4. Incentivi auto elettriche: il no di UNRAE e Federauto all’Eco-score

UNRAE e Federauto chiedono al Ministro Pichetto Fratin di escludere l’Eco-score dai nuovi incentivi auto, temendo distorsioni di mercato e danni occupazionali.

di Giovanni Alessi
Auto e Motori

Il dibattito sugli incentivi auto 2025 entra nel vivo e si sposta sul tavolo politico.

Con una lettera indirizzata al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) e Federauto (Federazione Italiana Concessionari Auto) hanno chiesto di non introdurre l’Eco-score, il sistema di punteggio ambientale che il Governo sta valutando di applicare ai nuovi bonus per l’acquisto di veicoli elettrici finanziati con fondi PNRR.

Il modello a cui si guarda è quello francese, che calcola l’impatto ambientale basandosi quasi esclusivamente sulla fase di produzione e trasporto dei veicoli. Secondo le due associazioni, questo approccio risulterebbe “inopportuno, discriminatorio e controproducente”, perché non considera l’intero ciclo di vita delle auto e porterebbe a esiti paradossali. Le analisi mostrano che oltre il 66% dei modelli BEV immatricolati nei primi otto mesi del 2025 verrebbe escluso dall’accesso ai bonus, lasciando interi segmenti di mercato privi di incentivi e penalizzando duramente alcuni costruttori.

La conseguenza sarebbe un crollo della libertà di scelta per consumatori e imprese, che vedrebbero ridursi drasticamente le opzioni disponibili. Non meno gravi gli effetti economici: se i 600 milioni di euro previsti dal programma non potessero essere spesi per mancanza di modelli idonei, l’intero meccanismo degli incentivi rischierebbe di incepparsi, prolungando lo stallo che da mesi blocca le immatricolazioni elettriche.

Il tema solleva inoltre questioni di natura giuridica. Applicare meccanicamente il modello francese in Italia, avvertono UNRAE e Federauto, significherebbe introdurre una discriminazione tecnica difficilmente sostenibile davanti alle regole comunitarie e alla libera concorrenza. Alcune case automobilistiche non subirebbero alcuna penalizzazione, altre si ritroverebbero con l’intera gamma esclusa dagli incentivi, con un impatto devastante per concessionari, officine e componentisti.

In una fase delicata come quella attuale, in cui l’Italia è chiamata a spingere la mobilità elettrica per centrare gli obiettivi di decarbonizzazione, bloccare o rallentare il mercato rischierebbe di compromettere anche i target ambientali fissati dal PNRR e dagli Accordi di Parigi. Non è un caso che le due associazioni abbiano sollecitato il Ministero a evitare l’introduzione dell’Eco-score, chiedendo piuttosto di accelerare sull’attivazione della piattaforma informatica di SOGEI per consentire alle imprese e ai privati di prenotare finalmente i bonus.

Il tempo, ricordano UNRAE e Federauto, è un fattore cruciale. Da mesi il mercato dell’auto elettrica vive in una situazione di paralisi: consumatori e aziende attendono chiarimenti sugli incentivi, mentre concessionari e importatori si trovano a gestire scorte senza certezze. Ritardare ulteriormente significherebbe non solo compromettere la ripresa del settore, ma anche mettere a rischio migliaia di posti di lavoro collegati all’automotive, una filiera che in Italia impiega centinaia di migliaia di persone.

Il messaggio delle associazioni è chiaro: introdurre un criterio così rigido senza una revisione profonda sarebbe un errore strategico. L’Italia ha bisogno di incentivi che funzionino davvero, capaci di stimolare la domanda, sostenere la transizione ecologica e accompagnare famiglie e imprese verso una mobilità più sostenibile. Il modello francese, così com’è, non risponde a queste esigenze e rischia anzi di allontanare il mercato dagli obiettivi che dovrebbe perseguire.

Il futuro degli incentivi auto si gioca dunque su un equilibrio delicato tra sostenibilità e pragmatismo. Se l’Italia vuole accelerare verso la decarbonizzazione, serviranno strumenti inclusivi, stabili e trasparenti, che garantiscano continuità al settore e fiducia ai consumatori. Per questo UNRAE e Federauto hanno scelto di farsi sentire: l’auspicio è che il Governo ascolti il richiamo e privilegi soluzioni efficaci e condivise, evitando scorciatoie che rischiano di compromettere la transizione verde.

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