Ucraina, migliaia di persone in piazza della Scala a Milano
Oltre mille persone in piazza della Scala per dire no alla guerra. Nel pomeriggio presidio davanti al consolato russo a Milano
Ucraina, un migliaio di persone alla manifestazione in piazza della Scala
Piazza della Scala gremita di persone per protestare contro la guerra in Ucraina. Sono circa un migliaio le persone che hanno risposto all'appello di Cgil, Cisl, Uil, Anpi, Acli e Arci e hanno deciso di scendere piazza. Numerose le bandiere che sventolano in piazza: oltre a quelle sindacali, anche quelle arcobaleno della Pace e dell'associazione Emergency, che ha aderito all'iniziativa, nata - ha spiegato il segretario della Cgil Milano Massimo Bonini - "per chiedere al governo di agire in modo più incisivo dal punto di vista diplomatico per la pace". Al centro della piazza è stata srotolata una lunga bandiera gialla e blu dell'Ucraina.
"E' un segnale importante che Milano vuole dare contro questo atto gravissimo, una violazione dell'auto determinazione dei popoli che mette in pericolo la sicurezza internazionale", ha detto il presidente provinciale dell'Anpi, Roberto Cenati, sottolineando il "valore della pace come fondamento dell'Europa uscita dalla seconda guerra mondiale sia valore di riferimento per tutti". "Fermatevi, signori della guerra", ha intimato dal palco il segretario generale Uil Milano e Lombardia, Danilo Margaritella. "Evidentemente - ha osservato il segretario generale della Cisl Milano, Carlo Gerla - la storia non insegna nulla. Le guerre vengono dichiarate dai ricchi e potenti che poi ci mandano a morire i figli dei poveri".
Ucraina, il console a Milano: "Chiediamo aiuto umanitario"
Un aiuto prima di tutto umanitario. È quanto chiede il console generale d'Ucraina a Milano, Andrii Kartysh, in un'intervista all'Adnkronos. "Abbiamo fatto appello solo all'Unione europea, ma anche all'Onu, alla Nato, a tutti quelli a cui è possibile", evidenzia il console, spiegando che la prima necessità è quella di un "aiuto umanitario, di medicinali, di aiutare i nostri ospedali e anche un aiuto alle nostre forze armate". "Io ricordo - prosegue - che nel 2014 la Lombardia ha ospitato molti feriti dall'Ucraina, forse possiamo proseguire con gli aiuti umanitari". I numerosi membri della comunità ucraina, che - ricorda Kartysh "è la quinta in Italia, con 130mila cittadini presenti secondo l'Istat qui al nord (e sono solo quelli ufficiali)" - sono "molto preoccupati", anche perché molti "hanno la famiglia in Ucraina". Anche di questo il console ha parlato con il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, da cui - racconta - "ho ricevuto una chiamata di solidarietà e di vicinanza". Ancora non sono arrivate a Kartysh, invece, telefonate da parte di associazioni umanitarie, che abbiano offerto un aiuto.
Ucraina, il console a Milano: "Molti vogliono rientrare per combattere"
"Da stamattina abbiamo ricevuto tantissime chiamate da parte dei nostri cittadini che vogliono tornare in Ucraina per combattere". Lo dichiara all'Adnkronos il console generale d'Ucraina a Milano, Andrii Kartysh. "Per il momento è il problema numero uno per il Consolato, perché come sapete non si può andare in Ucraina", spiega il console, che prosegue: "Abbiamo tante richieste. Riceviamo al Consolato più di 100 telefonate ogni giorno. Per il servizio consolare oggi è una giornata speciale". Le persone che chiedono di tornare in Ucraina a combattere sono "giovani e anche uomini. Tutti - racconta Kartysh - capiscono cosa succede in Ucraina. Le forze armate russe hanno iniziato il terzo bombardamento delle nostre città, in cui abitano milioni di ucraini. Le nostre forze armate stanno respingendo l'attacco, ma la situazione è grave. Speriamo bene, come si dice in italiano".
Ucraina, manifestazione a Milano: "Stop Putin"
Un appello all'Unione europea per una risposta ''concreta e non solo a parole'' all'invasione russa in Ucraina. Lo hanno rivolto la trentina di manifestanti che si sono ritrovati fuori dal Consolato russo a Milano. ''Stop Putin'', ''Putin terrorista'', ''no war'' si legge sui manifesti esibiti dai manifestanti, tutti avvolti nelle bandiere ucraine. Al momento in cui cittadini russi sono usciti dal Consolato, ci sono stati accesi diverbi con i manifestanti ucraini, che hanno urlato ''Russi fascisti'' e a una donna mentre usciva ''stronza, non capisci che i nostri figli stanno morendo?''.
Ucraina, l'Ue dia una risposta concreta
''Ci appelliamo anche all'Unione europea e a chiunque possa aiutare in questo momento molto critico l'Ucraina. L'appello che ci sentiamo di fare è a prendere delle posizioni chiare e non solo a parole. Non basta dire che la Russia si deve ritirare come ha fatto nelle scorse ore la presidente Von der Leyen, ma ci dev'essere una risposta concreta da parte dell'Unione europea e di tutti e 27 i Paesi'', spiega all'Adnkronos Vladi Malashevskyy, 22enne ucraino, arrivato in Italia quando ne aveva solo tre. Nel Paese di origine, nella zona di Leopoli, vive ancora buona parte della sua famiglia: nonni, zii, cugini, che per il momento non hanno intenzione di scappare. Vladi questa mattina, parlando al telefono con il cugino coetaneo, che vive e studia a Leopoli, ha sentito le sirene suonare. '
'Fino all'altro ieri c'era tanta preoccupazione ma non si credeva all'escalation che poi c'è stata. Il rischio era concreto, però la sorpresa è rimasta'', racconta il 22enne, che all'Unione europea chiede ''una risposta che si può manifestare sia attraverso le sanzioni sia attraverso aiuti umanitari all'Ucraina e attraverso un sostegno concreto''. Di fronte alla prospettiva di ''ondate di profughi, che ci auguriamo non ci saranno'', il giovane ucraino chiede all'Europa anche ''la possibilità per chi fugge di rifugiarsi e avere un posto sicuro''. ''Non è una situazione semplice, anche prendere posizione è difficile, però bisogna andare al di là degli interessi politici ed economici dei singoli Paesi, quindi ahimè anche energetici. Sappiamo benissimo che l'Ue è fortemente dipendente dalla Russia ma questo non dev'essere un ostacolo a una risposta concreta e significativa. Non possono essere false risposte solo di facciata per dire 'noi vi sosteniamo''', conclude Vladi.