Pd, Weber: "Schlein nel logo? Era un'idea sbagliata. E pure inutile"

Europee, dietrofront di Schlein sul proprio nome nel logo del Pd. Per il sondaggista Weber: "Imperdonabile scivolamento verso un partito personale". Intervista

Chiara Pisani
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Schlein e Weber
Milano

Pd, Weber: "Schlein nel logo? Era un'idea sbagliata. E pure inutile"

La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, lunedì pomeriggio ha rinunciato a mettere il suo nome nel simbolo con cui il Pd si presenterà alle elezioni europee. Una decisione che prima era stata rivendicata con convinzione. Poi invece, dopo numerose polemiche interne al partito, è arrivata la retromarcia: la proposta è stata “più divisiva che rafforzativa”, ha riconosciuto la stessa Schlein.  Secondo il sondaggista Roberto Weber, interpellato da Affaritaliani.it Milano, “il nome della segretaria nel simbolo non avrebbe portato alcun beneficio dal punto di vista dei consensi elettorali. Non c'è una ragione per dire che la presenza del nome Schlein avrebbe accresciuto o accrescerebbe i consensi”. Di più, secondo Weber, si è trattato di uno “scivolamento imperdonabile verso l'idea di partito personale”. L'intervista

Weber, secondo lei si è trattato di una scelta opportuna?

No, non lo è stato nemmeno pensarlo, per molteplici ragioni: in prima istanza, perché il Pd per quello che riesco a capirne, per le sue radici fondative, non è un partito personale, e quindi questo è uno scivolamento imperdonabile verso l'idea di partito personale. Secondo motivo, piu interessante, è che - e questo fa parte della incultura ormai profonda di quel raggruppamento politico -, il nome della segretaria nel simbolo non avrebbe portato alcun beneficio dal punto di vista dei consensi elettorali: non vi sono dubbi a riguardo. Ho maneggiato studi demoscopici e non c'è una ragione per dire che la presenza del nome Schlein avrebbe accresciuto o accrescerebbe i consensi. Poi c'è un terzo motivo: evidentemente questa scelta è frutto di una trattativa politica, ad personam, il che una volta di più snatura la ragione di quella scelta. Adesso (Schlein, ndr) è tornata indietro, ma è tardi.

Come giudica la retromarcia della segretaria?

Rinuncia lei o la direzione del partito? Se vogliono fare il partito personale lo facciano e lo dichiarino. Però lo devono dire anche a quel residuo di elettori che li vota.

La leadership di Schlein ne risulta indebolita?

Queste cose necessariamente infragiliscono. Poi loro sono alla rincorsa delle titolature: titoli che vengono offerti da un paio di giornali, rimbalzano nei talk show, e poi sui social. Non credo che la politica si faccia così: come è successo in Basilicata dove si è perso del 56 (cdx) a 42 (csx) e la Basilicata era una Regione non sicura, ma strasicura per il centrosinistra. Cosa sia successo lì è materia che forse i giornalisti di Repubblica potrebbero studiare. E forse scopriremmo che non è sempre colpa delle cosiddette "destre"... Si è rotto un meccanismo di consenso sociale profondo, e su cui non c'è stata alcuna riflessione.

Il Pd è diventato un partito personale?

Lo è già da parecchio, ormai ci sono tutti gli elementi per dirlo.

Servirebbe un ripensamento della strategia a livello nazionale?

Non vi sono dubbi, ho letto un sondaggio che darebbe il 54 (cdx) e 22 (csx) in Piemonte. Una Regione storicamente governata dal centrosinistra che poteva perdere di 4/5 punti. Adesso invece....

Mettere il nome del leader nel partito è un’abitudine consolidata a destra.

Lo è sempre stata, hanno cominciato loro e fa parte della loro cultura. Non mi stupisce, lo trovo normale. Sono modelli politici diversi, cominciati da Silvio Berlusconi.