La politica regionale che si dà la zappa sui piedi

La politica è un lavoro e va pagato. Ma serve trasparenza, non manovre sui compensi che rafforzano il concetto di Casta. Il Commento

di Fabio Massa

Palazzo Lombardia

Milano

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La politica regionale che si dà la zappa sui piedi

Il lavoro va pagato. E la politica è a tutti gli effetti un lavoro. Poi, è chiaro: ci sono lavoratori e politici che non fanno niente e percepiscono lo stipendio. Ma questa inefficienza è endemica, particolarmente spinta in Italia ma presente in tutti i posti del mondo. Ma pensare che la politica non sia un lavoro, altamente qualificato peraltro, è da matti. Per il cittadino il politico è sempre pagato troppo. Anche quando praticamente non è pagato affatto, come nel caso dei sindaci dei piccoli comuni. C'è ancora gente convinta che guadagnino bei soldoni e che vadano in giro con l'autista, quando il loro lavoro rende meno di quello di un dog sitter part time. La gente è convinta che la politica sia inutile, eppure quando ci abbiamo messo la gente comune, in politica, abbiamo assistito al disastro globale: arraffoni, incompetenti, senza alcun tipo di idea se non quella di farsi nominare - come Di Maio - da qualche parte per sistemarsi in un posto al sole. L'unico che ha avuto la forza e il coraggio di dire che era uno scandalo che un sindaco di una metropoli prendesse quattro pere e un peperone, e così i suoi assessori, è stato Mario Draghi, che infatti ha aumentato gli stipendi. Ancora oggi il Presidente della nostra Repubblica prende quanto un dirigente neppure troppo elevato di una banca neppure troppo importante. E così il nostro Presidente del Consiglio, chiunque esso sia. E - ancor meno - i ministri, o i presidenti di Regione.

Quindi, io la politica la pagherei, e molto di più, chiedendo però massimo impegno e risultati. In assenza di questi: ciao ciao. Ma già avviene così: semplicemente si vota qualcun altro. Però, nella lotta per dare la dignità alla politica, non è un bel segnale quello del consiglio regionale lombardo che, come al solito prima della pausa estiva, ha provato ad adeguare il proprio stipendio a quello degli altri consigli regionali. Non perché non dovesse, beninteso. Ma perché certe battaglie si fanno alla luce del sole. Dicendo, magari: vogliamo che i sindaci prendano di più, che venga reintrodotta la Provincia, che vengano rivisti tutti gli stipendi e dunque anche i nostri, se del caso. Non fare una normetta che anche uno stupido avrebbe capito che sarebbe stata usata per rafforzare il concetto di Casta, che già tanti danni ha causato a questo Paese.

 

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