli ex dirigenti comunali Pietro Gilardoni, Antonio Ferro e Antonella Petrocelli. Il processo di primo grado a Como, dopo due anni di udienze, si era chiuso nel 2019 con condanne per complessivi 12 anni, assai meno rispetto ai 40 chiesti dalla pubblica accusa. Tra i condannati, a un anno e mezzo, anche l'ex sindaco Lucini. Poi in secondo grado, la Corte d'appello di Milano aveva completamente smontato il castello accusatorio, già indebolito fortemente dai giudici di Como.  A Milano, riferisce Ansa, i capi di imputazione erano crollati uno dopo l'altro, assolvendo (o confermando le assoluzioni e i non doversi procedere) per tutti gli altri imputati, a partire dall'ex sindaco Mario Lucini, passando per i dirigenti comunali come Antonio Ferro, Antonio Viola, per arrivare ad Antonella Petrocelli e Maria Antonietta Marciano.

Paratie di Como: la richiesta della Procura e delle difese di andare in Cassazione

La Procura generale milanese aveva però impugnato in Cassazione, e lo stesso avevano fatto anche le difese degli imputati per cui l'Appello aveva stabilito il "non doversi procedere" in seguito "all'intervenuta prescrizione" del reato. Perché la volontà era di chiudere con il riconoscimento della insussistenza del reato su tutte le contestazioni, comprese per quelle prescritte. Soddisfazione è stata espressa dai legali degli imputati prosciolti.