Pichetto Fratin a Italia Direzione Nord: "Le rinnovabili non bastano: pensare alla fissione avanzata, poi alla fusione"

Il ministro dell'ambiente Gilberto Pichetto Fratin tra i protagonisti della XXVII edizione di Italia Direzione Nord, il 24 novembre alla Triennale di Mliano

Giorgio d'Enrico
Milano

Fratin a Italia Direzione Nord: "Le rinnovabili non bastano: pensare alla fissione avanzata, poi alla fusione"

Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin è intervenuto il 24 novembre alla XXVII edizione di Italia Direzione Nord, reduce dalla COP30, definita un vertice segnato da un quadro internazionale molto diverso dal passato. “Si è visto chiaramente un qualcosa di diverso a livello politico”, ha spiegato il ministro, sottolineando l’assenza degli Stati Uniti e il gioco di alleanze tra paesi arabi, Cina, India e Brics. Anche l’Europa si è presentata con posizioni interne divergenti: “Dovevamo trovare ogni giorno un punto di convergenza tra i 27”.

Pichetto ha ricordato come la conferenza di Baku fosse incentrata sul tema finanziario, con richieste fino a 1.500 miliardi ai paesi più ricchi per l’adattamento climatico. A COP30, ha detto, “bisognava fare il punto e trovare un equilibrio”, raggiunto secondo lui “nell’unico modo possibile: mantenendo gli obiettivi e dando flessibilità alle operazioni finanziarie”.

Tra le priorità italiane, il ministro ha indicato biocarburanti, idrogeno e l’approccio multilaterale promosso insieme a Brasile, Giappone e India: “Utilizziamo tutte le forme possibili per ridurre le emissioni”. Centrale anche il ruolo del piano Mattei: “Non è neocolonialismo, è partenariato. L’Italia è tra i primi della classe nell’aiuto ai paesi più vulnerabili”.

Sui temi energetici, Pichetto è tornato a difendere il nuovo nucleare, prevedendo un forte aumento dei consumi elettrici entro il 2040: “Con fotovoltaico ed eolico non la raggiungiamo. Abbiamo poco vento”. Per questo considera inevitabile affiancare alle rinnovabili “la fissione avanzata e, più avanti, la fusione”, a patto di creare una cornice normativa che permetta decisioni rapide quando le tecnologie saranno disponibili.

Il ministro ha richiamato anche il tema del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi: “L’80-90% dice che va fatto, ma poi nessuno lo vuole vicino a casa”. Ha ricordato che gran parte dei rifiuti oggi prodotti è di origine ospedaliera e che le scorie delle vecchie centrali, già vetrificate, saranno in futuro utilizzabili nei reattori di nuova generazione: “È anche economia circolare”.

“Serve maggiore chiarezza, da politica e informazione”, ha concluso Pichetto, sottolineando l’importanza di un dibattito pubblico basato su dati reali e non su timori irrazionali.

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